Re: la materia oscura non dà alcun segno quando cade in un buco nero?
Il giorno lunedì 7 aprile 2014 01:04:53 UTC+2, Soviet_Mario ha scritto:
...
> > Poniamo di distribuire entro l'orbita della Terra una massa aggiuntiva pari a quella del Sole in modo perfettamente uniforme all'interno dell'intero volume disponibile (circa 4 (UA)^3 , dove UA indica l'Unità Astronomica pari a circa 150.000.000 km): la velocità di rivoluzione della Terra, a parità di orbita, passerebbe in questo caso da 30 km/s a circa 43 km/s.
>
>
> mmm, ritorna il tipo di ragionamento che facevamo con
>
> Bibbiani e già non avevo capito, e non lo capisco ancora.
>
Perché evidentemente sei disturbato da qualcosa che ti trae in inganno.
Vediamo se riesco a spiegare...
> E se questa massa aggiuntiva già esistesse, non concentrata,
>
> ma distribuita ad hoc in modo che il valore della costante
>
> di gravitazione (G) da noi misurato venisse fuori quel che è ?
La costante di gravitazione qui non c'entra: stiamo parlando di masse.
Fino a prova contraria la costante di gravitazione è la stessa ovunque nell'Universo.
> Quel che non capisco è : se il nostro unico "probe" è la
>
> gravità ma non abbiamo modo di incrociare i dati da fonte
>
> gravitazionale coi dati da una qualsiasi altra fonte, che
>
> possiamo mai inferire sulla distribuzione della materia oscura ?
Semplicemente confrontiamo le nostre stime della massa visibile presente in un dato spazio con gli effetti gravitazionali subiti da particelle di prova in quello spazio, assumendo valida la legge di gravitazione di Newton.
Questa disamina scrupolosa ci fa concludere che:
1) mentre all'interno del sistema solare non manca nulla, ovvero gli effetti dinamici sui corpi del sistema si spiegano con l'azione delle sole masse visibili (e quindi sono da escludere concentramenti rilevanti di materia oscura, localizzati e/o distribuiti che siano);
2) all'interno della Galassia e delle galassie spirali (non solo in quelle) la dinamica stellare è spiegabile:
a) o salvando la legge di gravitazione di Newton, ma postulando ingenti quantità di materia oscura (rimanendo nel quadro classico);
b) o ipotizzando modifiche radicali alla legge di forza o alla gravità newtoniana su grandi distanze, ma senza far intervenire la materia oscura (oltre il quadro classico);
c) ipotizzando altre possibile teorie diverse da b) e c) (oltre il quadro classico).
> Quale che sia la sua distribuzione (anche la sua assenza
>
> magari), sarebbe tale da averci fatto ottenere le equazioni
>
> e le costanti quali le conosciamo ...
E' proprio l'applicazione delle leggi e delle costanti quali le conosciamo (accreditata nel sistema solare e anche fuori, dai risultati di tre secoli di meccanica celeste forieri di risultati positivi) a contesti diversi, che ha condotto a contraddizioni insanabili, le quali hanno spinto ad ipotizzare la presenza di materia oscura, in una determinata quantità e con una determinata distribuzione, in modo da poter "risolvere" i problemi in accordo con la dinamica dei moti osservati sia nel sistema solare, sia all'interno delle galassie spirali e degli ammassi di galassie.
...
> Mi sfugge come poter
>
> mai pensare di ottenere "misure CON" e "misure SENZA" e
>
> poter così dissect il contributo oscuro da quello visibile
>
> ... boh :-(
L'ho spiegato sopra.
Considera che per definizione si è partiti, per oltre 250 anni dopo Newton, a fare osservazioni *senza* materia oscura.
E chi mai la conosceva la materia oscura?
Il primo a porsi il problema, ma allora veniva definita "massa mancante" e si riteneva che potesse essere benissimo materia ordinaria non visibile, fu Zwichy negli anni 30' del secolo scorso osservando la dinamica interna dell'ammasso della Chioma di Berenice (Coma cluster).
Saluti,
Aleph
Received on Mon Apr 07 2014 - 15:12:54 CEST
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