fisica subnuclearfe e mistica orientale

From: Valerio Guagnelli Scanzani <valerio_guagnelliscanzani_at_telecomitalia.it>
Date: 1998/09/10

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Bed scrive:

> Comincio con lo scusarmi, primo perch� rispondo ad un messaggio non
> direttamente a me indirizzato, poi perch� la mia prima risposta forse �
> stata un po' dura.

Sono contento che tu mi abbia preso in considerazione, in fondo io non
sono
un fisico e intervenendo in questo NG forse non interesso neanche
(oppure
c'� chi dietro una cattedra non mi considera degno di attenzione
...colpa mia
naturalmente!). Io mi sono gi� scusato per la mia "fretta" e "ignoranza"
e non
intendo ripetermi. Ma ora vediamo di scambiarci opinioni profittevoli,
visto
che io non ci capisco di fisica e tu (mi pare) di filosofia (a proposito
studi o
hai studiato qualcosa?). Hai posto molte questioni di una portata
immensa
alle quali sono chiamato a rispondere (negli angusti limiti delle mie
conoscenze! sigh!). C'� una mancanza di comunicazione tra fisica e
filosofia.
Ti prego ora cerchiamo di lasciare da parte preconcetti e idiosincrasie,
orticarie e malsopportazioni (ne abbiamo entrambi, ma vogliamo capirci?
non
� meglio?).

> Purtroppo quando sento o leggo cosa come il Tao della
> Fisica la mia anima comincia a soffrire d'orticaria. Non ho nulla contro le
> filosofie orientali, anzi, non ho nulla ovviamente contro la fisica
> quantistica o contro qualunque altro pensiero o teoria scientifica. Non
> sopporto invece chi cerca connubi e parallelismi impertinenti: la mia era
> una critica a Capra (che � un fisico!) e non alle filosofie orientali!

Intanto ribadisco che il libro di Capra non � piaciuto neanche a me, ma
per
motivi diversi dai tuoi. e se critichi Capra critichi anche molti altri
fisici che la
pensano come lui o quasi (p.e. Hoppenheimer, Bohr, Heisemberg, ecc.,
Tempo fa ho assistito ad un seminario tenuto da un maestro zen e un
dottorando in fisica, anche lui allora non c'ha capito nulla? O
semplicemente
la pensa in modo diverso da te?). Sembra per� evidente che in fisica non
c'�
accordo pieno e univoco sul modo di interpretare la MQ come su tante
altre
questioni. Siamo cos� arrivati al primo problema filosofico-scientifico:
l'interpretazione e il linguaggio.

> Il fatto � che la fisica quantistica "(mal)parlata" spesso si presta bene a
> facili mistificazioni: nel suo dominio si verificano fenomeni cos�
> inconsueti, "esotici", contrari alla logica comune che viene troppo spesso
> scomodata per spiegare o approvare e verificare qualsiasi altra cosa...

Fisica "mal parlata". Ecco subito una questione filosofica: � possibile
una
scienza che prescinda dal linguaggio? Pensi veramente che un'equazione,
una
formula possa essere autosufficiente? La matematica � uno strumento, ma
non comporta questioni di senso (Goodman). La matematica ci dice il come
e
quanto, non ci dice il CHE, e questo � il senso (Wittgenstein). Per fare
ricerca occorre un metodo, ma che cos'� un metodo (Feyerabend)? La
scienza non esiste senza L'INTERPRETAZIONE. Purtroppo o per fortuna
per tutti per� queste interpretazioni possono non essere univoche (come
la
MQ, gli esperimenti relativi, ecc., ora mi strillerai...). Eppoi ci
sarebbe da
chiedersi: qual'� una fisica BEN parlata? Si pu� parlare bene e male di
una
teoria basata su formule matematiche? E qual'� il criterio per valutare
questa
correttezza? Come si fa a stabilire definitivamente che una proposizione

appropriata alla formula cui si riferisce e un'altra no? e sopratutto
che cos'�
una proposizione sensata? ...

> Capra col suo libro fa torto alla MQ, ma fa certamente un torto pi� grave alle
> filosofie orientali, le quali secondo me NON hanno assolutamente bisogno di
> chiss� quale conferma teorica, "funzionando" benissimo da tempi...

Le dottrine orientali e le somiglianze con la fisica. Tu hai ragione le
dottrine
orientali non necessitano di alcuna giustificazione, anche esse hanno
dalla
loro una certa conferma da "esperimenti" (non universalizzabile per�
perch�
non linguistica), ma "evidenziare" delle possibili simiglianze non
significa
cercare una giustificazione. Connubi e paralellismi non sono
impertinenti, ma
sono la testimonianza del rapporto di somiglianza-dissimiglianza che
appare
in cose molto distanti. Riscontrare una convergenza � cos� delittuoso?
Ti
rigiro la domanda: perch� molti fisici non sopportano questi
parallelismi?
Vogliono mantenere una improbabile purezza della loro disciplina, hanno
paura di fare brutta figura o cosa? Non capisco perch� se un fisico
riscontra
delle similitudini (pur nel rispetto delle indubbie differenze) gli
viene dato
dello stolto, di quello che non ha capito, o che mistifica o (mal)parla?
perch�
questo atteggiamento protezionistico? Che male ci sarebbe se un giorno
scoprissimo alcune uguaglianze? Ci si sentirebbe inferiori? � orgoglio?
Si �
proprio sicuri che l'oriente e l'occidente non abbiano nulla da dirsi
(su queste
questioni)? Non ti sembra aprioristico e dommatico tutto ci�? Io non
escludo
certe possibilit�� (pensa agli interessanti sviluppi determinati negli
ultimi
anni dall'incontro della psicologia occidentale con le dottrine
orientali, sto
scrivendo una tesina sull'argomento. Oddio! Dimenticavo che la
"coscienza"
vi spaventa un po' perch� non potete oggettivarla� eppure esiste!).

> Ecco qui c'� una cosa che non capisco ed alla quale forse mi puoi rispondere: perch�?
> perch� i filosofi cercano o approvano giustificazioni scientifiche ai loro
> pensieri? � questa la crisi del pensiero umanistico? Soggezione? Ma di che?
> Certo esistono scienziati che del loro mistiere ne hanno fatto una
> religione, ed allora sono dei pessimi scienziati, sono arroganti e credono
> di possedere il Verbo, ci sono persone che credono ciecamente in questo
> Verbo...hanno scordato che la Scienza � dubbio, curiosit� e ricerca: una
> teoria scientifica (MQ compresa) � valida fintantoch� non viene spodestata
> da un'altra pi� efficace.

Perch� il filosofo non pu� fare a meno della scienza, tanto quanto lo
scienziato della filosofia. E' questo che non capisco perch� ve ne state
tutti
appartati e arroccati nel vostro regno matematico, a volte con aria di
assoluta
autosufficienza? Perch� questo � quanto traspare. Certo c'� anche
soggezione
tra i filosofi, sconforto per certe scoperte "frustranti" cui hanno
concorso
anche loro stessi autonomamente. E' difficile accettare le sconfitte,
soprattutto quando le si crede tali... Tuttavia non puoi eliminare la
filosofia,
essa entra dappertutto (forse � per questo che a volte disturba). La
ritrovi
ogni volta che incontri il limite di qualcosa, e anche i limiti non li
puoi
eliminare fanno parte integrante di ogni manifastazione umana (anche
della
fisica, o pensa alla cosmologia: � una scienza oppure no?), anzi ne sono
l'essenza.

> Ma ci sono fortunatamente persone che continuano a limare il proprio
> pensiero, a guardare oltre, come Feyman diceva, non solo le implicazioni
> favorevoli di un esperimento o di una teoria ma sopratutto le cose che non
> funzionano, le limitazioni imposte...
> Cos� mi piacerebbe sapere cosa intendi quando dici che non ti interessano i
> contenuti della fisica ma piuttosto "le questioni di ordine metodologico, epistemologico, e in sintesi filosofico"
> perch� sono cose che mi sfuggono...

Spero tu non sia ironico! ... in tal caso peggio per te ;o)). La
filosofia della
scienza tratta di questioni fondamentali! Allora tu parli con un tuo
amico di
fisica per ore presupponendo che quello che dici abbia un senso, giusto?
Ma
qual'� il senso delle proposizioni? Se io dico "sedia" tu capisci il
senso perch�
puoi esperire una sedia! Ma sei ti dico "particella" a quale tua
esperienza
potrai affidarti per donare senso a quella parola (� un esempio
incompleto,
ma predilo cos�, senno qui ci muoio...)? Oppure dove altro interviene la
filosofia? Altro esempio: � ceramente d'aiuto immaginare che esista
qualche
completa, oggettiva e vera spiegazione della natura? O ancora: Lo scopo
della fisica � quello di fornire una base sicura sulla quale costruire
un'unica
visione globale del mondo? E' leggittimo e necessario? Oppure � un
impostazione errata? Perch� tale scopo piace tanto agli scienziati, come
la
metafisica piace tanto ai filosofi? Ora dimmi chi risponde a queste
domande?
Solo una riflessione filosofica pu� tentare di farlo! Queste sono
questioni di
Metodo, di epistemologia, filosofia della scienza. Il fisico si avvale
della
matematica, dell'inferenza, dell'induzione, dell'analogia. Ora, qual'�
il valore
di verit� di questi sistemi di conoscenza? Dico non vorrai credere che
queste
cose non debbono interessare il fisico!? Pensi veramente che quando un
fisico
si mette ad escogitare una nuova teoria lo fa completamente libero da
condizionamenti? ... sostenere queste tesi significa mitizzare la
fisica...

Mi dispiace so di essere stato incompleto, approssimativo e
frammentario,
volevo dare un'idea della vastit� e complessit� dei problemi in campo,
che
spesso vengono invece dati per scontati e pacifici (da qualche fisico, e
anche
da qualche filosofo)... e forse mi sono perso.

Se ti intendi di fisica perch� non mi consigli qualcosa di abbordabile e
non
mistificante, su cui poter acquisire delle conoscenze di fisica
attendibili,
recenti, e (ben)parlate? (io ho letto "la relativit� - esp. divulgativa"
di
Einstein e altri suoi, "introduzione alla fisica atomica" S. Tolansky,
"Relativit�, cosmologia, astrofisica" L.Gratton, "l'infinito" t.Regge,
un libro
di Hawking [che mi ha deluso molto per la gratuit� di certe
affermazioni], e
altri articoli e libretti sparsi).
Se ti interessa posso consigliarti degli ottimi testi di filosofia della
scienza...
ma forse ti stavi burlando di me e gi� li hai letti tutti. ;-))

Valerio.
p.s. la prossima volta fissiamo un argomento in particolare, senn� � la
fine...
e auguri per la tua orticaria (saluti a Fabri)

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Received on Thu Sep 10 1998 - 00:00:00 CEST

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