Fisica e lavoro

From: Enzo Berardi <Berardi_at_na.infn.it>
Date: 1998/10/06

a_pecci_at_hotmail.com wrote:

> .....
> Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i 'lettori' di questo newsgroup riguardo alla
> funzionalit� dei dottorati in italia, alla tipologia di lavoro svolta dai
> fisici...
>

E' verissimo cio' che si dice a proposito del fatto che i fisici lavorano, ma non si
dice nulla a proposito del lavoro che fanno. Tuttavia si impongono, a mio modo di
vedere, alcune considerazioni:

1) il non fare il "lavoro per il quale si e' studiato" non e', visto lo stato
disastroso generale della istruzione universitaria (lo dico dall'interno, sono un
ricercatore confermato) una caratteristica negativa. Infatti la preparazione fornita
da un corso di laurea in fisica ha, nella maggior parte dei casi, un carattere
assolutamente generale, e se questo conduce comunque alla "occupazione" cio' non e'
negativo.

2) Esclusi gli enti di ricerca (CNR, INFN, INFM, INO, IEN, ed altri) e l'universita',
non esiste in italia ricerca privata. Nel senso che esistono alcune realta' private
(Centro Ricerche FIAT, Pirelli, e qualcosa altro) che fanno attivita' di ricerca
finalizzata., nonche' qualche Centro di Ricerca semi-privato (a grossa partecipazione
pubblica) che conduce attivita' di ricerca, ma questi occupano una percentuale
risibile se rapportata al numero di ricercatori che opera nell'Universita'. E' inutile
continuare a negarlo: in Italia la produzione e' in mano pr il 90% alle piccole
aziende che non possono e non vogliono fare ricerca. Questa e' una caratteristica
peculiare italiana e non ha paragoni nel resto del mondo industrializzato.

3) La caratteristica PECULIARE del laureato in fisica che gli consente di lavorare in
svariati ambiti e' che SA RISOLVERE PROBLEMI. Il fisico e' l'unico tipo di laureato
italiano che possiede una metodologia standard (il metodo galileiano o scientifico),
inculcatagli a martellate virtuali nel corso di 4-6 anni di corso di studi, che gli
consente di affrontare QUALUNQUE PROBLEMA TECNICO e provare a risolverlo (unitamente
ad una solidissima preparazione di base e, per quello che riguarda gli sperimentali,
una grande rapidita' nell'imparare l'uso della strumentazione). Gli ingegneri,
indipendente dalla loro capacita', non hanno queste caratteristiche (in serie intendo,
poi individualmente il discorso e' diverso) nel proprio bagaglio culturale e questo
chi deve scegliere lo sa benissimo.

enzo berardi
Received on Tue Oct 06 1998 - 00:00:00 CEST

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