Re: Michelson e Morley

From: gino-ansel <giselmi_at_alice.it>
Date: Sun, 6 Apr 2014 05:17:46 -0700 (PDT)

Il giorno sabato 5 aprile 2014 22:44:48 UTC+2, lefthand ha scritto:
> Il Sat, 05 Apr 2014 10:18:11 -0700, giselmi ha scritto:

> > Possibilissimo, ma a me interessa solo il fatto oggettivo:
> > il braccio si accorcia o no?
> La domanda è mal posta. La domanda fisicamente corretta è: se misuro la
> lunghezza del braccio nelle diverse condizioni, ottengo risultati diversi
> o no? Il resto è solo un cercare di mettere vino nuovo (il risultato
> sperimentale) in otri vecchi (il paradigma precedente, ovvero il senso
> comune che ti dice che il braccio HA una lunghezza che sta scritta da
> qualche parte nel mondo delle idee).
> Insomma, il "fatto oggettivo" _non è_ la lunghezza del braccio, ma il
> risultato uscito dalla misurazione, punto.

D'accordissimo

Abbiamo un interferometro a bordo del solito treno, noi ce ne stiamo
sulla banchina mentre Lorentz e Einstein sono sul treno. La
ferrovia disegna un anello, cosi' il treno puo' ripassare in velocità
davanti a noi.

Il treno parte, uno dei bracci dell'interferometro punta verso la
locomotiva e vogliamo sapere che gli succede.

Lorentz dice che il braccio s'accorcia, ma anche il suo metro
s'accorcia e che quindi non può provarlo. Noi potremmo saperlo perche'
potremmo traguardare testa-coda del regolo da fermo e vedere che succede
quando ripassa in velocità (in teoria, in pratica ovviamente e' impossibile).

Poi chiamiamo Einstein e gli leggiamo da un Caldirola per
licei scientifici, dove a proposito di cinematica relativistica c'e'
scritto che: 'La lunghezza di un'asta in movimento (parallela alla
direzione del moto) risulta contratta ... rispetto alla lunghezza della
stessa asta misurata in quiete'

Cio' fatto chiediamo a Einstein che differenza ci sia fra lui e Lorentz e,
secondo taluni, egli ci direbbe: <Una differenza enorme, Caldirola doveva
scrivere *vista in quiete*, non *misurata in quiete* perche' al regolo non
succede proprio niente, siete voi che lo vedete più corto se e' in movimento>

Ecco cosi' risolto il mio dubbio:
- In Lorentz c e la velocità dell'osservatore si compongono, ma la
  contrazione del regolo ne annulla l'effetto.
- In Einstein invece le velocità non si compongono e il regolo non si contrae
 (ovviamente se il regolo si fosse contratto si sarebbe visto la sfarfallio
  atteso da MM).

Benissimo, ma *noi* vediamo il regolo contratto, come lo vede la luce?

* * *

Caldirola scrive anche: <La durata di un fenomeno visto in movimento
risulta dilatata ... rispetto alla durata dello stesso fenomeno
visto in quiete>

Perche' qui mette l'accento sul 'visto' mentre prima no?
Ed e' proprio giusto questo 'visto'?
Come mai gli orologi di Halele Keating ritornano sfasati rispetto
ai nostri? Per non parlare del gemello viaggiatore!

Certamente un metro perde memoria delle sue oscillazioni cosi' come
l'orologio portato a terra ritorna a battere normalmente, ma il suo
*contatore* tiene memoria di quel che e' successo.

Percio' a me pare che si tratti di robe oggettive, mica di punti di vista.

Siamo proprio sicuri che Einstein intendesse dire:
<... al regolo non succede proprio niente, siete voi che lo vedete più
corto se e' in movimento> ?
Received on Sun Apr 06 2014 - 14:17:46 CEST

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