Herbie ha scritto:
> Un oggetto che provenga dal Giappone e che abbia ricevuto in qualche
> modo radiazioni da Fukushima, quali raggi dovrebbe emettere?
Vedo che hai un'idea del tutto erronea e purtroppo assai comune su come
funziona la radioattività.
Come tanti, credi che sia qualcosa di "contagioso". E purtroppo il
linguggio spinge in questa direzione, per es. quando si parla di
"contaminazione".
Cone se fosse una specie di peste, che uno si prende entrando in
contatto con un appestato, e poi a sua volta la può trasmettere ad
altri :-(
Non è affatto così.
Solo in casi rarissimi, di esposizioni massicce a materiali
radioattivi, può accadere di assorbirne direttamente (i mnateriali,
non la radiazione emessa).
Nella quasi totalità delle situazioni, quello che succede è una cosa
diversa.
Se ti trovi in prossimità di una sostanza radioattiva, quello che tu
ricevi sono le "radiazioni" emesse.
La parola "radiazioni" è vaga e misteriosa, e sarebbe meglio non
usarla.
A seconda dei casi, potranno arrivarti addosso:
1) Particelle alfa, ossia atomi di elio senza i due elettroni:
particelle cariche e di massa significativa (alla scala atomica, si
capisce).
Come hai già letto, le part. alfa sono le meno pericolose, perché
difficilmente riescono ad attraversare anche strati modesti di aria, a
maggior ragione una stoffa o altro che ti copra la pelle.
In pratica l'unico caso in cui possono essere pericolose è quando ti
trovi a respirare una polvere radioattiva alfa: allora ti entrano nei
polmoni e ci restano, facendo danni.
E' il caso del famoso uranio impoverito, di cui forse avrai sentito
parlare...
2) Elettroni. Anche queste sono particelle cariche, molto più leggere
delle alfa (circa 7000 volte).
Riescono a penetrare un po' di più, ma non sono tanto pericolose
neppure queste.
3) Fotoni (in questo contesto chiamati "raggi gamma"). Questi non
hanno carica elettrica e quindi penetrano più a fondo. Possono perciò
produrre danni anche a organi interni.
Naturalmente quando parlo di danni devi sempre tener presente che
tutto dipende dalla quantità di particelle assorbite, e questa dipende
(oltre che dal tipo di particelle) dall'intensità della sorgente e dal
tempo di esposizione.
Ma vediamo un po' che cosa sono questi "danni".
In pratica si tratta sempre di un unico effetto, chiamato
"ionizzazione".
Queste particelle strappano elettroni agli atomi che costituiscono il
tuo corpo. sempre in piccolissima quantità sul totale, ma possono
avere effetti dannosi: perché?
Perché gli atomi "ionizzati" diventano capaci di reazioni chimiche
"anomale", che possono poartare a verie conseguensze, in dipendenza
dalla dose assorbita.
Nel caso minimo, le cellule hanno meccanismi riparatori, per cui i
danni vengono corretti e non ci sono conseguenze.
In casi peggiori si possono avere malori più o meno intensi, che a
seconda della gravità possono guarire oppure essere fatali, per es.
attraverso la formazione di tumori maligni.
Sono anche possibili danni *genetici* se le cellule colpite sono quelle
germinali (ovuli, spermatozoi). In tal caso sono possibili
*mutazioni*, con diversi esiti: embrioni che non sopravvivono, nati
con malformazioni più o meno gravi...
A questo punto mi prende un rimorso di coscienza, perché so che dire
queste cose a persone inesperte produce facilmente una paura
incontrollata.
(Tra l'altro, io non sono affatto un "esperto": sono semplicemente un
fisico che in quanto tale conosce alcuni meccanismi di base. Ho
inoltre un'educazione scientifica, che mi permette di pensare a questi
argomenti in modo più razionale.)
La parola chiave in tutto il discorso è "possibile".
Non c'è niente di certo, salvo nei casi estremi.
Non è affatto detto che qualunque esposizione a materiale radioattivo
debba produrre chissà che conseguenze, e di fatto, a meno di non
trovarsi nei pressi di un'esplosione nucleare o di una centrale che si
danneggia gravemente (Chernobyl molto più di Fukushima) non ha senso
vivere nella paura.
Anche perchè l'esposizione a radiazioni è un fatto più o meno
naturale, per es. da rocce vulcaniche. E non tutti quelli che vivono
in quelle zone si ammalano, neppure più degli altri.
E' tutta questione di dose...
Senza contare che ci sono un'infinità di usi e abitudini assai più
dannosi di un'eventuale esposizione a radioattività, e alle quali non
si bada affatto; anche perché altrimenti non si vivrebbe più,
psicologiamente, intendo.
Non ti faccio esempi, sia perché di sicuro li conosci, sia perché non
voglio fare dello psicoterrorismo. Sono fin troppi quelli che ne
fanno :-(
Spero almeno di aver chiarito che la radioattività *non si attacca*;
che nelle condizioni normali di vita non è cosa di cui ci si debba
angosciare. Solo tenersi un po' informati e usare alcune precauzioni.
Non girare completamente coperti e con mascherine su bocca e naso,
però :-)
--
Elio Fabri
Received on Sat Jun 03 2017 - 22:24:03 CEST