Re: il paradosso dei due gemelli (seconda)

From: Pipitone Esp. Claudio <athanor_at_x-xtin.it>
Date: 1999/05/19

In data 18 May 1999 16:10:36 +0200, Mauro D'Uffizi ha scritto sul
newsgroup it.scienza.fisica:

-----omissis----
>Quindi abbiamo una nuova posizione.
>Mentre Einstein deducendo (anche se impropriamente) dall'esperimento di
>Michelson e Molrey la costanza della velocit� della luce rispetto a
>qualsiasi riferimento,
>da questo deduce che la velocit� della luce non possa essere superata,
>tu ammetti che le velocit� superluminali godano della propriet� di essere
>costanti rispetto a qualsiasi riferimento.

Non intendevo dire questo; la mia considerazione si riferisce ad una
singolarita', puramente matematica e geometrica, che mi e' capitato di
osservare quasi per caso facendo delle prove di calcolo e che ho
segnalato come tale e cioe' una singolarita' puramente teorica che si
verifica abbandonando ogni postulato relativistico ad eccezione della
costanza della velocita' e dell'indipendenza dal sistema di
riferimento sia della luce e sia di eventuali particelle
superluminari...
Mi e' parsa una cosa curiosa, che ho voluto segnalare casomai qualcuno
fornito di maggiore dimestichezza di me con le possibilita' puramente
teoriche, ravvisasse in tale possibilita' matematica un qualche
significato (ci sono ad esempio le teorie tachioniche di tipo
puramente teorico...), ma dalla quale non traggo personalmente alcuna
conclusione se non quella che il paradosso si banalizza anche restando
nell'ambito dei concetti classici della fisica e cessa di essere tale.

>E tutto ci� per superare il paradosso dei due gemelli, che nel caso si
>ammettessero le velocit� superluminali non avrebbe senso, in quanto il
>rallentamento del tempo � basato proprio sull'insuperabilit� di "c".

Forse sono stato frainteso; personalmente non ho alcun specifico
interesse ricercare soluzioni o tentare di superare il paradosso dei
gemelli nell'ambito spaziotemporale e quindi non farei mai una
forzatura in tale direzione.

Il mio eventuale impegno nel campo della fisica e' invece molto
specifico e volto semmai a promuovere l'abbandono dell'uso della
dimensione temporale, in quanto a mio parere essa costituisce un
errore concettuale, potendosi dimostrare che si puo' far perfettamente
a meno di essa e quindi che essa e' una dimensione fittizia e
perfettamente inutile, se non anche causa di errori e di distorsioni
del significato dei fenomeni e degli eventi naturali.
Questa si', e' una posizione tutta mia, ben precisa, che eventualmente
ti concedo di imputarmi, ma non altre posizioni come quella a cui hai
accennato in apertura del tuo messaggio; ribadisco di non avere alcuna
mia posizione personale particolare nell'ambito della fisica
convenzionale, dal momento che essa utilizza il continuum
spaziotemporale che io invece ritengo costituire un grave errore
concettuale.

>Tieni presente che uno dei cavalli di battaglia dei relativisti per
>dimostrare il rallentamento del tempo � basato sul fatto che altrimenti il
>mesone pi-greco, che ha un tempo di dimezzamento dell'ordine del
>microsecondo e che viene generato nella stratosfera, non potendo superare la
>velocit� della luce, non farebbe a tempo ad arrivare a terra.
>
>Boh.

Hai ragione a dire "boh" e ti chiedo scusa per averti
involontariamente indotto in equivoco.
Non voglio neppure entrare nel merito alla questione "mesone pi-greco"
che fra l'altro non conosco se non per affermazioni riportate da
altri; io ho gia' compiuto la mia scelta (secondo me ad un certo punto
della vita, quando si hanno dei dubbi, si deve scegliere!) e siccome
non lavoro nel campo della fisica e non ho dovuto prendere questo tipo
di decisioni in subordine ad una carriera lavorativa ma esclusivamente
secondo scienza e (mia) coscienza, ho potuto permettermi il lusso di
prendere una posizione forse anche scomoda e certamente non ossequiosa
dell'ortodossia della fisica convenzionale corrente, ma che mi
soddisfa sotto ogni punto di vista: innanzi tutto quello cosmogonico e
filosofico e poi quello matematico, avendo trovato una soluzione che
consente di ridurre di un ordine l'indeterminazione di tutti i calcoli
che utilizzano il calcolo differenziale e che consente di compendiare
in un'unico diagramma anche l'espressione della potenza e del lavoro.

Se quindi vuoi dire che abbiamo una nuova posizione, si' questo e'
vero e me ne assumo tutta la responsabilita', ma questa nuova
posizione si intende esclusivamente riferita al mio "continuum delle
accellerazioni" (con la doppia elle per distinguere la mia A=dV/dS
dll'accelerazione convenzionale A=d2S/dT2) cosi' come ne ho enunciato
i principi fondamentali nella mia home-page.
Se hai voglia di darci un'occhiata clicca qui:
http://space.tin.it/internet/0pipiton/tempo.htm
Ciao.

Claudio Pipitone
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Received on Wed May 19 1999 - 00:00:00 CEST

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