Antonio Iovane ha scritto nel messaggio <36f9680a.8211158_at_news.tin.it>...
>Qualunque sia l' angolo con cui il segnale giunge alle due antenne,
>non puo' questo costituire un metodo indiretto di misura della
>velocita';
Non della velocita', ma della lunghezza d'onda.
Visto che l'onda elettromagnetica ricevuta e' trasdotta in un segnale
elettrico sulla cui frequenza e' poi accordato il ricevitore (il quale
discrimina dunque la frequenza e non la lunghezza d'onda), se c variasse, a
diverse velocita' di propagazione corrisponderebbero lunghezze d'onda
diverse (essendo f = c/lambda). E quindi, differenti ritardi di fase tra i
ricevitori, per una data sorgente.
P. es. , per una divverenza di distanza tra le antennedi 150.000 km e
frequenza del segnale di 1 Hz, i due ricevitori rieverebbero il segnale
esattamente in controfase (sfasato di 180 gradi).
Una variazione di c (e quindi, di lambda) del 10%, comporterebbe una
variazione della fase relativa di 18 gradi, che verrebbe interpretata come
una diversa differenza di distanza (e, quindi, di angolo)
>..il segnale verso la seconda antenna possa accumulare un
>apprezzabile sfasamento dovuto al fatto che in questo maggior tragitto
>sta continuando ad accelerare (mentre all' altra antenna era gia'
>arrivato).
Ehi, attenzione.
Il segnale e' sfasato a prescindere dall'accelerazione. Se misuro il vettore
campo elettrico in due punti a differenti distanze dalla sorgente, vedro'
due fasi diverse. Per esempio, una distanza di lambda/2 mi fa leggere due
segnali in opposizione di fase
Renato Croci
Roma-Italy
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Received on Mon Mar 29 1999 - 00:00:00 CEST