Re: Domanda sulla Relatività Ristretta

From: Dino Bruniera <dino.bruniera_at_gmail.com>
Date: Sat, 1 Jul 2023 12:47:02 -0700 (PDT)

Il giorno sabato 1 luglio 2023 alle 14:50:04 UTC+2 Giorgio Pastore ha scritto:
> Il 01/07/23 12:33, Dino Bruniera ha scritto:
> ...

> > Ho riportato quanto ho ritenuto sufficiente per dimostrare ad Alberto Rasà che Einstein aveva cambiato idea sulla non esistenza del mezzo nel quale si manifestano le onde elettromagnetiche.
> Penso che tu non abbia capito quanto scritto da Einstein.

cut

> >

> > La mia fonte sul cambiamento dell'opinione di Einstein sull'esistenza di un mezzo, è il libro di Ludwik Kostro "Einstein e l'etere", nel quale non ho trovato la frase da te esposta.
> > Comunque ero a conoscenza di questa opinione di Einstein, anche se non sapevo che facesse parte del manoscritto di Morgan.
> >
> Anche nello scritto di Kostro la questione è posta in termini chiari:
> quello che E. chiama etere negli scritti del 20, di pochi anni prima e
> fino alla fine della sua attività è cosa diversa dall' etere di Lorentz,
> che a sua volta era abbissalmente diverso da quello di Maxwell, che è
> l'unico corrispondente alla nozione di "mezzo materiale in cui si
> propagano le onde e.m..
> Usare lo stesso nome senza distinguo serve a far
> confusione o a cercare far passare per pensiero di E. quello che non lo è.



Tu parli come se nelle mie affermazioni io avessi usato il termine "etere", mentre ho usato il termine "mezzo", che quindi vale per tutte le tipologie di etere da te considerate e, quindi, anche per quella di Einstein. Il termine "etere" è presente solo per riportare fedelmente le affermazioni di Einstein.

> > Se tu non vuoi chiamarlo mezzo, libero di farlo.
> > Ma evidentemente non è quello che pensava Einstein.
> Chiunque legga Einstein o anche Kostro può verificare cosa pensava.
>
Sono d'accordo, naturalmente sul termine "mezzo", non "etere" o "spazio".

>
> ....
> ....

> > Dopo di allora almeno non sono a conoscenza di fisici Nobel, che abbiano sostenuto che le onde elettromagnetiche non hanno bisogno di un mezzo per manifestarsi.
> Hai letto l'opera omnia di tutti i premi Nobel in Fisica? Io no. Però
> posso riportarti le parole di Feynman nelle sue "Lectures"
>
> "
> So perhaps we should put the question: Can we represent the electric
> field by something more like a temperature, say like the displacement of
> a piece of jello? Suppose that we were to begin by imagining that the
> world was filled with thin jello and that the fields represented some
> distortion�€"say a stretching or twisting�€"of the jello. Then we could
> visualize the field. After we “see” what it is like we could abstract
> the jello away. For many years that’s what people tried to do. Maxwell,
> Ampère, Faraday, and others tried to understand electromagnetism this
> way. (Sometimes they called the abstract jello “ether.”) But it turned
> out that the attempt to imagine the electromagnetic field in that way
> was really standing in the way of progress.
> ..."
>
> ( da https://www.feynmanlectures.caltech.edu/II_20.html )
>
> Quindi, c'è stato almeno un premio Nobel che ha sostenuto che immaginare
> il campo elettromagnetico come distorsione di un mezzo (jello o etere
> che lo si voglia chiamare) sia stato un *ostacolo al progresso*.
>

E' vero.
Quindi hai ragione tu.
Però io resto della mia convinzione sull'esistenza del "mezzo".
Feynman mi ha un po' deluso, in quanto ha accettato la possibilità dell'azione a distanza.
In verità io pensavo che nessun fisico avesse smentito quanto affermato da Einstein in persona.
Infatti ecco cosa ha invece detto Einstein:


"... non potremo fare a meno dell'etere, cioè di un continuo fornito di proprietà fisiche; perché la teoria della relatività generale, i cui punti di vista generali i fisici di certo terranno sempre ben fermi, esclude un'azione a distanza diretta. Ma ogni teoria di azione per contatto presuppone dei campi continui, dunque anche l'esistenza di un "etere" (o "mezzo").

Ma anche Newton ha affermato una cosa simile, e cioè:


“Che un corpo possa agire a distanza su un altro attraverso il vuoto, senza la mediazione di qualcosa che possa trasmettere questa azione dall’uno all’altro corpo, è per me un’assurdità talmente grande che per questo motivo ritengo che nessuna persona competente in filosofia possa accettare una tale opinione”.

Invece ecco cosa ha scritto Feynman in un altro paragrafo delle sue letture:

1"5 What are the fields?











We now make a few remarks on our way of looking at this subject. You may be saying: “All this business of fluxes and circulations is pretty abstract. There are electric fields at every point in space; then there are these ‘laws.’ But what is actually happening? Why can’t you explain it, for instance, by whatever it is that goes between the charges.” Well, it depends on your prejudices. Many physicists used to say that direct action with nothing in between was inconceivable. (How could they find an idea inconceivable when it had already been conceived?) They would say: “Look, the only forces we know are the direct action of one piece of matter on another. It is impossible that there can be a force with nothing to transmit it.” But what really happens when we study the “direct action” of one piece of matter right against another? We discover that it is not one piece right against the other; they are slightly separated, and there are electrical forces acting on a tiny scale. Thus we find that
we are going to explain so-called direct-contact action in terms of the picture for electrical forces. It is certainly not sensible to try to insist that an electrical force has to look like the old, familiar, muscular push or pull, when it will turn out that the muscular pushes and pulls are going to be interpreted as electrical forces! The only sensible question is what is the most convenient way to look at electrical effects.

Quindi Feynman, almeno a mio parere, non ha cercato la via della verità, ma quella più comoda.

Infatti più avanti scrive:
The best way is to use the abstract field idea. That it is abstract is unfortunate, but necessary.

Ecco il link:
https://www.feynmanlectures.caltech.edu/II_01.html

In pratica, sempre a mio parere, Feynman ha accettato il fenomeno dell'azione a distanza, nel quale, naturalmente, non è necessario un "mezzo".
Che però è un fenomeno impossibile, come hanno affermato sia Einstein che Newton.

> Non penso che ci sia altro da aggiungere. Se un giorno qualcuno troverà
> modo di reintrodurre un nuovo concetto di etere in modo significativo,
> ne prenderemo tutti atto con interesse. Ma non sono operazioni che si
> possono fare con chiacchiere sui NG.


Ti faccio un'altra volta rilevare che io non ho usato il termine "etere", come mi attribuisci sempre tu, ma quello di "mezzo", che è il termine usato da Rasà nella sua critica nei miei confronti e cioè:

"133 anni dopo l'esperimento di Michelson Morley fa quasi tenerezza sentire di qualcuno che ancora ha bisogno del "mezzo di propagazione delle onde elettromagnetiche"".

Dino Bruniera
Received on Sat Jul 01 2023 - 21:47:02 CEST

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