Re: [MQ] Teoria della misura di Zurek

From: Maurizio Malagoli <maurizio.malagoli_at_gmail.com>
Date: Wed, 29 Nov 2017 12:35:15 -0800 (PST)

Il giorno mercoledì 29 novembre 2017 12:05:02 UTC+1, Lorents ha scritto:
> Il 23/11/2017 16:24, Maurizio Malagoli ha scritto:
> Ciao Maurizio,
> ...



Grazie per le risposte: da esse ho capito che studiare meglio la decoerenza sia qualcosa di molto interessante da studiare e, anche se non sono molto d'accordo su alcune cose, espone un modo di vedere che senz'altro aiuta a comprendere meglio la situazione. Di seguito ti espongo alcuni miei dubbi/considerazioni.

Penso che la frase di Gisin sia quella, almeno per me, che spiega il tutto.

In fondo, ciò che manca sempre è una definizione chiara ed univoca di alcune entità concettuali che vengono definite: misura, evento, ...



Citando wikipedia, scrivi: "un evento è una qualsiasi affermazione a cui, a seguito di un esperimento o di un'osservazione, si possa assegnare univocamente un grado di verità ben definito", oppure scrivi "L'interpretazione di Copenhagen presuppone una situazione di laboratorio con un tecnico che fa le misure e che può ripetere lo stesso esperimento a piacere",



sembra dire che per la MQ sia necessario (scrivi 'presuppone') un esperimento e che l'esperimento sia necessario anche per definire un evento, ma, almeno per come la vedo io, in laboratorio succede esattamente quello che succede in natura per conto suo, con o senza il tecnico, con o senza esperimento: la differenza è solo che un tecnico assegna dei numeri (misura o grado di verità) e non è certamente questa assegnazione che fa cambiare il corso della natura, la sequenza degli eventi e noi dovremmo avere un modello che descriva la natura anche senza esperimenti.

Per quanto riguarda la parola FAPP, non la considero assolutamente un nomignolo, ma un modo veloce per riassumere bene alcune problematiche.
Ad esempio, ed è questo che ti chiedevo:
nella decoerenza + storie quantistiche è vero che si considerano, in certe situazioni, equivalenti una miscela statistica e uno stato puro?


Questo nonostante esista una osservabile che le possa distinguere, anche se difficilmente realizzabile in un esperimento? Il difficilmente realizzabile non dice impossibile: se fosse impossibile qualcosa nella teoria ce lo dovrebbe dire, il difficilmente è una situazione FAPP: ai fini pratici non interessa andare oltre.

Ultimo punto:
perché chiami paradosso il teorema di Bell?
Ciao
Maurzio
Received on Wed Nov 29 2017 - 21:35:15 CET

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