Re: Rich. pareri su libro "La relatività e la falsa cosmologia" di Marco De Paoli
A VALTER MORETTI
Va bene, tu hai molto da fare e dunque accettiamo pure la critica per
frammenti.
So che sarei bocciato. � "una bestialit�" parlare di moto assoluto
dopo Galileo? Ma Newton (che poggia su Galileo) ne parlava,
addirittura facendone un postulato. Ancor pi� che di una critica alla
meccanica classica si tratta di evitare fraintendimenti correnti su
Galileo. Quello che ha detto Galileo � stato molto di pi� di quello
che ne ha accolto la meccanica classica. In Theoria Motus ho mostrato
come � totalmente scorretto parlare del "principio di relativit�
galileiano" se non si fanno alcune fondamentali precisazioni che non
si fanno mai.
Esaminando il problema della caduta dei gravi Galileo distingueva: la
goccia d'acqua cade perpendicolarmente nella stiva della nave (in
quiete come in moto uniforme) perch� la stiva costituisce un sistema
chiuso. Qui vale il principio di relativit�.
Ma la pietra che cade dall'albero maestro della nave (in quiete o in
moto uniforme), come anche la pietra che cade dalla torre, non cade in
perpendicolare. Questa � una falsit�, anche se la si legge spesso.
Galileo dice che cade con un clinamen, con una impercettibile
deviazione perch� in questo caso siamo in un sistema aperto. Qui, per
Galileo, non vale pi� il principio di relativit�. I tolemaici dicevano
che se la Terra ruotasse un grave in caduta dalla torre cadrebbe varie
leghe (vari chilometri) ad ovest (nel nostro emisfero) pi� indietro,
dunque per loro la Terra non ruota. I copernicani (ben prima di
Galileo) applicavano il principio di relativit� e dicevano: no, il
grave cade perpendicolare anche se la Terra ruota perch� � tutto
l'insieme che ruota; la Terra � in rotazione con l'aria, e tutto �
come se la Terra fosse ferma. Galileo invece disse: il grave non cade
varie leghe all'indietro, appunto perch� ruota anche l'aria, ma si ha
comunque una impercettibile deviazione in avanti verso est (nel nostro
emisfero) a causa della spinta dell'aria in rotazione con la Terra:
pi� precisamente si ha (spinta dell'atmosfera+caduta del grave e
composizione vettoriale delle forze) una caduta approssimativamente
parabolica, o meglio (cito) �un ghirigoro� con �centomila ritorcole�.
Questa discussione sulla deviazione della traiettoria del grave in
caduta gi� sussisteva prima di Galileo (autori arabi e tardomedievali
nell'ipotesi per assurdo del moto terrestre) e continu� anche dopo
(Cartesio, Keplero, Fermat, Newton, Hooke).
Nella meccanica classica tutto questo poderoso dibattito venne
cancellato d'ufficio: in certo modo comprensibilmente, perch�
calcolare e misurare con un grave in caduta a �ghirigoro� o a zig-zag
diventava poco "operativo". Ma con questa semplificazione si cancell�
anche il moto assoluto di Galileo e (nonostante Newton) rimase solo il
suo principio di relativit�.
Anche sulle maree Galileo manteneva l'idea di moto assoluto. Non �
vero che la teoria delle maree � un incidente di Galileo: essa � in
parte errata e in parte giusta. Errata perch� Galileo rifiutava
l'influsso lunisolare (sostenuto nel passato e ai suoi tempi da
Keplero) ed errata per altri errori particolari. Ma parzialmente
corretta perch� Galileo vedeva (come altri autori coevi e precedenti)
la causa delle maree nel moto (nel moto assoluto) terrestre. Il suo
errore non � stato di vedere il moto terrestre implicato nelle maree,
ma di vedere nel moto terrestre l'unica causa delle maree. Galileo non
ha affatto applicato il suo principio di relativit� alle maree (anche
qui del resto siamo in un sistema aperto): egli non ha affatto detto
che la Terra in moto non pu� muovere il mare in quanto Terra e mare
costituiscono un sistema unico (come avrebbe dovuto dire in base al
suo principio di relativit�, che egli invece riteneva valido solo per
i sistemi chiusi). Ha detto invece che il moto della Terra muove il
mare suscitando le maree.
Dunque Galileo spiegava con il principio di relativit� la caduta della
goccia nella stiva (sistema chiuso) e con il moto assoluto la caduta
dei gravi e le maree (sistemi aperti). In seguito la meccanica
classica ha espunto il moto assoluto. Ma Galileo e Newton lo
affermavano, ed io concordo con loro.
Non vale dire che nella caduta dei gravi � in gioco l'accelerazione e
non il moto: perch� l'accelerazione � comunque moto; perch� non �
l'accelerazione ma il moto in un sistema aperto che Galileo considera
non spiegabile in base al suo principio di relativit� (se per assurdo
il grave cadesse con velocit� costante e non accelerata, per Galileo
non cambierebbe una virgola); perch� nelle maree, per Galileo
attribuibili in toto al moto terrestre, non � in questione
l'accelerazione ma il semplice moto delle acque (accelerato o meno che
sia).
In breve sulle altre questioni.
S�, non considerando i tempi di percorrenza della luce anche in fisica
classica vi sarebbero i rallentamenti di orologi. Ma un fisico
classico non direbbe mai che questo � un rallentamento del tempo.
Le formule di Einstein possono predire il ritardo dell'orologio, ma
non possono dire a cosa sia dovuto questo ritardo (cos� come le
equazioni della meccanica quantistica predicono quasi tutto, ma non ci
dicono quale sia la natura dell'oggetto subatomico). Comunque il
rallentamento dell'orologio non va calcolato solo in base alle
distanze e ai tempi di percorrenza della luce, ma anche in base ai
potenziali gravitazionali.
Sul Big Bang. Ovvio che la cosmologia attuale, nata da una costola
relativistica, dice che con il Big Bang nasce anche il tempo. Gi�
Agostino diceva che con la creazione viene creato anche il tempo. Ma
chi assume un tempo assoluto non pensa che il tempo sia creato.
MARCO DE PAOLI
Received on Wed Mar 24 2010 - 06:39:12 CET
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