Proiettili.

From: Mauro D'Uffizi <aduffiz_at_tin.it>
Date: 1999/06/03

Questa sar� l'ultima volta che provo a parlare di relativit�.
Devo dire che sono sconcertato per l'impossibilit� reciproca di comprensione
che ho trovato finora.
Quando si parla di relativit� sarebbe bene sempre cercare di chiarire al
massimo i concetti di simultaneit� e di riferimento, ed il modo in cui si
effettuano le misure, e per questo voglio provare a proporre un ultimo
quesito.

L'esperimento ideale che propongo potrebbe anche essere realizzabile per
velocit� inferiori a quella che ho scelto, 0.85 "c",pari a 255.000 Km/s, per
comodit� di calcolo. E' la velocit� a cui dimezzano le lunghezze secondo
Einstein.

Immaginiamo di sparare a tale velocit� un proiettile, disponiamo subito dopo
il cannone una cellula fotoelettrica la cui luce venga coperta dal
proiettile al passaggio, una seconda a 255 metri, una terza dopo altri 255
metri e cos� via.
Tra le varie cellule disponiamo dei rilevatori di coincidenza, e vicino ad
esse degli orologi.

Per sapere che il proiettile viaggia realmente a 0.85 c controller� che dopo
un nanosecondo dalla reazione della prima cellula fotoelettrica reagisca la
seconda e cos� via.
Decido poi di sparare un altro proiettile alla stessa velocit� del primo e
ad un nanosecondo di distanza.

A questo punto, se non ho sbagliato nulla dovrei avere due proiettili che si
muovono nella stessa direzione a 255 metri di distanza e dovrei avere la
reazione successiva di tutti i contatori di coincidenza.
Se non fosse cos� dedurrei che i proiettili non viaggiano alla velocit�
giusta o non hanno il giusto intervallo temporale.Quindi riaggiusterei il
sistema fino ad ottenere questo.
Fin qui ho utilizzato il mio solo ed unico sistema di riferimento, e non
vedo come si possa considerare sbagliata questa premessa.
I proiettili sono stati sparati a 255.000 Km/s, con l'intervallo di 1 ns, e
viaggiano alla distanza di 255 m.

Distanza e tempo vengono confermati dagli orologi nel mio sistema e dai
contatori di coincidenze, pure nel mio sistema, la distanza tra le cellule
fotoelettriche dalla misurazione metrica pure nel mio sistema.

Se ho capito per� almeno le intenzioni della teoria della relativit� di
Einstein, io adesso dovrei misurare una distanza tra i due proiettili pari a
122,5 m, in quanto il segmento di spazio tra i due si � contratto per via
della velocit�.
Come? Quando? E perch�?

Se riuscite a spiegarmelo in parole comprensibili vi prego di farlo, se
intendete invece ripropormi le trasformate di Lorentz, potete pure
astenervi.

Per concludere sulla relativit� debbo aggiungere delle ulteriori
considerazioni epistemologiche.
La relativit� ristretta, e poi quella generale, nascono, a detta di Einstein
dal bisogno di conciliare la relativit� di Galileo, col risultato
sperimentale della costanza di "c" rispetto a qualsiasi sistema di
riferimento, prima inerziale e poi anche accelerato.
I miei dubbi nascono invece dal fatto che il risultato sperimentale della
costanza di "c" non mi sembra per niente assodato, e tanto meno mi sembra
potesse essere considerato tale al tempo in cui Einstein trasse queste
conclusioni.
Ad ogni modo la soluzione proposta da Einstein fu di utilizzare un sistema
di equazioni invarianti rispetto a questi due presupposti in maniera di
conciliare il diavolo e l'acqua santa.
L'uso di tale strategia a me ripugnerebbe anche qualora portasse alle pi�
grandi scoperte immaginabili, proprio perch� introduce un metodo scientifico
rinunciatario della ricerca della verit�, limitandosi a far tornare i conti,
e dovrebbe ancor pi� ripugnare ai fisici che in questo modo regalano ai
matematici la loro disciplina.
Per quanto riguarda le mie contestazioni ai paradossi introdotti dalla
relativit�, non sono tanto sciocco da pretendere che i matematici abbiano
sbagliato i conti, se le equazioni sono invarianti, debbono esserlo e basta.
Piuttosto sono convinto che proprio perch� il diavolo e l'acqua santa non
sono conciliabili, dietro una formale congruit� matematica, contengano
un'assoluta non corrispondenza con la realt�, che balza evidente in tali
paradossi.
Sono inoltre convinto che chi sostiene di capire e ritenere giusta la
relativit�, abbia si compreso l'uso di un sistema (se non sbaglio) a dieci
tensori, ma solo l'uso matematico, e che quando poi scende nella realt� non
sappia esattamente cosa quelle equazioni intendano, e che le previsioni
teoriche che si affermano derivare da queste, siano tra le pi� opinabili che
mai siano state introdotte in una materia scientifica.

A questo proposito cito un aneddoto ascoltato qualche giorno fa.
Uno scienziato del secolo scorso dimostr� con assoluta certezza matematica
che un corpo pi� pesante dell'aria non avrebbe mai potuto volare, e tutto
questo poco prima che due meccanici inventassero l'aeroplano.

Ciao, Mauro.
Received on Thu Jun 03 1999 - 00:00:00 CEST

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