Giorgio Pastore ha scritto:
> ok su tutto. Però alla fine mi ritrovo con un dubbio fondamentale:
Mi accorgo che non avevo ancora risposto a questo post.
Per fortuna questioni del genere non invecchiano...
> esiste un sistema di riferimento (sdr) rotante o va preso come un
> semplice sistema di coordinate ausiliario in un sdr non-rotante?
> Naturalmente per rispondere occorre esplicitare la definizione di sdr
> che si vuole utilizzare.
>
> Se utilizzo la def di sdr che dai nel Q16 (e che condivido) "un
> ambiente, un laboratorio, quindi un *oggetto fisico reale*,
> materiale,..." vado immediatamente in difficoltà , se cerco di
> applicare la definizione a un sdr rotante di estensione arbitraria.
> Quindi solo un SC? Localmente un sdr ma globalmente un SC? e dove si
> mette il confine? Confesso che il caso della rotazione mi mette in
> difficoltà direttamente sul concetto di sdr. E direi che la
> difficoltà nasce dalla estendibilità indefinita del sdr.
Certo il problema esiste.
Ho tentato di dare una risposta il 26/4 alle 12:13. Ricopio da quel
post il brano rilevante.
> Ma proviamo a calcolare per quale valore di r un rif. solidale alla
> Terra rotante raggiungereppe una vel. periferica pari a c.
> La vel. angolare della Terra è
> w = 2pi/86164 = 7.3x10^(-5) rad/s.
> Quindi
> r = c/w = 4x10^12 m = 27 UA.
> Già Nettuno è più distante, e non parliamo delle stelle...
> Tuttavia gli astronomi usano da millenni questo rif., misurando per
> es. l'angolo orario, che è l'angolo tra il piano del meridiano e il
> piano che passa per l'asse terrestre e per l'oggetto in
> osservazione.
> Lo strumento dei passaggi è stato inventato per determinare
> l'istante in cui un oggetto celeste attraversa il piano del
> meridiano locale, ecc.
> Quindi il rif. rotante è in uso corrente per oggetti molto molto più
> lontani della supposta distanza limite.
Giorgio:
> Ma abbiamo veramente bisogno di un laboratorio esteso all'infinito?
> Non mi risulta che ne abbiamo neanche per i normali sistemi
> inerziali (non rotanti). Facciamo misure dirette nella zona
> accessibile ma passiamo a quelle indirette (basate quindi su
> assunzioni o convezioni) al di fuori.
Purtroppo non mi è chiara la distinzione tra misure dirette e
indirette.
Sarei portato a credere che le misure indirette siano ben poche...
> Questo permetterebbe di parlare ancora di sdr (rotanti e non)? Posso
> anche continuare a pensare che localmente (dappertutto) ci sia un
> altro laboratorio dove un altro fisico può fare gli stessi
> esperimenti che faccio io e comunicarmeli.
Ma questo non basta. Posso aver bisogno di misurare *io* qualcosa che
succede molto lontano.
Per es. voglio vedere come un oggetto lontano si muove rispetto a me.
> Tuttavia il caso delle rotazioni crea un'asimmetria tra osservatori
> che non esiste nel caso delle traslazioni: le misure indirette di
> oggetti lontani, nel caso di un sdr rotante danno velocità
> relativistiche o anche superluminali.
Beh certo, questo è il problema.
Però se ne potrebbe uscire semplicemente dicendo che il divieto di
superare la velocità della luce vale solo in un rif. inerziale.
Ritorna sempre la solita questione: che cosa sappiamo delle leggi
della fisica in un rif. rotante?
Non mi pare si possa semplicisticamente pretendere che siano uguali a
quelle dei rif. inerziali.
Solo per fare un esempio che spero chiaro: in un rif. rotante la
propagazione della luce *non è reversibile*.
--
Elio Fabri
Received on Mon May 08 2023 - 11:35:40 CEST