Re: Provocatorio ma non troppo

From: Q22 <21714invalid_at_mynewsgate.net>
Date: Wed, 29 Jan 2014 18:42:09 GMT

Il 28/01/2014 18:20, Persio ha scritto:> Il 28/01/2014 15:47, Q22 ha scritto:
>> Persio <persio.flacco_at_gmail.com> ha scritto:
>
>>> Posso darti la mia versione, che non è quella di un fisico. In
>>> generale, si intende isolata la cosa che non è in relazione con
>>> nessun'altra cosa. Un sistema isolato è dunque un complesso di cose
>>> tra loro in relazione che non ha relazione con alcunché.
>>
>> Se così fosse, si tratterebbe di un bel problema, perché se un sistema
>> è privo
>> di relazioni, allora non è misurabile per definizione, dato che la
>> misura è una
>> relazione. Insomma sarebbe trasparente a ogni tipo di osservazione. In
>> altre
>> parole non si potrebbe dire/dimostrare che esiste.
>
> Concordo.


> Questo però ci permette di fare un gioco che a me sembra divertente.
> Poniamo che in una scatola esista un sistema isolato, dunque non
> rilevabile da nessuno strumento,

Un sistema isolato, come da te definito, può avere una localizzazione? Direi di
no.

e che un tale sistema possa, in certe
> condizioni, passare dallo stato "isolato" allo stato "non isolato".
> Poniamo che la condizione sia quella di investirlo con un flusso di
> particelle ad alta energia.
> Se un tale flusso fosse diretto su tutta la scatola, e dunque anche sul
> sistema isolato, agli occhi dell'osservatore si compirebbe il "miracolo"
> della creazione: nella scatola apparirebbe qualcosa che prima non
> esisteva. Bello, no?

Nota che 'trasparente a ogni tipo di osservazione' significa impossibilitato a
ogni tipo di relazione, quindi pensaci quando maneggi "flussi di particelle ad
alta energia". Controlla almeno che dietro la scatola non ci sia nessuno,
nemmeno il gatto :))
Se il sistema è isolato proprio secondo la tua definizione, allora è
necessariamente trasparente a tale flusso, che fulminerebbe il tuo compagno di
giochi o la tua ragazza o il tuo gatto che sta dietro alla scatola senza che il
sistema isolato faccia neppure bah :)
(PS: non parlavo del gatto di Schroedinger, che è come quello di Alice in
wonderlkand, quindi non si sa mai dov'è; ma anche il mio, quando lo cerchi
vigliacco se riesci a trovarlo, poi ti giri ed è lì dietro di te che sbadiglia
sornione. Come capisco Schroedinger!)
 
 
>> A me questa definizione piace, ma sono sicuro che alcuni dotti del luogo
>> negheranno che la fisica lo definisca così.
>
> Se lo faranno sono certo che sarà per una buona ragione.

Mi fa piacere il tuo ottimismo. L'ottimismo è come un sistema isolato, perché
di fronte al "flusso di particelle ad alta energia" (metafora) rimane solido
come una roccia (o come una statua di sale? :))
Hai notato quanti "flussi di particelle" sto ricevendo? :))
 
>> Io penso che il concetto di 'sistema isolato' sia una pura astrazione
>> a scopi didattico-tecnologico.
>
> A mio avviso la questione è più generale e riguarda la comprensibilità
> del mondo: senza astrazioni non verificabili poste assiomaticamente come
> vere nulla di esso sarebbe comprensibile. Sono i limiti della nostra
> mente.

No: è la capacità astrattiva strordinaria della nostra mente, che da una serie
di fenomeni dotati di qualche analogia riesce a dedurre una legge che consente
di riprodurli o di trarne comunque regole e metodiche, oltre che inarrivabili
cazzate. Quale limite dunque, se esiste un Maurizio Crozza? :))

La matematica non è nata perché un qualche cielo platonico la conteneva come
verità assoluta atemporale e perfetta. No. Io penso che nella struttura stessa
della mente (non solo umana) la dimensione quantitativa sia necessaria alla
sopravvivenza stessa: a tutte le relazioni con il mondo circostante.
 
Di qui la reiterata esperienza ha tratto regole, per esempio la nota regola che
un albero non è due alberi, perché l'esperienza dice che non ci puoi passare in
mezzo: dopo alcune capocciate sono nate dunque almeno due idee fondamentali.
Una appunto che uno non è due, e così è nata la matematica (non con un fiocco
azzurro o rosa ma con preistoriche ingessature). La seconda, conseguente al
conteggio delle bozze conseguenti all'impatto, fu la nascita della fisica:
infatti lo scienziato dedusse che fra il concetto *2 diverso da 1* e le bozze
c'era una differenza di concretezza, e ciò diede i natali alla fisica, la quale
da sempre dimostra che le cose non sono mai come si pensano, e che se tu dici
così, la fisica dice invece che è cosò :)) Però poi ci ripensa sempre, stai
tranquillo, resta cioè ottimista.
Naturalmente in quello stesso momento nacque la nozione di 'concetto' e ci si
cominciò a chiedere che significasse 'concetto di concetto'. Insomma da quelle
capocciate è nata anche la metafisica. Come separarla perciò dalla fisica? :)

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Received on Wed Jan 29 2014 - 19:42:09 CET

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