Elio Fabri
> "Loris Dalla Rosa"
> > Fenomeni sono anche gli oggetti impossibili, come p.e. questo:
> > http://it.wikipedia.org/wiki/File:Penrose_triangle.svg
> > oppure il classico bastone dritto che nell'acqua appare spezzato.
>
> > "Di per se'" non sono fenomeni contraddittorii: la contraddizione
> > subentra come momento logico successivo, in un giudizio sotto cui il
> > dato di fatto e' erroneamente assunto. Nel triangolo impossibile,
> > per esempio, l'errore consiste nel considerarlo un fenomeno
> > *oggettivo*, quando e' spiegabile senza contraddizione come fenomeno
> > *psicologico*, secondo leggi della psicologia della percezione. Ma
> > e' ampiamente dimostrato che tutto questo non interessa i fisici,
> > per cui ti invito, se vuoi continuare questa discussione, a
> > riportarla nel nostro ng di filosofia. Da questo mi sono gia'
> > congedato.
> ...
>
> Il "triangolo impossibile" *non è* (a mio giudizio) un fenomeno: è
> solo un disegno, e naturalmente quando si tracciano dei segni (a
> matita, a penna, col computer) su un foglio di carta si può produrre
> qualsiasi cosa, che non può essere chiamata un "oggetto", se non nel
> senso banale che si tratta appunto di un foglio di carta variamente
> sporcato.
Nossignore. Loris ha spiegato bene, anche partendo dall'etimo, che cosa
significa 'fenomeno'. Non è qualcosa che accade, ma è ciò che si mostra
di qualcosa che accade, che è cosa ben diversa.
Se ne sta discutendo a fondo su icfm, perché la questione non è semplice
affatto.
Ma, a parte la discussione altrove, penso che anche per i fisici sia
chiaro che l'osservazione - da parte delle persone ma anche degli
strumenti - non è l'acquisizione diretta della realtà, che è
impossibile, ma solo di ciò che della realtà si mostra. Fra noi e la
realtà c'è una barriera insormontabile, perché la percezione (sensorio o
strumentazione) si limita a registrare dei segnali provenienti dalla
realtà. Ebbene, ciò che si mostra della (presunta) cosa osservata - non
la cosa osservata - noi possiamo chiamare 'fenomeno'.
La cosa osservata può non esserci, come può dimostrare un qualunque
setting di realtà virtuale, ma tutti i segnali della sua presunta
esistenza possono esserci, ossia c'è il fenomeno ma non c'è la cosa di
cui crediamo che quei segnali provengano, non esiste, è virtuale.
Proprio la realtà virtuale dimostra l'assunto, ossia l'assenza di un
legame indissolubile fra fenomeno e realtà. A noi è accessibile solo il
primo. Io dico, nel mio piccolo di chiacchierone ignorante e presuntuoso
[cit.], che il fenomeno è l'interfaccia fra noi e ciò (reale o no) che
si mostra in quel modo - con quei segnali (visivi ecc.)
Perciò, che sia su un pezzo di carta o in un sofisticato setting di
realtà virtuale, dove il triangolo di Möbius fosse proiettato in 3D, in
movimento, in un cielo pieno di stelle, per noi è un fenomeno.
Ma lo dimostra la tua stessa osservazione: tu, in base ai segnali
(visivi) che hai ricevuto, e non certo dal triangolo in sé o dal foglio
o dal tuo monitor, hai deciso che c'è alle spalle di tali segnali una
certa realtà. Dunque proprio per te era un fenomeno.
> Filosofi, sia detto per inciso, tra i quali non mi sento di annoverare
> il tuo interlocutore che si fa chiamare "Omega": a mio parere costui è
> solo un chiacchierone ignorante quanto presuntuoso, e per questo l'ho
> da tempo tagliato fuori dai post che accetto nel NG.
Costui, pur ignorante e presuntuoso nonché chiacchierone, non è un
filosofo e non ha mai affermato di esserlo. Lo dicono solo i fisici del
gruppo, che evidentemente si sbagliano.
Non devi credere a tutto quello che dicono i fisici :))
Con osservanza
Omega
Received on Sat Feb 22 2014 - 21:03:20 CET