Re: Due domande sul determinismo di Laplace

From: Persio <persio.flacco_at_gmail.com>
Date: Tue, 04 Feb 2014 16:54:15 +0100

Innanzitutto complimenti per l'esposizione: chiara e completa.

Mi pare che tutti, compreso Russel, conveniamo nell'escludere che in un
contesto assolutamente deterministico sia possibile una perfetta
conoscenza del passato tale da implicare la perfetta conoscenza del futuro.
Poi spiegherò perché insisto nel qualificare la conoscenza come "perfetta".

I termini della dimostrazione sono stati a mio parere sufficientemente
chiariti e ben esposti, tanto che non è necessario tornarci sopra.

Il malinteso nasce dalla differente interpretazione data alla
dimostrazione: a tuo avviso essa contraddice la possibilità che possa
esistere un contesto deterministico; a mio avviso invece essa non la
contraddice affatto: si limita ad escludere che in un tale contesto
possa esistere la capacità di conoscere esattamente il passato e di
prevedere esattamente il futuro.

In altri termini la dimostrazione sulla quale abbiamo convenuto esclude
l'esistenza dell'intelligenza onnisciente di Laplace (il "diavoletto"
che si arroga una facoltà che spetterebbe in via esclusiva all'essere
fuori contesto per eccellenza) ma non esclude affatto la possibilità che
possa esistere un contesto in cui ogni cosa è assolutamente necessaria e
predeterminata.

Ciò che si ricava è semmai la descrizione di una proprietà abbastanza
sorprendente e controintuitiva di un tale contesto: pur essendo in esso
ogni cosa assolutamente predeterminata nulla in esso è assolutamente
predeterminabile.

In un certo senso la dimostrazione di cui si tratta non solo non confuta
la Teoria del Determinismo ma la rafforza.

Da qui si può andare oltre, perché ciò di cui abbiamo negato l'esistenza
è la "assoluta conoscenza", non abbiamo affatto negato la parziale o
approssimativa conoscenza del contesto che consente di prevedere in modo
parziale e approssimativo il futuro conoscendo in modo parziale e
approssivamente il passato.

Decaduto in questo ambito limitato il "diavoletto" indossa il camice
dello scienziato e con luciferina determinazione inizia la scalata alla
vetta impossibile.

Scesi dal reame astratto della logica e posti i piedi a terra , tenuto
conto di cosa lassù abbiamo visto, si può procedere a riscontrare
empiricamente la Teoria del Determinismo nell'ambito che ci è concesso
conoscere.

Ad esempio, con qualche passaggio logico, si dovrebbe arrivare a
presumere che se il Mondo fosse un contesto deterministico in esso non
sarebbe possibile alcun confronto o misura, né alcuna conoscenza,
definibile come assolutamente esatta;
si dovrebbe riconoscere che in un tale contesto non può esservi alcuna
assoluta separazione o vuoto tra le cose; che ogni teoria o processo
logico non può che fornire risultati approssimati o probabilistici,
salvo che alla loro base non si pongano verità assiomatiche che
consentano di superare arbitrariamente questo limite.

Vi sarebbero molte altre cose sulle quali riflettere ma preferisco non
confondere troppo il quadro. Quello che posso dire dal mio modesto
punto di vista è che finora nell'ambito dell'esperienza e in quello
della teoria non ho trovato nulla che contraddica la Teoria del
Determinismo; ne ho trovate molte che invece la confermano.

Ciao.

Il 31/01/2014 14:06, Loris Dalla Rosa ha scritto:

CUT
> ----------------
> (*) "Dobbiamo dunque considerare lo stato presente dell'universo come
> effetto del suo stato anteriore e come causa del suo stato futuro.
> Un'intelligenza che, per un dato istante, conoscesse tutte le forze di
> cui è
> animata la natura e la situazione rispettiva degli esseri che la
> compongono,
> se per di più fosse abbastanza profonda per sottomettere questi dati
> all'analisi, abbraccerebbe nella stessa formula i movimenti dei più grandi
> corpi dell'universo e dell'atomo più leggero: nulla sarebbe incerto per
> essa
> e l'avvenire, come il passato, sarebbe presente ai suoi occhi." (Laplace,
> 1814)
Received on Tue Feb 04 2014 - 16:54:15 CET

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