Re: Aiuto per traduzione

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Sat, 25 Mar 2017 21:29:17 +0100

"Elio Fabri" ha scritto nel messaggio
news:eioc92F29t3U2_at_mid.individual.net...

> Finisco con una domanda: come risponderesti a chi affermasse, a proposito
> della vel. one-way:
> "L'autore [che sarei io] sostiene erroneamente che per misurare la
> velocità della luce sia necessario usare due orologi sincronizzati. Nota
> la distanza tra due punti, e supposto lo spazio isotropo, è sufficiente
> l'uso di un solo orologio che misuri la durata del viaggio di andata e
> ritorno di un lampo di luce di durata idealmente nulla."

riprendo il precedente post scusandomi per il ritardo.

Il punto e' che mi ero impegnato a riportare passi dal libro di Reichenbach
che supportassero quanto dicevo e il libro si e' rivelato un bel mattone.
Certo non agevole per una rapida lettura che possa permettere di estrarre i
passi salienti per la questione in esame.
C'e' poi dell'altro, il libro di cui stiamo parlando, "Filosofia dello
spazio e del tempo" Reichenbach 1928, che Einstein recensisce nello stesso
anno sulla Deutsche Literaturzeitung, viene preceduto 4 anni prima da
"Axiomatization of the theory of relativity" che e' un mattone ancora piu'
pesante. Dico solo che in "Axiomatization" si parla di "light axioms" (se ne
elencano in totale 13), "matter axioms" (6), "other systems" (7 assiomi),
poi ci sono "light definitions" (17 in totale), "Matter definitions" (4),
"other systems" (4 definizioni).
In breve, un testo che necessita di attenta lettura prima di poter dire di
averne colto lo spirito e poterlo quindi citare in maniera corretta.

Quando Einstein, nel 1928, recensisce "Filosofia dello spazio e del tempo"
ha, con ogni probabilita', letto entrambi i libri, e, probabilmente, per una
piena comprensione del secondo, si dovrebbe leggere anche il primo (che
viene ampiamente citato nel secondo).

Tutto questo lunghissimo preambolo per dire che io, non avendo letto
attentamente nessuno dei due libri, non posso dire, con sufficiente grado di
certezza, di citarli correttamente. Cio' nonostante mi permetto ugualmente
di citarli perche', in generale, ritengo di aver colto quale sia lo spirito
della posizione di Reichenbach riguardo i fondamenti della RR. Ritengo di
aver colto tale spirito non, come detto, dalla lettura di questi due libri
di Reichenbach (di certo i lavori piu' importanti da lui scritti riguardo i
fondamenti della RR), ma, principalmente, dalla lettura di altri passi,
genere scritti di altri autori che descrivono la posizione Reichenbach.
Non solo, ritengo di aver colto lo spirito della posizione di Reichenbach
(e, con Reichenbach, io direi che quella sia anche la posizione di Einstein)
al punto da permettermi di correggere lo stesso Reichenbach quando dice cose
a mio avviso sbagliate che pero' non inficiano il cuore della sua posizione.

Passiamo finalmente a citare Reichenbach. Ricordo che il punto e' cercare di
capire cosa Reichenbach vede come "logically arbitrary decree" e cosa
"assumption about the constitution of nature", posto che Einstein, nella sua
recensione, dice
"special care has been taken to ferret out clearly what in the relativistic
definition of simultaneity is a logically arbitrary decree and what in it is
a hypothesis, i.e., an assumption about the constitution of nature."

Nel paragrafo "The principle of the constancy of the velocity of light"
https://www.dropbox.com/s/maizjxn3divx13a/Reichenbach%20-%20The%20Philosophy%20of%20Space%20and%20Time.pdf?dl=0
si legge:

"This principle has two parts.
The first part deals with the _principle of the limiting character of the
velocity of light_. [...] For all physical processes, the velocity of light
has the property of an infinite velocity. In order to accelerate a body to
the velocity of light, an infinite supply of energy would be required, and
it is therefore physically impossible for any object to attain this speed.
[inutile dire che personalmente dissento fortemente con questa "first part",
ma, d'alto canto, gia' Einstein, diversi anni prima, nel 1907, aveva
formulato un teorema (con dimostrazione a mio avviso sbagliata) nel quale
"provava" il "limiting character of the velocity of light". Reichenbach
pero' sbaglia in maniera diversa da Einstein: la velocita' della luce
potrebbe essere superata da segnali che "nascono" superluminali, e non hanno
quindi bisogno di incamerare energia infinita per raggiungere c come se
fossero "nati" a velocita'<c]
[...]
The second part of the light principle can be formulated as the _principle
of the metrical uniqueness of light_. It contains the assertion that the
natural geometry of light rays, the light-geometry, is at once the geometry
of rigid rods and clocks. This statement accounts for Einstein's term "the
principle of constancy of the velocity of light". It states that the
velocity of light is constant even if the space time metric is defined by
means of rods and clocks. Only this formulation makes the principle complete
and clarifies its physical import. It asserts a correspondence between
light- and matter- geometry, a formulation that makes the empirical nature
of the principle obvious. Einstein's terminology, however, may give rise to
misunderstanding. Physics cannot assert that the velocity of light _is_
constant, since the measure of velocity contains an arbitrary element in the
definition of simultaneity. We can only say that the velocity of light _can
be defined_ as constant without leading to contradictions. The "can",
however, contains a far-reacing assertion about physical reality, namely,
the identity of light-geometry and mtter-geometry."

Precedentemente, nel paragrafo "The construction of the space-time metric"
Reichenbach fa tutto un discorso che, per come ho capito, permette, tramite
uso di fasci luminosi e orologi, di definire un riferimento inerziale (se
posti due punti qualsiasi A e B del "sistema" si ha che il tempo che la luce
impiega per fare il percorso ABA e' costante, cioe' non varia nel tempo;
stesso discorso per ACA, CBC, CDC, DBD ecc.) e definisce la distanza secondo
la light-geometry: diciamo che AB=AC se il tempo che la luce impiega per il
percorso ABA e' uguale quello che impiega nel percorso ACA.
Quando poi, nel paragrafo "The principle of the constancy of the velocity of
light", dira' che la light-geometry coincide con la matter-geometry ci
dira' in sostanza, fra l'altro, che se AB=BC nel senso della matter-geometry
(cioe' il regolo AB e' sovrapponibile al regolo AC, pero' non ho
controllato, ma immagino questa sia una delle definizioni della
matter-geometry), allora la luce impieghera', in andata e ritorno, lo stesso
tempo per i percorsi ABA e ACA. Cio' e' come dire che il contenuto fisico
del "principle of the constancy of the velocity of light" concerne la
velocita' di andata e ritorno; il fatto che la velocita' one-way _is_
constant non si puo' affermare in quanto c'e' un elemento arbitrario nella
definizione di simultaneita' (a distanza).

Finisco con la risposta che darei al referee.
Ad esempio citerei uno dei passi visti sopra: "Physics cannot assert that
the velocity of light _is_ constant, since the measure of velocity contains
an arbitrary element in the definition of simultaneity."
Secondo il referee invece la velocita' one-way si potrebbe "misurare"
basandosi sulla "isotropia dello spazio". Ma tale "isotropia", riferita alla
luce, secondo Reichenbach si "puo'" (non "si deve") assumere, ed e'
"arbitrario" assumerla. Il contenuto fisico del II postulato non riguarda
questa isotropia one-way.
E Einstein dice che Reichenbach "ferret out clearly what in the relativistic
definition of simultaneity is a logically arbitrary decree and what in it is
a hypothesis, i.e., an assumption about the constitution of nature" essendo
poi ancora piu' chiaro nel 1924 in "Relativita' esposizione divulgativa":
"That light requires the same time to traverse the path A-M as for the path
B-M [M being the midpoint of the distance AB] is in reality neither a
supposition nor a hypothesis about the physical nature of light, but a
stipulation which I can make of my own free will in order to arrive at a
definition of simultaneity".
Quindi il referee potra' anche ritenere errato quanto da te affermato, ma
dovrebbe, come minimo, riconoscere che la tua affermazione ha
autorevolissimi predecessori.
Poi, tutta la questione di se (ed eventualmente come) la velocita' one-way
della luce sarebbe misurabile in assenza di preventiva assunzione di una
qualche procedura per sincronizzare gli orologi a distanza, corre parallela
a tutto il dibattito sulla convenzionalita' della simultaneita', dibattito
che sarebbe banalmente chiuso (a favore degli anticonvenzionalisti) se si
potesse dire che la tua affermazione (per misurare la velocita' one way sono
necessari orologi sincronizzati) e' banalmente sbagliata per il motivo
riportato dal referee. Ma il dibattito non e' chiuso (vedi, ad es., Jammer
"Concepts of simultaneity" (2006)).

Cioe', nella sostanza, cercherei una maniera gentile per affermare quello
che vorrei affermare e che ti preannunciavo nel precedente post: il referee
sta banalizzando un argomento che, verosimilmente, non conosce.

> Elio Fabri

Ciao,
--
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire) 
Received on Sat Mar 25 2017 - 21:29:17 CET

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