(wrong string) � dimostra che l'etere non esiste? (2)

From: Enrico Borghi <enbor_at_iol.it>
Date: 1998/06/03

Riprendo dalla mia nota del 28.5 il problema dell'"etere ed
elettromagnetismo".

Come riescono i fisici a discorrere di elettromagnetismo dopo aver eliminato
il
soggetto del discorso, cio� l'etere?

E' semplice: hanno sostituito la parola "etere" con "campo
elettromagnetico".

E' una sostituzione ovviamente illecita perch� l'etere � un oggetto fisico,
mentre il
campo e.m. � un oggetto matematico, e quindi non � una grandezza
osservabile.


Ma non � tutto qui.

Infatti, come si possa costruire una "Fisica di un oggetto matematico" �
insieme
misterioso e sconcertante e non aiuta certamente a capire
l'elettromagnetismo, dato che non pu� che creare confusione.

Ad esempio, quando si parla di "energia del campo elettromagnetico", che
cosa si intende dire? Pu� un oggetto matematico possedere energia?
Ovviamente no: la locuzione corretta � "energia dell'etere" (espressa in
funzione del campo elettromagnetico), tuttavia, se sostituiamo la parola
etere con campo elettromagnetico va tutto formalmente a posto (tutto salvo
la comprensione). Ecco come i fisici hanno risolto il problema di parlare di
elettromagnetismo senza mai nominare il corpo che � l'oggetto di studio
dell'elettromagnetismo.

Proviamo ora a parlare di elettromagnetismo correttamente e vediamo come i
fotoni, di cui l'etere � composto, rendono conto di due fondamentali
fenomeni elettromagnetici: la propagazione delle "onde elettromagnetiche" e
l'attrazione/repulsione elettrostatica.

Innanzitutto occorre precisare che termini come "sforzo", "tensione",
"onda", "perturbazione", ecc. devono essere tutti considerati privi di reale
significato fisico. Sono locuzioni prese a prestito dalla meccanica dei
corpi continui cui non deve essere associato alcunch� di fisicamente
rilevante. Non vi � nulla che onduli, o che entri in tensione o che venga
perturbato. Le onde sono simili alle onde della funzione psi di Schr�dinger,
sono onde di probabilit� (e per di pi�, per ottenere misure di probabilit�
occorre passare dallo spazio delle configurazioni a quello dei momenti: ma
non complichiamo troppo il discorso!). Ci� che fisicamente si propaga sono i
fotoni, che trasportano energia, quantita di moto e momento angolare.

Se da questa descrizione "microscopica", che pu� essere sostenuta solamente
in ambiente quantistico, vogliamo passiare a una descrizione classica
"fenomenologica", basta definire queste variabili dinamiche nel modo
consueto e ben noto:

ExB � proporzionale alla densit� di quantit� di moto dell'etere (detta
usualmente quantit� di moto elettromagnetica, in ossequio a quanto si diceva
pi� sopra)

E^2+B^2 � proporzionale alla densit� di energia dell'etere, ecc.

Come si spiegano le forze elettrostatiche?
In ambiente classico introducendo il tensore degli sforzi (sforzi=modo di
dire privo di significato fisico), definito come quel tensore il cui flusso
attraverso una superficie che circondi una carica uguaglia la forza di
Coulomb esercitata dalle altre cariche sulla carica in esame. Parlare di
"sforzo" � pericoloso, perch� fa venire in mente i corpi
solidi classici in stato di tensione e quindi l'etere di Maxwell, ma niente
paura: mai come ora questo termine deve essere considerato un semplice modo
di dire! Infatti, lo mostra l'elettrodinamica quantistica, le forze
elettrostatiche fra le particelle cariche sono dovute a scambi di fotoni fra
le particelle. Si tratta di fotoni particolari, sono fotoni virtuali, ma
non complichiamo troppo le cose. Quello che conta � che l'etere fotonico,
composto di fotoni reali e virtuali, � in grado di rendere conto di tutti i
fenomeni elettromagnetici senza entrare in conflitto con alcunch�.

Ecco allora il paradosso: Einstein non si � accorto, nel momento stesso in
cui dichiarava che l'etere non esiste, di avere egli stesso messo a
disposizione i concetti fisici necessari e sufficienti per mantenerlo in
vita e cio�:
- la costanza della velocit� della luce
- il fotone.
Sulla base di questi � possibile liberarsi dal modello maxwelliano di etere
e
definire il corretto modello dell'etere fotonico.

Una volta chiariti questi concetti, cio�, una volta chiarito quali sono in
elettromagnetismo gli oggetti matematici (il campo elettromagnetico) e quali
quelli fisici (l'etere), presentare l'elettromagnetismo classico diventa
facile e questa disciplina diviene perfettamente comprensibile. Occorrono
solo tre leggi:

- la legge di Coulomb (forze elettrostatiche);
- legge di Laplace (forze magnetostazionarie)
- legge dell'induzione magnetica

oltre alla legge di conservazione della carica elettrica.

Saluti
Received on Wed Jun 03 1998 - 00:00:00 CEST

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