Esiste il Demiurgo?

From: Mario Pavone <qtmsp_at_tin.it>
Date: 1999/05/25

- Gli enunciati che esprimono le leggi della Natura descrivono, a volte
anche
in forma matematica, ci� che accade quando si verificano circostanze
e condizioni date, ma non dicono nulla su cosa fa s� che accada quel
che accade al verificarsi di quelle circostanze e di quelle condizioni. Non
basta che una legge esista: occorre anche qualcuno che controlli quando
deve essere applicata e che la applichi o la faccia applicare.

- Si abbia uno schermo opaco sul quale siano state praticate due
sottilissime fenditure parallele affiancate vicinissime fra loro; dietro
di esso, a breve distanza, si abbia un altro schermo, opaco e bianco.
- E' noto che se sul primo schermo si invia un fascio di raggi luminosi
monocromatici paralleli la luce che esce dalle fenditure forma sul
secondo schermo le cosiddette "frange d'interferenza". Queste
consistono in una serie di bande alternate luminose e oscure, parallele
alle fenditure del primo schermo.
- La transizione dalle zone luminose a quelle oscure avviene passando
in modo graduale dal massimo di luce all'oscurit�.
- Diminuendo l'intensit� della sorgente del fascio di luce incidente
sul primo schermo diminuisce la luminosit� delle frange ed � ovvio che se si
fa scendere tale luminosit� al di sotto della soglia di sensibilit�
dell'occhio umano le frange, pur essendoci ancora, non si vedono pi�.
- Sostituendo lo schermo opaco bianco con una lastra fotografica, a causa
dell'accumularsi degli effetti delle particelle di luce ricevute nel tempo,
sviluppandola dopo una posa di durata opportuna,su di essa si ritrovano
le frange d'interferenza.
- Poich� le particelle elementari di luce sono costituite di onde
elettromagnetiche, in passato si riteneva che il formarsi delle frange
fosse dovuto al diverso combinarsi, per ogni punto dello schermo,
delle fasi delle onde dei raggi luminosi giungenti contemporaneamente
dalle due fenditure attraverso percorsi di lunghezza differenti: onde con
fase identica = massima luminosit�; con fase opposta = oscurit�;
con fasi non idenfiche e non opposte = luminosit� intermedia.

- In esperimenti nei quali l'intensit� della sorgente luminosa � stata
diminuita al punto di inviare una sola particella di luce per volta,
ossia un solo fotone (pacchetto d'onda) per volta, sviluppando la
lastra fotografica dopo pose della durata di mesi si sono trovate su
di essa le frange d'interferenza.

- In questo caso non ci sono due raggi provenienti contemporaneamente
dalle due fenditure; non ci sono due onde ognuna con la propria fase
che incidono contemporaneamente su uno stesso punto e che con il loro
combinarsi determinano la luminosit� di quel punto.
Qui c'� un solo fotone per volta che arriva isolato, a distanza
di tempo dal precedente, con la sua energia intera e che colpendo la
lastra fotografica esercita per intero la sua azione fotochimica, ma le
frange d'interferenza ci sono ugualmente. Il fotone, non potendosi
suddividere, come � stato dimostrato, deve necessariamente passare
attraverso l'una o l'altra delle fenditure e all'uscita deve deviare la
propria
traiettoria in modo da colpire un punto utile alla formazione delle frange;
da ci� si pu� dedurre che i fotoni non si elidono fra loro, ma tutti
contribuiscono a creare luminosit�: infatti da quanto sopra detto appare
evidente che se in una zona c'� oscurit� significa che nessun fotone
vi � giunto mentre ne sono giunti in gran copia dove la luminosit� �
massima ed in varie proporzioni dove si debbono avere luminosit�
intermedie.
- Si pongono quindi le seguenti questioni:
dopo aver oltrepassato una delle fessure, il fotone come viene a conoscenza
della situazione determinata sulla lastra dai fotoni giuntivi prima del suo
arrivo?
Come fa a sapere dove non deve andare perch� l� ci deve essere oscurit�?
Come fa a tener conto del tempo trascorso dall'inizio dell'esperimento per
determinare, al fine di dirigervisi, in quale zona non sono ancora giunti
fotoni sufficienti a produrvi in quel momento la luminosit� prevista dalla
legge
fisica? Inoltre, poich�, come gi� detto, non basta che una legge sia
"scritta",
ma occorre che la si applichi, una volta decisa la direzione da prendere,
cosa
stabilisce quale sia il giusto impulso per modificare la traiettoria
originaria, e
quindi glie lo fornisce?
Queste, ed altre che qui trascuro per brevit�, sono tutte valutazioni che
presuppongono il possesso di capacit� di osservazione e di intelligenza per
assumere decisioni da dati di fatto, nonch� la disponibilit� dei mezzi per
metterle in atto.
- Attribuire le suddette capacit� al fotone o ipotizzare, ad esempio, che
i fotoni lascino delle "tracce" al loro passaggio, o altro ancora, non fa
altro che
spostare il problema che si presenta in ogni campo dello scibile: quando si
cerca di esaminare la Natura nella sua "intimit�" pi� profonda si arriva
sempre
ad un punto oltre il quale non � possibile proseguire senza postulare una
Intelligenza a noi nascosta.

- Una ipotesi potrebbe essere l'esistenza di un "campo d' Intelligenza",
diffuso
in tutto l'Universo, in grado di esercitare contemporaneamente tutti i
controlli
in ogni punto, prendere tutte le decisioni ed attivare i mezzi per
attuarle.

- Quali altre ipotesi si potrebero avanzare?
Received on Tue May 25 1999 - 00:00:00 CEST

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