Re: Domanda sulla Relatività Ristretta
Il giorno venerdì 14 luglio 2023 alle 08:30:04 UTC+2 gino-ansel ha scritto:
> Il giorno giovedì 13 luglio 2023 alle 19:50:04 UTC+2
> Bruno Cocciaro ha scritto:
>
> > ..... Dicendo
> > "nessun segnale di alcun tipo potrebbe partire da C simultaneamente alla
> > partenza di S_C e arrivare in B prima della partenza di S_B" (cioè dando
> > una accezione causale al "simultaneamente" che hai *definito* tu secondo
> > una certa procedura)
> > stai estendendo indebitamente l'adozione suddetta. Non la stai limitando
> > alla fisica che conosci oggi ma la stai estendendo a "qualsiasi segnale
> > di qualsiasi tipo".
> Bertozzi genera due segnali elettrici quando succede una certa cosa e li
> manda con due cavi ad un oscilloscopio a doppia traccia così può regolare
> la lunghezza dei cavi in modo che arrivino assieme così come assieme sono
> stati generati. Lasciamo perdere i due orologi e usiamo l'oscilloscopio, mi
> par chiaro che non ci possono essere i problemi di sincronizzazione che tu
> citavi (ma non ci sarebbero neanche con due orologi affiancati che fai partire
> tramite un segnale elettrico inviato con un filo biforcuto lungo un metro)
Hai con i segnali elettrici *esattamente* gli stessi problemi che *in via di principio* potresti avere con i segnali luminosi. L'oscillocopio ti dice solo che i due segnali arrivano simultaneamente dove sta l'oscilloscopio. *Niente* ti assicura che i due segnali siano "partiti assieme" perché che due eventi distanti siano "simultanei" *non* ha alcun significato se non il significato che stabilisci tu. Se due segnali elettrici li fai partire simultaneamente da A, un segnale va a dx verso B, l'altro va a sin verso C, i fili hai precedentemente controllato che siano di uguale lunghezza, *stabilisci tu* di dire che l'arrivo dei due segnali uno in B e l'altro in C sia simultaneo (e stabilisci tu di dare una accezione *causale* alla parola simultaneo riferita ai due eventi "arrivo di un segnale in B" e "arrivo dell'altro segnale in C"). *Niente* può assicurarti che i tragitti non siano A->B in "salita" e A->C in "discesa". Non puoi mettere i fili in "pianura" perché *non sai* cosa potrebbe essere la "salita".
> Ora ho due cavi lunghi 150 metri e "accordati" il che significa che nella
> posizione di accordatura il tempo di viaggio del segnale elettrico è uguale.
> Il segnale usato per l'accordatura andava dal punto X distante pochi centimetri
> dal punto Y dove si trovava l'oscilloscopio. Lascio attaccati i fili all'oscilloscopio
> e li tiro belli diritti fra due sensori distanti 300 metri .
>
> Se qualcosa eccita un sensore e dopo 10 secondi questo qualcosa eccita il
> secondo sensore, come è possibile che l'oscilloscopio non confermi i 10
> secondi di distanza temporale? Sei tu che devi indicarmi una causa o perlomeno
> devi fare un test a conferma
"dopo 10 secondi", per eventi distanti, *non* ha alcun significato se non il significato che stabilisci tu. E siamo di nuovo punto e a capo.
Non so proprio cos'altro dirti. Non è che non voglia risponderti, ma posso solo ripetermi.
Posso eventualmente aggiungere che è mia ferma convinzione che capire che la frase "due segnali partono simultaneamente da punti distanti" *non ha* l'accezione causale che siamo abituati a darle *è* capire la discesa del tempo dall'olimpo dell'a priori. *È* capire la base logica della relatività.
Ci sono voluti due giganti come Poincaré e Einstein per capirlo.
Quando io ho letto queste cose per la prima volta, per quanto scritte in una forma meno forte rispetto a quella che uso sopra (era esattamente 20 anni fa, me lo ricordo bene perché fu un'estate caldissima, ero già laureato, in fisica, da 14 anni e ritenevo che la relatività ristretta fosse un argomento che avevo capito bene) rigettai fermamente quanto stavo leggendo, con fare altezzoso pensavo "queste saranno baggianate raccontate da qualche filosofo che non ha idea di cosa sia la relatività". Passai circa un anno a cercare di provare che fossero baggianate, nel frattempo cercavo in letteratura qualcuno che avesse provato in maniera per me convincente che quelle erano baggianate. Non trovai in letteratura alcuna dimostrazione convincente, né, tantomeno, riuscii a trovarla io una dimostrazione convincente. Finché in testa non mi venne la considerzione fino ad allora ritenuta assurda: "Non sarà mica che invece non sono baggianate"? E lì, dopo poco, ebbi l'impressione di capire quello che ora ritengo es
sere il vero (profondo) significato delle parole "discesa del tempo dall'olimpo dell' a priori".
Ti dico inoltre che nella comunità scientifica non c'è unanime accordo su quanto dico sopra. Nell'anno in cui cercavo di dimostrare che fossero baggianate, trovavo anche lavori di gente che, come me, riteneva fossero baggianate. Però portava argomenti che non mi parevano mai decisivi. Sta di fatto che gente che scriveva quelle cose c'era allora e c'è ancora oggi.
Riassumendo, stiamo parlando di un argomento sul quale non c'è unanime accordo nella comunità scientifica (per quanto il "mio partito" sia maggioritario, per quel che può valere la maggioranza riguardo alle questioni scientifiche, c'è anche da dire che, all'interno del "mio partito", io potrei essere visto come un estremista e non saprei valutare quanti "consensi" potrebbe raccogliere la posizione estremista) che è anche un argomento che ho impiegato un anno per convincere me stesso (con tanto di letture di articoli ecc.)!
Capisci perché ti dico che non saprei che altro dirti se non ripetermi?
Perché mai potrei immaginare di avere un tale potere esplicativo da rendere chiaro a te per mezzo di semplicemente qualche post ciò di cui io ho impiegato un anno a convincermi?
Non sono cose propriamente semplici. Ci siamo arrivati grazie a dei giganti.
Bruno Cocciaro.
Received on Wed Aug 02 2023 - 00:22:44 CEST
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