Re: attrito radente

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it>
Date: Thu, 15 Nov 2012 21:47:08 +0100

Chenickname ha scritto:
> Per distinguere poi le leggi "basic" da quelle "empirical" dice che
> queste ultime, piu' le gratti e piu' si complicano, mentre le prime,
> come F=ma, restano sempre pure. Ora, notando che persino F=ma, se
> accelero troppo e mi avvicino alla velocita' della luce, comincia
> anche lei a complicarsi, inevitabilmente la distinzione diventa tra
> "leggi che se le gratti si complicano assai" e "leggi che se le gratti
> si complicano un pochino".
Non � cos�. F. dice che in casi come l'attrito, quanto pi� cerchi di
esaminare il fenomeno da vicino e con precisione, tanto pi� le cose
risultano complicate, e diventa difficile esprimere il risultato con
una legge semplice.
Nell'esempio che tu fai di F=ma, � ben vero che ad alte velocit� la
legge di Newton non vale, ma quella che la rimpiazza *non �* pi�
complicata (a meno che tu non ti spaventi per una radice quadrata :) )
e la nuova legge relativistica � pi� generale, e valida anche a piccole
velocit�. Quindi hai *ampliato* il campo di validit� di una legge,
senza dover tirare in ballo fenomeni nuovi, come invece accade per
l'attrito.

> La distinzione, allora, passa tra quell'"assai" e quel "pochino".
> Diventa cioe' analogica. Ed ogni buon epistemologo, come farebbe
> Popper, a questo punto pretenderebbe di tracciale un linea di
> demarcazione: di qua le leggi che se le gratti si complicano assai con
> la "complicanza" fino al valore "X" e di la' le leggi che si
> complicano solo un pochino, al di sotto del valore "X".
Qui secondo me stai solo giocando con le parole.
Popper e il suo "criterio di demarcazione" non c'entrano proprio
niente, e ho gi� spiegato che non si tratta di complicare poco o molto:
c'� una differenza *qualitativa* sul *tipo* di complicazioni cui si va
incontro.

> Temi giustamente. Temo proprio di non scorgere una gran differenza
> sostanziale in ogni caso in cui, dalle osservazioni e dalle esperienze
> empiriche, si ricavano delle leggi a carattere generale. Anzi temo
> proprio il contrario, cioe' che i fisici o gli addetti ai lavori
> finiscano per mitizzare troppo quelle leggi.
E' vero, questo � il punto di contrasto.
La mia controobiezione polemica � che ragionando come fai tu si
appiattisce la fisica su un piatto empirismo.
Certamente ci sono stati personaggi importanti che hanno sostenuto
questo punto di vista, per es. Mach con la sua concezione "economica"
delle leggi fisiche: valgono solo in quanto "riassunti" di risultati
di esperimenti.
Sicuramente Einstein, che pure si dice sia molto stato influenzato da
Mach, su questo non sarebbe stato affatto d'acordo.

> Che cos'e' una legge fisica? Una legge divina imposta dal Grande
> Architetto all'Universo affinche' questo funzioni o la
> matematizzazione di un modello mentale arbitrario da cui noi vogliammo
> ottenere risultati quantitativi comparabili con quelli fenomenologici?
Niente Grande Architetto, ma i "modelli mentali arbitrari" non sono
tutti sullo stesso piano.
Non � lecito appiattire (ho gi� usato questo verbo :) ) per es. la
grande sintesi data dalle eq. di Maxwell allo stesso livello delle
tante formule empiriche che pure sono utili in campi specifici, ma non
insegnano niente di generale sul funzionamento della natura.

> Ma non e' sempre cosi'? Non hai una visione kuhniana della scienza? Il
> paradigma e' quello e lo si difende finche' conviene. Poche eccezioni
> non scrollano il paradigma. Se diventano tante mettono in crisi il
> paradigma e si ha una nuova rivoluzione copernicana. Ma non mi sembra
> proprio che sia questo il caso dell'attrito radente.
Prima mi hai tirato in ballo a sproposito Popper, adesso tocca a Kuhn...
Ti pare che sia il caso di scomodare il concetto di "paradigma" per
una banalit� come l'attrito?
Kuhn l'ha concepito (giustamente, secondo me) per ben altri ambiti.
Per es. per la meccanica newtoniana.
Altra grande sintesi teorica, che � un paradigma perch� intepreta il
mondo secondo un dato quadro di riferimenti concettuali, che non sono
soltanto le ben note leggi, ma le idee che ci stano dietro: per es. che
lo stato di un sistema sia definito da posizione e velocit� delle sue
parti, che il tempo sia una *grandezza* assoluta, matematizzata dalla
retta reale...

> Poi pero' arriva Albertino da Ulm a dire che c'e' qualche cosa che non
> va e a risolvere in altra maniera la precessione del perielio
> dell'orbita di Mercurio. E la tua bella "legge fondamentale" fa
> patatrac. Mi sfugge qualche cosa?
Non potevi trovare esempio migliore, ma contro te stesso :-)
Intanto, Albertino da Ulm non ha certo costruito la RG come "sintesi
di dati sperimentali", anzi l'esatto opposto.
E' partito da *un solo* fatto sperimentale, la scoperta di Galileo che
tutti i gravi cadono con la stessa accelerazione, e strada facendo ha
costruito qualcosa che portava molto molto pi� lontano.

Poi la teoria newtoniana non ha fatto per niente patatrac: risulta
essere un caso limite, perfettamente valido in opportune condizioni,
della nuova teoria.
Come mi � capitato di dire in qualche occasione, Einstein non ha
abrogato Newton.
                                                              

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Elio Fabri
Received on Thu Nov 15 2012 - 21:47:08 CET

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