Re: Rich. pareri su libro "La relatività e la falsa cosmologia" di Marco De Paoli
In riferimento al video, io dico: "anche se so che � una parabola,
vedo una perpendicolare, anche al rallentatore". Stefano D. risponde:
"si faccia visitare dall'oculista" (prima lo psichiatra, poi
l'oculista). Ora, io posso anche non avere un occhio di lince, ma
comunque la mia vista � passabile (metto gli occhiali solo per
leggere), e comunque moltissime altre persone non hanno l'occhio di
lince e vedono anche molto meno di me. Dunque, con quella battuta
dell'oculista mi pare si confermi quanto dico: non � sempre cos�
evidente per tutti alla percezione visiva (in certi casi nemmeno a
rallentatore) qual � la traiettoria (e infatti subentra il calcolo
che, molto pi� preciso rispetto all'occhio, ti dice quello che tu
dovresti vedere, anche nel caso tu non lo veda, a partire da un dato
riferimento).
Sulla parabola, certo fra la parabola disegnata e la parabola reale
c'� la differenza che passa fra la realt� e l'immagine (anche se nel
video anche la pallina reale � un'immagine). Ma se si intende che la
parabola disegnata ricalchi esattamente punto per punto tutti i luoghi
occupati in successione dalla pallina, direi che non v'� poi tutta
quella differenza, in quanto appunto la parabola disegnata � mimetica
e speculare alla parabola reale, "sta per" la parabola reale ("stat
aliquid pro aliquo" secondo le antiche figure retoriche) e dovrebbe
mostrarla meglio.
Comunque, sulla questione del tipo di parabola ho ricevuto (Peltio)
una dimostrazione molto elegante che mostra (nel finale anche
visivamente) perch� ne viene una parabola di un certo tipo e non di un
altro.
Io per� mi domandavo il "perch�" fisico della cosa. A mio giudizio
(forse erroneo) il perch� fisico della cosa � questo: la pallina
tenuta in mano viaggia con il treno a 80 Km/h per cui, quando viene
lasciata cadere fuori dal finestrino, nel primo istante di caduta la
velocit� orizzontale � gi� di 80 km/h mentre invece l'accelerazione di
caduta � (nel primo istante) nulla o infinitesima. Poi negli istanti
immediatamente successivi la pallina accelera in verticale. Questa
accelerazione della pallina in caduta ne piega sempre pi� il moto
orizzontale a 80 Km/h incurvandone sempre pi� la traiettoria a
parabola finch� la pallina tocca terra.
Ora, la parabola che cos� ne viene mi sembra diversa da quella
risultante al calcolo effettuato per cui, se quel calcolo � esatto, la
mia ricostruzione fisica � errata, ma non capisco dove.
Poi c'� ancora un altro punto: posta una situazione di vuoto
pneumatico la pallina non avr� certo l'accelerazione in caduta di una
pallina che cade dal treno, e per questo dicevo (per� mi hanno
bacchettato sulle dita) che nel vuoto dovrebbe essere diverso.
Mi pongo il problema in merito a Galileo. Lasciamo stare un momento il
nostro treno e riandiamo al grave galileiano in caduta dalla torre
(certo, la torre � ferma sulla Terra in moto mentre il treno sulla
Terra viaggia a 80 Km/h, ma mutatis mutandis la situazione pu� essere
confrontata tenendo conto delle differenze: semplicemente nel caso del
treno in moto la parabola � molto pi� accentuata e il grave cade
decisamente pi� in l�).
Dunque, Galileo dice che il grave in caduta dalla torre non cade
perpendicolare (come lo vede Simplicio) ma con lievissimo spostamento
parabolico in avanti. Questo perch� mentre il grave cade la Terra si
muove per rotazione e rivoluzione, e muovendosi trascina con s�
l'atmosfera tutta la quale spinge lievissimamente il grave che cade in
avanti (se non fosse cos� il grave cadrebbe perpendicolare sulla terra
in un punto all'indietro). Ma, e arriviamo al dunque, la rotazione
dell'atmosfera non � uniforme bens� differenziale: l'atmosfera
trascinata dalla Terra in rotazione ruota quasi alla stessa velocit�
della Terra quanto pi� � vicina alla terra e meno velocemente quanto
pi� � in alto lontana dalla terra (oltretutto Galileo non parlava di
gravitazione ma oggi possiamo dire che la gravitazione agisce pi�
fortemente in basso che in alto tenendo l'atmosfera vincolata alla
terra in rotazione). Dunque l'atmosfera ruotando imprimer� una spinta
lievissima in cima alla torre ove ruota meno velocemente e un poco pi�
marcata alla base ove la sua rotazione � pi� veloce. Dunque dovrebbe
venirne un certo tipo di parabola. Il grave cadr� "rasente la
torre" (come scrive Galileo), via via sempre pi� deviando
progressivamente dalla perpendicolare durante la caduta: la
traiettoria, praticamente perpendicolare all'inizio, sar� pi�
parabolica alla fine quando il grave tocca terra. La parabola insomma
� pi� accentuata alla fine che all'inizio (invece nel video la
traiettoria ricostruita mostra il contrario: spostamento parabolico in
avanti pi� accentuato all'inizio della caduta, ma questo � dovuto al
fatto che il carrello � in moto).
Il fatto � che non mi sembra che Galileo dica chiaramente e
inequivocabilmente qual � la forma esatta della parabola: a quanto
leggo dice solo che il grave cade con lieve deviazione parabolica in
avanti dalla perpendicolare.
Mi spiace di aver continuato la discussione (anche se una simpatica
cornacchia appollaiata sull'albero in pittoresco dialetto di tanto in
tanto se ne esce dicendo "ossignur, lassa perde"). Ma il problema mi
sembra importante.
Per il resto, in base alle annotazioni degli ultimi due post la
discussione andrebbe veramente sui "massimi sistemi", ma io preferisco
circoscrivere in qualche modo la querelle, la vexata quaestio, su temi
pi� specifici. Faccio solo presente che quando parlo di logica non
intendo la "logica arbitraria del singolo individuo", ma la logica
coltivata in occidente dai greci fino a Lukasiewicz. Nemmeno le
moderne logiche polivalenti possono facilmente smentire il principio
di non contraddizione e nell'argumentum in questione si vede una
contradictio in terminis nel senso tecnico del termine: A non pu� al
tempo stesso essere non-A, se � un corvo non � un'aquila, se � una
parabola non � una retta (anche se possa non solo essere vista ma
financo risultare matematicamente una retta o una parabola a seconda
del riferimento).
Vorrei anche dire una volta per tutte che le mie non sono "puttanate".
Sono argomentazioni che si possono contestare, ma argomentazioni.
L'insulto non serve. � errato (e questo s� indice di grave stortura
mentale) dire che chi non crede alla teoria della relativit� pu� solo
essere un "neanderthaliano". Questa � soltanto una delegittimazione e
una squalifica dell'interlocutore, che diventa un avversario, un
nemico da abbattere, un soggetto da psichiatrizzare e da
diagnosticare. Fra l'altro quegli uomini, i cromagnoniani se non i
nenderthaliani, non erano proprio scimmioni, visto che hanno fatto le
meravigliose pitture rupestri di Lascaux e Altamira da cui potrebbe
imparare anche un Picasso: falle tu Nurax, se ne sei capace. E, visto
che tu parli delle mie "tare mentali", mi permetto di segnalarti le
tue tare linguistiche: non si dice "qual'� la vera traiettoria" ma
"qual �"; non si dice "credeva che la terra fosse piatta e il sole gli
girava intorno" ma "le girava intorno".
Infine, il problema della traiettoria non � da poco. Certo non devo
ricordare cosa significasse per Einstein in meccanica quantistica.
Qualcuno (mi sembra Born) gli disse: perch� ti opponi tanto al fatto
che in meccanica quantistica non abbia senso parlare di traiettoria
finch� non sia misurata? ti contraddici, perch� sei stato proprio tu a
illuminarci a suo tempo con la relativit� dicendoci che non ha senso
parlare di traiettoria in s� senza indicare il riferimento. E Einstein
rispose con quella frase piuttosto misteriosa: "perch� un bello
scherzo deve durare poco". Naturalmente non voglio qui mescolare
relativit� e quanta, sistemi di riferimento relativistici e misure
quantistiche, n� dire che Einstein avesse scherzato con la relativit�.
Ma che lo stesso Einstein alla fine della sua vita fosse arrivato a
dubitare della sua creatura, quantomeno della relativit� generale,
questo � probabile. In una lettera a Besso del 10.8.54 scrive
addirittura che se fallisse la sua teoria del campo allora "di tutto
il mio castello in aria, compresa la teoria della gravitazione, non
resterebbe praticamente niente". Io non penso che quando scriveva
questo Einstein fosse rimbambito.
Saluti
Marco de Paoli
PS) Vorrei rassicurare chi mi consiglia di stare attento a non
incartarmi facendo esperimenti con l'auto. A vent'anni facevo andare
le auto su due ruote e le facevo planare prendendo i dossi. Ora non
faccio pi� queste cose, ma con le auto sono ancora un ragazzo
discretamente in gamba.
Received on Mon Apr 12 2010 - 13:40:40 CEST
This archive was generated by hypermail 2.3.0
: Thu Nov 21 2024 - 05:10:44 CET