Idea balzana su Godel

From: A.L.I.E.N. <rigel_at_col.it>
Date: 1998/10/29

Elio Fabbri scrive :
>
> Venendo alla sostanza di quello che dici, non sono troppo d'accordo,
> anche se riconosco che (purtroppo) e' un punto di vista oggi molto
> diffuso.
> Sostenere che un algoritmo e' piu' potente di un procedimento analitico
> mi sembra una visione molto parziale della fisica, e spec. della fisica
> teorica.

Per ora siamo sulle generali.
 
> Qualche esempio elementare spieghera' che cosa ho in mente.
> Potresti capire a forza di soli algoritmi (o peggio di calcoli numerici)
> le condizioni sotto le quali in un sistema meccanico si conserva
> l'energia, il momento angolare, e simili?
> Riusciresti a collegare queste leggi di conservazione a proprieta' di
> simmetria (invarianza per opportune trasfromazioni) del sistema?

Bene , qui siamo al punto .
E' vero quello che dici e tutto sommato e' anche un po'
frustrante usare strumenti potenti senza riuscire a
capire completamente come fanno quello che fanno
nel dettaglio, durante la soluzione di un problema .
Mi riferisco in particolare ad una classe di algoritmi
che serve per "modellare" fenomeni attraverso reti
neurali .
Ho scritto "modellare" che secondo me (e mi sembra anche
secondo te , dalla distinzione che fai piu' avanti tra
teorie e modelli) e' un po' diverso da capire .

>
> Lo stesso vale fuori della fisica.
> Qualche giorno fa in un altro NG c'era un post di qualcuno che per
> convincersi che tutti i numeri primi >3, danno resto 1 o 5 se divisi per
> 6, ha sentito il bisogno di usare Mathematica per generare i primi 5000
> primi, e ha verificato che era proprio cosi': solo dopo ha cercato una
> dimostrazione.
>
> In conclusione, voglio dire che gli algoritmi non potranno farti capire
> un sacco di cose, almeno fin quando non si riuscira' a elaborarli allo
> stesso modo in cui sappiamo elaborare le formule.

Su questo sono d'accordo , elaborare analiticamente
o giungere ad una dimostrazione e' un procedimento
che ci coinvolge passo passo.
Usare un algoritmo del tipo suddetto (ma vi sono anche
altre tipologie) e' come lasciare ad un altro il compito
di eseguire il nostro lavoro .
Anche se si puo' essere ragionevolmente certi o
fiduciosi del risultato , perdiamo i particolari
che ci consentirebbero di "capire compiutamente" .
Pero' i risultati ci sono ed il modello , ancorche'
implicito funziona , in questo senso ho inteso
"l' efficienza" nel mio post precedente.

> Detto in altre parole, la distinzione e' quella che io tengo a fare fra
> "modelli" e "teorie". Credo che ora la differenza sia abbastanza chiara.

Okey
 
> > Dal mio mondo si vede una bellissima gigante rossa
> Puo' darsi, ma sicuramente non e' Rigel, che ha classe spettrale B8 :-)

Va bene , mi hai "cucato" , sono costretto ad
eliminare la scritta incriminata .


P.S.1 : Visto che i miei post su questo
argomento sono stati generati dalla
lettura della tua pagina WEB , che
ne pensi del rimanente contenuto?
(e' del tutto balzano o no ?)

P.S.2 : ho cercato di accorciare le righe
del mio post , spero che serva .


Ciao

                    A.L.I.E.N

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Received on Thu Oct 29 1998 - 00:00:00 CET

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