Re: Cosa c' era prima del Big Bang ?

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Sat, 29 May 2010 21:19:57 +0200

Soviet_Mario ha scritto:
> No, perch� prive di senso. Son domande lecite. Che interessino o meno
> lo trovo soggettivo. E che poi il FINE non sia oggetto delle scienze
> okay, posso condividerlo, ma non equivale a dire che non debba
> interessare a nessuno se c'� un fine dietro.
Insisto: per me e' privo di senso.
Su questo sono un neopositivista radicale (solo su questo, pero').
L'origine di simili domande sta in un equivoco filosofico/linguistico.
La frase "perche' esiste qualcosa anziche' il nulla" l'ho definita
sintatticamente corretta perche' e' costruita sullo stesso schema
sintattico di altre perfettamente sensate.
Esempio: "perche' cadono i sassi, anziche' i palloncini?"
Il nostro cervello e' fatto cosi': la capacita' di generalizzare ci
porta a trasferire schemi linguistici da un contesto all'altro,
talvolta senza accorgersi che cosi' si perde il senso.

Naturalmente so benissimo che per es. la poesia si regge moltissimo
proprio su simili giochi, e non intendo disprezzarla.
Ma non bisogna neppure dare a simili costruzioni un valore che non
hanno: addirittura definirle "grandi domande", o come dice Heidegger
"la domanda fondamentale della metafisica".
Poggiandomi sull'autorita' di Hume, potre dire "peggio per la
metafisica".

Per la verita', Hume invitava addirittura a dare alle fiamme libri che
parlassero solo di quelle cose:
"Se prendiamo in mano qualche volume, per esempio un libro sulla
divinita' o un testo di metafisica, chiediamoci: contiene ragionamenti
che riguardano la quantita' o il numero? Contiene ragionamenti
sperimentali che riguardano i dati fattuali e ci� che esiste? No.
Allora diamolo alle fiamme, perche' non contiene altro che sofismi e
illusioni."
Non arrivero' a questo punto, ma certo fin dai tempi de liceo le mie
simpatie sono sempre andate a Locke e Hume contro Cartesio e Leibniz.

Un altro elemento liguistico della "domanda fondamentale" e; la
sostituzione, a parole designanti oggetti concreti, di pronomi
indefiniti sostantivati, come "il nulla".
Ma su questo non saprei farmeglio di Carnap, con la sua magistrale
analisi di un brano appunto di Heidegger, in cui si legge "il nulla
nullifica" (das Nichts vernichtet).
Percio' non concordo con te. Accettare il senso di simili domande e'
un grave errore filosofico.

In una precedente risposta a dumbo l'ho definita segno di scarsa
maturita' intellettuale, cosa di cui dumbo (giustamente) si e' un po'
risentito.
Il termine "maturita' intellettuale" era scelto male, ma non ritiro la
sostanza del giudizio: chi difende la sensatezza di simili domande e'
preda di un equivoco filosofico.
E considerata la forte attrazione che quei giochi di parole
esercitano, talvolta il loro uso e la loro diffusione non sono
innocenti.
Chiaro che non alludo a dumbo, ma a molti personaggi che ci
circondano: signori con tonache bianche o purpuree, ma anche
"scrittori" di successo, opinionisti TV, e chi piu' ne piu' ne metta.
     

-- 
Elio Fabri
Received on Sat May 29 2010 - 21:19:57 CEST

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