Re: Arancione e marrone

From: Luciano Buggio <buggiol_at_libero.it>
Date: Wed, 2 Dec 2009 12:20:42 -0800 (PST)

On 2 Dic, 10:57, Enrico SMARGIASSI <smargia..._at_ts.infn.it> wrote:

>
> Gia' che ci sei, cpia e incolla i post che ne sono seguiti, dove la tua
> ipotesi e' stata francobollizzata :-)

Comincer� da questo, il prmo che mi � apparso (che non sia del
presente dibattito) con google.digitando buggio marrone bambina.
Leggitelo tutto, i miei amici (che non sono fisici) mi hanno detto che
� molto divertente)
Moderatore permettendo.

Luciano Buggio
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Il legno non � marrone: diventa marrone.
Tagliato di fresco, � per lo pi� bianco giallino, rossiccio, ambrato.
Il noce, che passa per marron, tagliato fresco � grigio.
Lo so anche perch� sono un artigiano del legno, faccio il restauratore
di
mobili.
Una trave vecchia di quattrocento anni di abete, che nuovo � bianco,
se la
tagli la vedi bruna, ed infatti c'� chi ne fa assi per produrre i
falsi o
le imitazioni dell'antico. Non parliamo del noce, che diventa di un
bel
marron tanto pi� scuro quanto pi� � vecchio.
Tanto pi� i legni sono vecchi, tanto pi� � difficile distinguerli:
cos�'
agisce l'entropia, fa perdere l'informazione.
Questo vale ancor di pi� per le loro superfici, soggette anche ad
altre
azioni per via di agenti esterni.
Si dice che i mobili antichi sono marroni e magari si pensa che lo
siano
da sempre, che � come dire che sono sempre stati antichi, anche
quando
sono usciti dalla bottega dell'ebanista.
Un troumeau intarsiato del Settecento ci appaare oggi tutto marron, e
gli
intarsi policromi non si distinguono quasi pi�.
Quando � stato costruito era una festa di colori. Ora c'� la famosa
patina, "la patina del tempo", che secondo la scuola dominante di
restauro
va conservata, naturalmente perdendo con l'informazione dei colori e
dei
disegni tutta la bellezza del manufatto.
Ma tant'�.
Io appartengo ad una scuola eretica di restauro che mi sono inventato
io,
secondo cui va restituito al mobile l'antico splendore, e dai
colleghi
sono considerato un assassino. Meno male che ha vinto la mia scuola
nella
diatriba per il resturo degli affreschi della Cappella Sistina:
lasciarli
coperti di sporco, che non si vedevano, o farli ritornare com'erano,
secondo le intenzioni dell'autore? Vedete un po' voi.
Naturalmente se non mi lavo da tre mesi non si chiama "patina del
tempo"
il dito di unto che ho addosso.
Si chiama "sporco". Ma per i mobili � evidentemente diverso.

Ma forse tu ti riferivi a come appare la legna degli alberi: infatti

marrone (quasi sempre), per via della corteccia, anche quando sono
vivi e
vegeti.
lL corteccia � un rivestimento coriaceo che protegge la parte vitale,
in
essa (la cortecccia) i processi di ricambio avengono molto pi�
lentamente: �
come fosse
pi� vecchia. Cresce meno velocemnete, ed infatti per questo si
screpola,
come un vestito che non si rinnova con la crescita di chi lo porta,
diventa stretto e quindi si strappa dappertutto. E come un vestito
che
non si cambia, � bene che sia marorne (in ogni modo alla lunga lo
diventa),
perch� non si macchi.
C'� un limite allo sporco. Quando lo sposco � molto, non � pi� sporco.
Una
macchia su un vestito � disdicevole, ma se � grande
come tutto il vestito no.


Dove hai visto poi che la legna che marcisce diventa grigia? Non
diventa
ancora pi� marron, come tutte le cose che marciscono?, dalla frutta
alla
verdura alla carne?


Sta di fatto che tutti i processi di degradazione, per quel che
appare,
sembrano condurre ad un aspetto marrone, qualsiasi essi siano.
L'invechiamento del legno � processo diverso dalla sua marcescenza e
dalla
marcescenza della carne, e lo stesso invecchiamento interno � cosa
diversa
dall'ossidazione e la formazione della patina sulla superficie
esposta
all'esterno. La degradazione del cibo in feci � ancora processo
diverso,
in cui interviene un colorante secreto dall'organismo. I tegoli una
volta
rossi delle case diventano marron per un processo che � credo ancora
diverso, e diverso da quello per cui per ossidazione anche il lucido
ferro
diventa marron arruginendosi, e diversa � la dianmica con cui colori
mescolati insieme ci danno il marron, sia essa sottrattiva o quel che
si
vuole
. Cos� la terra dei campi sar� marrone per altre ragioni, e per altre
ragioni i frati francscani si mettono il saio marron.
Magari queste differenze le spieghi tu alla mia bambina: Io la volevo
solo
aiutare a osservare il mondo con occhi incantati, ma disincantati da
tante
cose che possono distrarli ed impedire loro di cogliere delle
ricorrenze,
delle "leggi".


E poi bruciare non vale.
La piccina non mi obietterebbe che "il legno bruciato � nero",
semplicemente perch� sapr� che cos'� il carbone.
Secondo te il carbone � legno? Il carbonio amorfo � legno?
Bruciare non vale perch� quando bruci una cosa non � pi� quella e noi
qui
stiamo parlando solo di cose che cambiano colore invecchiando o
degenerando, non di cose che spariscono o diventano altre cose.
Giordano Bruno e le sue idee dovevano infatti essere bruciate, non
sarebbe
bastato passarli per un tritacarne.
Quando si brucia si cancella, diventano volatili i componenti, e vien
fuori il nero del vuoto, il grigio di un pugno di cenere, la morte.
L'oggetto sparisce e non mette conto parlarne pi�
Ma se proprio vuoi farlo, per arrivarci si passa attraverso il
marrone:
oserva un foglio di carta bianca che va a fuoco. Diventa prima giallo,
poi
marrore sempre pi� scuro e poi un velo nero che se ne va via: � un
foglio
di carta nero quel velo? Lo chiameresti un foglio di carta?. Forse lo
era
ancora un attimo prima di diventare nero, di dissolversi, ma poi?
E quando cucini una bistecca? Bella rossa quando te la porti a casa, e
poi
marrone ai ferri.

Certo, se tua moglie se la dimentica sul fuoco, e ti serve un pezzo
di
carbone su un piatto non le chiederesti forse:
"E che �, una bistecca, questa roba?"?.


Naturalmente la mia morettina alla fine della storia mi guarder�
perplessa
e mi dir�:
"Ma pap�, sei proprio tonto, i capelli del nonno sono bianchi!"
Ciao.
Luciano Buggio
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Received on Wed Dec 02 2009 - 21:20:42 CET

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