Il giorno Tue, 13 Oct 2009 11:44:44 +0200, "Dario de Judicibus"
<nospam_at_nowhere.com> ha scritto sul newsgroup it.scienza.fisica:
>"Ilmondo2001" <ilmondo2001_at_x-xyahoo.it> wrote in message
>news:3ch8d51j7n29cgks83m549p01v8gtn5bnm_at_4ax.com...
>
>> Prova a dare un'occhiata al "dubbio" proposto in questo sito:
>> http://www.claudiopipitone.it/tempo.htm
>>
>> Mi pare che la problematica posta sia la stessa .
>
>Claudio afferma che �misurare un intervallo di Tempo significa,
>dimensionalmente, misurare una velocit�!�
D'accordo ma a me pare sia molto pi� vicino al dubbio che tu hai
proposto, l'altro aspetto del tempo considerato in quel sito, cio�
quello dimensionale in cui si pone la questione seguente:
"se il Tempo misurato attraverso gli orologi, possiede una
propria identit� autonoma, caratterizzabile come dimensione
fisica unidimensionale distinta e separata dalle altre
dimensioni fisiche e misurabile in quanto tale"
>In effetti tempo e velocit� sono inversamente proporzionali a parit� di
>spazio. Il punto � che il tempo, come lo spazio, dipende dal moto del
>sistema di riferimento (rel. speciale) e dalla sua posizione in un campo
>gravitazionale (rel. generale). Se operiamo localmente, ovvero se facciamo
>un esperimento che coinvolge un volume ristretto di spazio e si prolunga per
>un periodo limitato nel tempo, allora va tutto bene. Ma in ambiti pi� ampi e
>tempi pi� lunghi quale orologio uso e quale metro uso se essi sono diversi
>da un punto all'altro dello spazio?
Scusa ma a me pare che in quelle pagine venga data anche questa
risposta come conseguenza fondamentale delle premesse da cui parte.
Infatti il tempo essendo concepito come moto (il tempo scorre e quindi
� considerato un moto caratterizzato da una velocit� prefissata:
rotazione della terra, frequenza della vibrazione atomica, ecc...)
viene assunto il raggio di luce (ad esempio un raggio laser) come
campione di unit� di misura del moto coincidente con il tempo.
In buona sostanza, se ho ben capito, la velocit� del raggio di luce
laser � il campione delle unit� di misura di ci� che viene normalmente
denominato "tempo" e quindi il continuum spazio-temporale diventa un
continuum spazio-moto.
Anche in ambiti pi� ampi come tu dici, la misura della velocit� dello
scorrere del tempo (del moto identificato con il tempo) non viene pi�
influenzata dal problema della variabilit� dello spazio e del regolo
assunto a campione delle misure spaziali.
Certo che � ostico ragionare in questi termini, ma dal punto di vista
logico, filosofico e matematico non fanno una grinza (ci sono anche
degli esercizi applicativi nell'ultima pagina...).
E sempre dal punto di vista filosofico viene fatta anche una
considerazione che mi pare interessante: siccome lo spazio non �
concepibile senza il moto, in quel sito viene anche ipotizzato che lo
spazio sia una funzione del moto in quanto il punto spaziale P1 esiste
in quanto esiste il moto che porta il punto P in P1.
Potrebbe anche darsi che l'accorciamento o l'allungamento del regolo
che tu giustamente lamenti come un limite... fastidioso, sia solamente
effetto di concepire lo spazio come un elemento esistente di per se
stesso e preesistente al moto.
Noi infatti siamo convinti che innanzi tutto esista uno spazio
illimitato e che dentro questo spazio illimitato si sviluppino i moti
e poi invece ci accorgiamo che lo spazio non � qualcosa di definito ed
a se stante, ma che varia in funzione della velocit� quando viene
misurato nei moti la cui velocit� � prossima a quella della luce...
Il dubbio che vi sia qualche aspetto del problema non ancora chiarito
mi pare quindi decisamente pi� che legittimo. ;-)
>
>La mia domanda ha un senso scientificamente parlando o dipende da una mia
>"ignoranza"? E se s�, � una domanda che i fisici si sono posti? Se s�, si
>sono risposti?
Appunto: questo � il dubbio che rende per noi appassionante questa
questione e per gli scienziati costituisce evidentemente uno scoglio
ancora da superare, altrimenti come a mio avviso dice giustamente
"transumante" in un'altro messaggio di questo thread, Ulisse nei suoi
10 anni di viaggio ha letto 1000 volumi mentre Omero nei suoi 20 anni
fermo sulla Terra dovrebbe averne letti 2000, mentre � ovvio che a
parit� di applicazione nella lettura Omero ne legger� 1000 come Ulisse
a prescindere quindi dal fatto di essere viaggiatore su un'astronave o
disteso su un'amaca a casa propria...
Received on Wed Oct 14 2009 - 16:06:50 CEST