Re: R: Epistemologia della fisica.

From: Giorgio Pastore <pastgio_at_univ.trieste.it>
Date: 1999/05/27

Concordo (ma non per solidarieta' di casta) col punto di vista espresso
da Enzo
Berardi.

Il posting di ernesto mi sembra un buon test di cosa funziona e cosa
un po' meno quando si da per scontato che la comunita' dei fisici
( establishment ?) ha preso grandi abbagli a cuor leggero.

ernesto wrote:
>
> E se tutta l'interpretazione della scuola di Copenhagen fosse
> sbagliata?

Non e' impossibile. Un certo numero di fisici ( e di agenzie che
finanziano la ricerca ) non escludono che ci sia qualcosa di piu' o di
diverso rispetto all' interpretazione di Copenhagen.

> E se l'equazione di Schrodinger avesse un significato di
> funziona d'onda reale e non probabilistica?

E' piu' o meno quello che pensavano vari fisici pre-Copenhagen. De Broglie
incluso. Tuttavia... in che senso e' "reale" un' onda in uno spazio a 6
dimensioni ? Eppure qualsiasi funzione d' onda di 2 particelle *e'* una
funzione d' onda dipendente da 6 variabili spaziali! e per N particelle
ci vogliono onde in uno spazio a 3N dimensioni. Il mio concetto
di realta' non arriva a tanto.

> E' possibile una cantonata settantennale di tutta la Fisica?

Possibile ? Si. Ma con che probabilita' ?

> Se tutto
> fosse solamente onda e niente fosse corpuscolo e la fenomenologia
> corpuscolare fosse dovuta semplicemente all'impatto localizzato e
> ortogonale dei fronti d'onda?

L' impatto localizzato ed ortogonale dei fronti d' onda e' un' immagine
suggestiva ma non so bene come trarne delle predizioni verificabili.

Quello che gli esperimenti hanno fin qui confermato ( fin dagli anni
'30,
quando ci si pose domande di questo tipo) e' che in ogni
diffusione la probabilita' di osservare una particella mediante rivelatori
disposti nello spazio e' determinata da un problema di onde (equazione
di Scroedinger, Dirac,...). Tuttavia,
quello che si misura e' SEMPRE una particella, MAI una frazione di particella.
N.B. qui per particella si intende l' insieme delle quantita' osservabili
su cui la teoria e' in grado di fare previsioni (carica, momento,
energia, spin...).

Insomma, quello che va detto chiaramente e' che c'e' una differenza
sostanziale tra la fisica moderna (per moderna indendo da Bacone a oggi
passando per Galilei, Newton, Faraday, Maxwell, Planck, Einstein,
Heisenberg etc. etc.) e la filosofia presocratica ed epigoni: I
presocratici potevano accontentarsi di un' affermazione piu' o meno
soddisfacente o plausibile del tipo "tutto e' aria" "tutto e' fuoco". I
fisici, se non vogliono sconfinare nella metafisica (non e' una
parolaccia, anzi, ma semplicemente non e' piu' fisica), dovrebbero
sempre cercare di ridurre l' estensione delle proprie enunciazioni sulla
realta' all' ambito delle affermazioni quantitativamente predittive e
verificabili sperimentalmente.

Giorgio Pastore
Received on Thu May 27 1999 - 00:00:00 CEST

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