Ancora sul principio di indeterminazione
Al liceo e in "giro" ho sempre sentito parlare di PRINCIPIO di indeterminazione
di Heisenberg (si scrive cosi?) e tutti come spiegazione a questo principio
portavano come esempio la misura della posizione di un elettrone per mezzo di
un fotone ....
Quest'anno pero' ho seguito un corso di fisica quantistica e una volta
arrivati all'argomento il mio sore se ne esce con la RELAZIONE di
indeterminazione di Heisenberg, specificando che il risultato lo si ottiene
attraverso dei calcoli matematici (dopo e' seguita la doverosa dimostrazione)
Adesso io mi trovo un po' spaesato perche' le due definizioni non mi sembrano
completamente compatibili. In ogni caso do ragione al mio sore perche' la
prima spiegazione mi sembra riduttiva (non puo' funzionare per altri casi).
In piu' nella seconda si parla della varianza di due misure qualunque e non
solamente di posizione e q.d.m.. In piu' il discorso del PRINCIPIO non puo'
neanche essere generalizzato perche' tutto dipende sempre se il commutatore
e' nullo o no; mi spiego meglio: nella versione discorsiva si parla di
posizione e q.d.m., ma questo non puo' essere generalizzato perche se prendo
altre due misure devo cosiderare il commutatore per vedere se sono compatibili
o meglio misurabili senza influenzarsi a vicenda.
Ora chiedo: e' un principio o una relazione di indeterminazione? Se e' una
relazione perche' tutti continuano a chiamarla principio?
Non trovate anche voi che sia un po' riduttiva come spiegazione quella del
fotone e dell'elettrone?
Ciao
Scola
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Received on Wed Aug 26 1998 - 00:00:00 CEST
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