misure del secondo ordine
Di fisica (e ancor meno di matematica) ne so poco. Leggo in
http: //www.brera.unimi.it/SISFA/atti/2003/16-34Selleribari.pdf
ma ho difficolta' a capire (il maiuscolo è mio):
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Purtroppo, come abbiamo detto, nel Novecento nessuno sapeva come
sincronizzare due orologi lontani. Ogni metodo immaginato faceva
nascere grosse difficolta'.
Discutendo l'indipendenza della velocita' della luce dalla direzione
di propagazione Poincare' scriveva: <Questo è un postulato senza il
quale sarebbe impossibile iniziare una qualsiasi misura di questa
velocita'. Restera' per sempre impossibile verificare sperimentalmente
la validita' di questo postulato>. L'ultima frase potrebbe
essere chiamata <la maledizione di Poincare'>. Trovando impossibile
risolvere il problema per via empirica Einstein decise di risolverlo
per decreto, assumendo l'invarianza della velocita' della luce: questo
e' il secondo postulato della TRS. Come abbiamo visto egli considerava
questa ipotesi solo una comoda convenzione.
Ciò detto resta pur sempre vero che c (andata-ritorno) è misurabile.
LA FISICA CLASSICA PREVEDE UNA VARIAZIONE DOVUTA
AL MOVIMENTO DELLA TERRA MOLTO PIU' PICCOLA DI
QUELLA DELLA VELOCITA' DI SOLA ANDATA.
Piu' precisamente, se nel laboratorio terrestre si cambia la direzione
di propagazione, prevede che c (a-r) abbia variazioni del SECONDO
ORDINE, cioè dell'ordine di v^2/c^2 circa 10 alla -6
Una delle misure piu' precise di c (a-r) è stata fatta nel 1978 da un
gruppo inglese e ha dato il risultato: = (299 792,4588 +- 0,0002) km/sec
valore confermato da altri esperimenti successivi (1987). Dunque c (a-r)
e' nota con un errore percentuale di 10 alla -9 mille volte più piccolo
di quanto necessario per rivelare effetti del SECONDO ORDINE dovuti al
movimento della Terra. Eppure prima e dopo il 1978 non si e' mai vista
una dipendenza della velocita' della luce dalla direzione di propagazione,
in accordo con una serie di MISURE PIU' INDIRETTE fatte per rivelare
l'esistenza del sistema dell'etere. Ecco dunque il primo fondamentale
dato empirico:
D1. Entro un piccolo errore la velocità della luce di andata e ritorno è
invariante perché non cambia né con la direzione di propagazione né
con l'epoca in cui viene misurata
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CAVOLISSIMO !!! proprio un attimo prima di spedire per chiedervi se
dovevo intendere che se un motoscafo viaggiando a velocita' costante
rispetto all'acqua, risalisse un fiume per un miglio e poi tornasse
indietro impiegando il tempo X, impiegherebbe Y facendo viceversa, ma
RILEGGENDO CON ATTENZIONE *D1*
mi sono reso conto che diceva proprio quello che pensavo:
se ci vuole X a risalire-scendere
ci vuole pure X a scendere-risalire.
Spedisco ugualmente per esprimere la mia indignazione: tutta 'sta
pappardella per dire una cosa ovvia e che un povero sprovveduto di
passaggio come me intendeva come che se la <maledizione
di Poincare'> fosse stata superata nel 1978.
Received on Mon Jun 02 2014 - 08:49:41 CEST
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