Il fotone, soggetto, si vede
Marco PICARIELLO wrote:
>
> La questione risiede proprio in questo: cosa ha di
> particolare il fotone che fa si che esso non possa avere il
> suo bel sistema di riferimento solidale a se stesso?
> Faccio notare che la soluzione standard la so: e' una
> particella di massa zero, etc etc.
Mi fa piacere :-)
> Ma tale soluzione non e' incontrasto con il principio di
> relativita'?
>
> Io ho sempre capito che esso dicesse:
>
> Le leggi fisiche sono le stesse in qualsiasi sistema di
> riferimento in quiete, dove per sistema di riferimento
> (entita' astratta) si sostituisce un sistema fisico la cui
> unica caratterizzazione possibile, che non violi apertamente
> lo spirito di relativita', e data dalla presenza di
> particelle.
>
> Secondo me in tale paradigma non entra in gioco la
> separazione tra particelle di massa diversa o uguale a zero.
Io un sistema di riferimento l'ho sempre inteso in modo diverso (almeno
cosi' mi sembra). Direi anzi che conosco due scuole di pensiero:
1) Landau in testa, praticamente identifica s. di rif. e sistema di
coordinate.
2) Altri (io sono fra questi) associa s. di rif. a "laboratorio", ossia
ambiente al quale e' possibile riferire la localizzazione
spazio-temporale di eventi.
Ritengo ancora aperta la discussione se un s. di rif. possa/debba essere
rigido; il che si lega al ben noto problema dei corpi rigidi in RG.
Comunque in entrambe queste accezioni s. di rif. e' qualcosa di
*esteso*.
E' chiaro che in questo senso non esiste un s. di rif. "solidale a un
fotone".
Non capisco la caratterizzazione data dalla "presenza di particelle".
Quanto al principio di relativita, e' ridondante dire "s. di rif. in
quiete". Occorre e basta dire "in qualsiasi s. di rif." Altrimenti,
viene subito da chiedere: in quiete rispetto a che?
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Elio Fabri
Dip. di Fisica
Universita' di Pisa
Received on Tue May 19 1998 - 00:00:00 CEST
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