Re: [Fisica medica] frequenza delle onde cerebrali
On Sat, 04 Mar 2017 21:49:08 +0100, ADPUF <flyhunter_at_mosq.it.invalid>
wrote:
>I segnali, meglio studiare in frequenza, con le trasformate di
>Fourier.
>
>Con un segnale determinato periodico si sviluppa in serie di F.
>
>Invece se il segnale è aleatorio hai bande allargate in
>senso "statistico".
giusto
>Pensa lo spettro del segnale parlato telefonico, ha una banda
>di circa 4 kHz, non ha senso guardare il singolo suono ma
>tutti i suoni possibili.
mi è difficile tradurre i pensieri in parole in questo caso.Sto
analizzando delle pubblicazioni in merito
a dei metodi di analisi della profondità dell'anestesia.
In estrema estrema estrema sintesi, si stanno studiando dei metodi
per-partendo dai dati raccolti dall'eeg - capire se il soggetto
sottoposto ad anestesia generale sia in fase di sonno profondo,
stia passando dal sonno profondo ad un sonno meno profondo
o viceversa. Si fanno analisi di tipo spettrale, ma tutti i metodi
proposti fino ad ora non sono immuni da falsi positivi (il soggetto si
sta risvegliando quando invece è ancora profondamente addormentato)
o falsi negativi.
Quindi, proprio prendendo spunto da queste tue tre righe quotate qui
sopra: la gran parte degli articoli che ho analizzato fino ad ora,
prendono in esame algoritmi (il cui dettaglio realizzativo spesso è
mantenuto segreto per motivi di tipo commerciale) che effettuano
analisi di tipo statistico, prendendo in considerazione lo spettro del
segnale e non la singola onda, l'errore nel valutare lo stato in cui
effettivamente si trova il soggetto è ricercato nei metodi di
filtraggio del rumore ambientale, strumentale o di altro tipo.
Quello che mi chiedo è proprio questo, e grazie per avermi dato modo
di focalizzare questo punto.
E' possibile che facendo un lavoro da certosini e cercando in qualche
modo di inseguire quanto piu' possibile la singola lunghezza d'onda
si riescano a definire algoritmi meno soggetti a falsi?
Infine una domanda che magari sembrerà assurda, ma...
si sta cercando di dare un preciso significato alle onde cerebrali
come se veicolassero realmente una qualche forma di informazione
si cerca di schermare il rumore in modo da discernere quale sia il
segnale utile da quello che invece è solo fonte di disturbo.
E se invece le onde cerebrali registrate dagli elettrodi
non fossero altro che rumore? Un side-effect.
Mi spiego meglio, prendiamo per esempio una stufa, se facciamo ardere
della legna dentro, dall'esterno possiamo capire che tipo di legna
stia bruciando, osservando ad esempio in quanto tempo la legna messa
dentro viene consumata, l'intensità del calore prodotto etc etc,
però l'informazione che ricaviamo non è dovuta al fatto che stiamo
analizzando una qualche forma di "segnale che trasporta informazione"
bensi' al fatto che analizziamo qualcosa di diverso: il calore.
Ecco perchè ho pensato all'esperimento dell'antenna ricevente,
ho pensato di prendere il segnale eeg inviarlo via "etere" ad
un'ipotetica antenna e vedere se scevro dal contesto
trasporta qualche tipo di informazione utile.
>
>
>> Perchè non si parla mai di velocità con cui in media si
>> propaga un'onda cerebrale?
>
>
>Chi non ne parla?
>E di che velocità parli?
Non ne parlando le pubblicazioni che ho letto fino ad ora, parlo di
velocità del segnale nel cervello, tra fonte e strumento di
rilevazione
>Nel cervello? tra cervello e aria? nell'aria?
nell'aria mi avete giustamente confermato che la velocità
è quella della luce
>In che senso effetto capacitivo?
fa l'effetto di un condensatore,
grazie per le risposte, scusami/atemi
nel caso dovessi tardare anche di diverse giornate nel rispondere ad
ulteriori interventi
(l'argomento è impegnativo e occorre trovare del tempo per rispondere
e ponderare tutte le risposte ricevute)
ciao, Jasmine
Received on Sun Mar 05 2017 - 09:33:04 CET
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Fri Nov 08 2024 - 05:09:56 CET