Re: Due domande sul determinismo di Laplace

From: <multivac85_at_gmail.com>
Date: Fri, 17 Jan 2014 03:27:15 -0800 (PST)

Il giorno giovedì 16 gennaio 2014 10:50:06 UTC+1, Aleph ha scritto:
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> Il demone di Laplace ha incontrato la sua fine quando si � evidenziata in via di principio l'impossibilit� di poter determinare lo stato di un sistema con un livello arbitrariamente alto di precisione.
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Impossibilità che dunque, che da quanto ho capito è anche teorica, non pratica, dovuta a limitazioni delle capacità umane...



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> > Un'altra domanda che mi chiedo � l'utilizzo di discorsi sul caso in biologia, soprattutto ad opera di Jacques Monod nel suo "Il caso e la necessiti�", da quello che ho compreso mi pare che pure in quel caso si parla di mutazioni casuali nel senso di una causaliti� solamente dal punto di vista di osservatori che non conoscono tutti i dati delle caratteristiche dei soggetti studiati, o sbaglio?
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> Ti hanno gi� risposto negativamente a questa domanda e io concordo in pieno con la risposta che ti � stata data.
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> Il punto centrale � che la biologia (in particolare le teorie dell'evoluzione) sono perfettamente coerenti con lo stato dell'arte della conoscenza delle leggi fondamentali della fisica, quando afferma che lo sviluppo della vita per come si � realizzato, come fatto storico, nel nostro pianeta (homo sapiens inclusi) � da intendersi come un fenomeno ontologicamente casuale e non necessario.
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Dunque, se ho ben capito si può affermare che ci sono fatti storici dell'evoluzione che sono casuali nel senso che sono "effetti senza causa", ovvero che è accaduto l'evento biologico Y ma poteva accadere anche l'evento Z anche se lo stato precedente era sempre X in entrambi i casi?
 
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> Ricordo che propendi per la visione misticheggiante e parascientifica propria dello "Intelligent Design", ma nella scienza moderna purtroppo (per te) non vi sono sponde utili per sostenere tale visione.
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> Saluti,
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> Aleph






Ti sbagli, in passato avevo solo considerato una ipotesi simile che vagamente mi sembrava simile alla pseudoscienza dell'intelligent design ma, dato che io faccio tesoro dell'onestà con se stessi e del motto socratico di seguire le prove e le argomentazioni da qualunque parte mi facciano arrivare (anche se non mi piacciono, anche se vanno contro abitudini, convenzioni, dogmi e simili) adesso propendo per un antiriduzionismo che presuppone un materialismo metodologico ma non un materialismo ontologico e dove dunque concetti finalistici sono necessari per conoscere informazioni che con linguaggi utilizzanti concetti esclusivamente fisici e biologici non finalistici sarebbero sarebbero perdute inevitabilmente, avevo già aperto un thread che lo spiega bene qui:

https://groups.google.com/forum/#!searchin/it.scienza.chimica/processi$20biologici/it.scienza.chimica/QWk2ZC_dnCU/b8OCxn5fCZcJ

"Però bisogna dire che se si intendono i concetti di "finalità" e
"intenzioni" non come riferiti al processo evolutivo ma come riferiti
agli organismi singoli penso che si debba dire che essi abbiano certi
comportamenti "in vista" di un certo fine"Perchè essi d'autunno si
trasferiscono verso il sud?" Se si risponde "Perché hanno un
particolare tipo di geni nel Dna" sembra che perdiamo di vista
un'informazione che può darci solo una risposta che intende il
"Perchè" della domanda come un "A quale fine?" ovvero una risposta del
tipo "Essi vanno nelle regioni più a sud *per il fine* di trovare un
clima a loro più confortevole e più quantità di cibo". Il tutto
ovviamente presuppone mutazioni casuali e una storia evolutiva ma
anche una caratteristica che precede questi eventi, cioè una loro
tendenza intenzionale a preferire un clima e una certa quantità di
cibo che li faccia sopravvivere."













Per la cronaca, bisognerebbe notare che Laplace era il celebre ateo che rispondendo a Napoleone sul perché avesse messo assente Dio nel suo sistema cosmologico lo scienziato rispose che non aveva bisogno di questa ipotesi. Insomma i fautori del disegno intelligente, pensando a un universo determinato totalmente da Dio in realtà si avvicinano molto a una visione pseudoscientifica atea in quanto mentre la scienza è anche ammettere che la conoscenza umana ha dei limiti (quelle scoperte ad esempio dal principio di indeterminazione della MQ e la contingenza della storia evolutiva passata e futura) mentre la religione sarebbe non una "spiegazione" ma una "fede" un "dare fiducia" a qualcosa che la scienza non può per i propri limiti scoprire, queste visioni ritengono di spacciare per "scienza" qualcosa che nulla "spiega". Si potrebbe in un certo senso paragonare il disegno intelligente alle teorie pseudoscientifiche sui fenomeni paranormali. Di fatto gli sciamani dei popoli "primitivi" possiamo dire che non hanno t
eorie "paranormali" e non sbagliano perché non usano un metodo scientifico sperimentale (non importa quante volte la danza della pioggia non funziona, importa quella volta che funziona) mentre quelli che propongono tali teorie paranormali sì. Insomma, la scienza non è che una delle tante attività umane che cercano di migliorare la vita dell'uomo, se uno è contento con la scienza che cerca di prevedere i fenomeni buon per lui, se preferisce usare altri metodi e se gli danno felicità allora funzionano per quello scopo allora sono buoni anche questi, ma se non usano il metodo scientifico non si chiamano scientifici, ma non vuol dire che sono "sbagliati" in quanto rendono comunque migliore la vita di certi uomini (mica detto poi che le tecnologie di oggi assicurano la felicità).

Ciao.
Received on Fri Jan 17 2014 - 12:27:15 CET

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