El Che ha scritto:
> Nel secondo caso, F=Kd indica, come sai, la forza che esercita una
> molla compressa nella quantit� "d". Con un certo abuso di linguaggio,
> possiamo dire che "F=k*d" descrive una "causa" del moto.
> ...
> Nella pratica, si cerca di ricavare una espressione per "F" a partire
> dalle "cause del moto" e la si usa per determinare esplicitamente il
> moto (facendo riferimento all'espressione F=m*a). Nel nostro caso, la
> causa del moto è la molla, per cui F=K*d; sostituendo in F=m*a
> otteniamo
>
> a= K*d/m (equazione del moto)
>
> la quale, opportunamente integrata rispetto al tempo ti dar� , appunto,
> il moto del corpo.
>
> Analogamente si procederebbe se F (la "causa" del moto) avesse altre
> espressioni (tipo F=-1/r, nel caso gravitazionale).
Solo una nota: espressioni come F = k*d oppure F = -1/r^2 vengono
solitamente chiamate "legge di forza" per indicare come la forza
dipende dai parametri geometrici (posizione) ed
eventualmente cinematici (velocita').
cometa_luminosa ha scritto:
> ...
> 2) La molla e' priva di massa e allora la sua accelerazione e'
> infinita, dopo essere stata rilasciata da compressione o da
> estensione.
Questo e' un caso privo di senso fisico.
Spesso si trascura la massa di una molla, quando questa e' piccola
rispetto alle masse degli altri corpi in gioco.
Ma qui, non essendoci altri corpi, la massa della molla non e' *mai*
trascurabile.
Tra parentesi: su una molla siffatta si propagherebbero onde a
velocita' infinita ...
--
Elio Fabri
Received on Mon Apr 26 2010 - 20:58:28 CEST