On 26 Nov, 18:13, "Tommaso Russo, Trieste" <tru..._at_tin.it> wrote:
> Luciano Buggio ha scritto:
>
> > On 23 Nov, 17:46, "Aqual..._at_despammed.com" <Aqual..._at_despammed.com>
> >> Secondo gli articoli scientifici che si trovano sul web (uno bello
> >> chiaro te lo hanno pure linkato (cut)
> > Si, questo:
> >http://arxiv.org/pdf/astro-ph/0608665v1
> > ...la traduzione non � disponibile.
>> Ho pensato che un lavoro cos� importante, che spiega la dinamica e la
> > morfologia delle barre delle galassie, dovessere essere noto non solo
> > ai cittadini di lingua madre inglese, ma diffuso in tutti i paesi, e
> > magari anche inserito, coi linguaggi adatti agli utenti di turno, nei
> > manuali scolastici, nei tesi divulgativi ecc.
>
> Ma scusa, ti pare che l'esatta genesi delle galassie sia un problema
> *tanto* importante da dover essere fatto studiare nelle scuole?
>
> A me pare una curiosita': come chiedermi, come ho fatto tante volte,
> perche' i ciottoli del greto del Tagliamento abbiano formme tanto
> diverse fra loro. Per un modello semplice (masse cristalline omogenee,
> interazioni di sfregamento completamente casuali) dovrebbere essere
> tutti piu' o meno sferici... e invece ne trovi di appiattiti, di
> squadrati e anche concavi!
>
> E' evidente che una teoria *generale* dell'arrotondamento dei ciottoli
> fluviali non c'e', che per ogni singola forma bisognerebbe considerare
> la forma iniziale al momento della frana, la struttura cristallina, i
> piani di resistenza, la possibilita' che uno sia rimasto incastrato ed
> eroso dalla stessa parte per lungo tempo... insomma, la *storia*
> particolare di ogni ciottolo.
>
> Io non ho dubbi che ricostuendo la storia di *un* ciottolo si riesca a
> spiegare la sua forma attuale utilizzando solo le leggi della Fisica
> note, senza bisogno di introdurne di nuove. Ma questo non significa che
> se qualcuno mi propone una teoria orgonica dello sfregamento fra i sassi
> *io debba* dimostrargli che la forma di *ogni* sasso e' spiegabile
> facendone a meno. (E magari poi scopro che qualcuno l'ha anche fatto,
> per alcune classi di forme, per ottimizzare lo sfruttamento delle cave
> per il cemento. OK, la conoscenza si nutre anche di queste cose. ma
> perche' dovrei diventare ingegnere cavatore solo per soddisfare una
> curiosita'?)
>
> E lo stesso vale per la forma delle galassie.
Conosco molto bene i sassi, li ho manipolati ad uno ad uso,
osservandoli bene, a decine di migliaia..
Per molto tempo, anni fa, andavo a raccoglierli sulle spiagge
soprattutto romagnole e marchigiane (Sassonia), dove sono pi� piatti,
probabilmente perch� i sedimenti stratificati degli Apennini che
attraverso i fiumi che ne scorgano alimentano il pietrisco costiero
son pi� sottili di quelli delle Alpi (i sassi del Tagliamento e del
Piave sono troppo rotondi per i miei gusti) che forniscono invece il
litorale veneto, che sarebbe stato pi� alla mia portata, e quindi i
frammenti variamente sagomati e levigati (oltre che pi� variamente e
meravigliosamente colorati) meglio si prestavano alla composizione di
bellissimi fiori (i miei famosi si fa per dire "fiori di sasso) che
vendevo nella mia bottega artigiana.
Ma ti voglio fornire una metafora pi� calzante,visto che nel caso dei
sassi la morfologia individuale � inficiata da sistematiche condizioni
iniziali, e visto anche che le galassie sono pi� eteree e stanno in
cielo.
Le nuvole.
Le nuvole hanno le forme pi� diverse e strane.
Certo non istituirei un corso, nemmeno universitario (non dico
elementare, anche se--), per soddisfare l'incontenibile richiesta del
mercato che urge per conoscere la genesi ad n-corpi di quella nuvola
che assomiglia proprio a mio cognato.
Se chiedi ad un fisico dell'atmosfera di dedurti una nuvola a forma
di pecora ti risponde, se � persona gentile, che ha altro da fare: �
in grado invece di dedurti l'intero gregge.
Il cielo a pecorelle (pioggia a catinelle), cio� i cirri, come i
nembi, i cumuli e gli strati (ricordo ancora la lista dai tempi delle
scuole medie), sono tipi morfologici oggetto di uno studio del quale
non si pu� certo dire che i lavori sono in corso, perch� abbiamo
modelli idrodinamici che ne danno conto. I lavori per la deduzione
del gregge sono conclusi, perch� appartengono alla semplicit�, mentre
apparterrebbero alla complessit� i lavori per la deduzione della
quantit� di pecore alla data ora del dato giorno sopra Berlino, e se �
proprio vero che piover�, come dice il popolo: ovvero per la
deduzione in particolare della pecora, magari isolata, che si
presentasse con tutte e quattro le zampe, anzich� come un batuffolo di
cotone, e con magari il pastore abruzzese vicino.
No, Russo, le galassie non sono n� sassi n� nuvole.
Ovvero, sono come i miei sassi in quanto piatti o come i cirri nembi
cumuli strati.
Immagina di vedere in cielo una nuvola fatta (mi limito, per non
infierire, ad una forma semplicissima, tra le pi� semplici) a forma di
sombrero mexicano.
E' successo, ed hanno gridato all'Ufo.
Ma cacchio, perch�. se � vero che le galassie hanno la stessa
complessa dinamica delle nuvole, nessuno ci vede dei manufatti, o
quantomeno si stupisce della loro forma?
La mia conclusione, pi� volte ribadita, � che le galassie non sono
oggetti della complessit�. Certamente lo sono per le caratteristiche
individuali, non ci sono due barrate o due spirali uguali, come non ci
sono due batuffoli di cotone uguali, e con la mia teoria non ho mai
avuto la pretesa n� il prurito di giustificare queste particolari
accidentalit�, queste, s�, indegne di uno studio, uno studio che,
questo s�, rientrerebbe nell'analisi del complesso .
Ciao.
Luciano buggio.
http://www.lucianobuggio.altervista.org/pdf/galassie.pdf
Received on Fri Nov 27 2009 - 07:54:28 CET