Re: Perché esistono le note?

From: Massimo 456b <"mgx654>
Date: Wed, 16 Sep 2009 17:22:05 GMT

"aieiebrazo2009" <aieiebrazo2009_at_gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:f49c9c5b-8a7b-4244-8a1f-7d43b8f0ca2f_at_m11g2000vbl.googlegroups.com...
> Come mai esistono le note? Posso pensare a un suono che cresce con
> continuit�, ma alla mia mente (come penso a quella di tutti voi) piace
> pensare la crescita in modo discretizzato, come avviene negli
> strumenti musicali. Ma da dove arriva questa discretizzazione? Che
> senso ha? E' una questione di modi normali di vibrazione del timpano?
> E' solo il fatto che la nostra mente � influenzata dal fatto che siamo
> a contatto con strumenti musicali, i quali si sono dati per
> convenzione frequenze particolari? Insomma perch� esistono le note se
> l'aria pu� tranquillamente essere considerata un mezzo continuo nel
> quale tutte le frequenze sono come le altre e non dovrebbero essercene
> di privilegiate?

E' una questione puramente semantica.
Se vuoi che un fenomeno come il suono,
che � continuo,
diventi un discorso hai bisogno
di un linguaggio che sia in attinenza con
la realt� del fenomeno.
Allora quella discretizzazione delle frequenze
e delle durate in segni diventa un modo
per comunicare una frase musicale agli
altri e ai posteri anche senza bisogno
di ascoltare nulla.
Si entra cos� nel campo della semiotica,
cio� i segni con cui comunichiamo
la musica che non consentono per�
di trasferire il valore simbolico che
una certa musica contiene.
Ecco perch� nessuno sapr� mai
come Beethoven interpretava la
sua Va.
Tutto quello che rimane � uno spartito.
Chi aggiunge del suo, cio� interpreta,
pecca di superbia.
Mi sembra che sia anche il parere di
Riccardo Muti.

ciao
Massimo
Received on Wed Sep 16 2009 - 19:22:05 CEST

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