Antonio Iovane ha scritto nel messaggio <36eed411.6816027_at_news.tin.it>...
>prendiamo ad esempio un radiosegnale di lambda = 13 mm, per
>comodita'; tale segnale, se accelerato di quanto ipotizzato,
>accumulera' uno sfasamento di 360 gradi rispetto ad un pari
>segnale non accelerato dopo aver percorso un tragitto di 10000
>miliardi di Km.; se le due antenne sono sensibilmente piu' vicine,
>lo sfasamento sara' sensibilmente basso.
>Ma forse non volevi dire solo questo.
In effetti, forse per la fretta non mi sono spiegato adeguatamente.
Un segnale, emesso da un punto equidistante da due osservatori, verra'
ricevuto da essi esattamente con la stessa fase (nel caso di una sorgente a
distanze astronomiche, vuol dire che sta in direzione perpendicolare alla
congiungente tra i due).
Se e' spostata, anche di poco, da tale perpendicolare, la fase del segnale
ricevuto da uno dei due sara' in ritardo rispetto all'altro. Dalla
differenza di fase e' possibile ricavale quindi l'angolo di incidenza (non
sono un radioastronomo - e gli unici interferometri su cui ho lavorato
avevano le antenne spostate di quache decina di metri al massimo - ma mi
aspetto risoluzioni dell'ordine dei millisecondi d'arco a 1 GHz).
Nota che i ricevitori sono sintonizzati su una specifica frequenza, da cui,
nota c (!) si possono calcolare le ralative lunghezze d'onda: e, per una
data configurazione geometrica, per ogni lambda si puo' determinare
l'angolo a partire dalla differenza di fase dei segnali ricevuti.
Se c variasse, per una data frequenza la relazione tra fase ed angolo
varierebbe, portando a un'errore di posizione angolare che dovrebbe
risultare evidente almeno in confronto con le osservazioni ottiche, se il
delta-c/c non e' trascurabile.
>Mi hai fatto venire la curiosita' di sapere come vengono sincronizzati
>rispetto alla fase due radiotelescopi lontani. Esiste qualche testo
>che puoi segnalarmi?
Sorry, no. Anche se mi vengono in mente un paio di sistemi che _potrebbero_
essere utilizzati allo scopo, non ho idea di come si faccia effettivamente.
Penso che in questo campo Gianni sia molto piu' qualificato di me per
rispondere, per cui gli giro la domanda ;-)
Mi permetto una aggiunta, anche se la domanda non era rivolta a me:
>Per PAOLO:
>
>Non so se la permeabilita' magnetica e la costante dielettrica del
>vuoto consentano di per se' di calcolare la velocita' di propagazione
>di un' onda elettromagnetica. Non e' che la legge e' stata ricavata
>tenendo presente che la velocita' e' quella canonica?
Mi risulta si ricavi direttamente dalle equazioni di Maxwell.
ciao e buone speculazioni teoriche! ;-))
Renato Croci
Roma-Italy
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Received on Wed Mar 24 1999 - 00:00:00 CET