Giulio Severini wrote:
> La critica che sto muovendo al testo � questa, precisamente: derivare
> una formula usando una variabile che ha due significati fisici
> completamente diversi.
> Ho fatto la scansione delle due pagine in questione cosi potrete
> vedere voi stessi come l'Amaldi derivi la formula.
OK, vedendo le figure e' chiaro. I ragionamenti "differenziali vettoriali" che
ti abbiamo fatto Antonio ed io sono completamente diversi (anche se, ovviamente,
il risultato e' lo stesso). Il ragionamento che ti ha fatto ?manu* e' anch'esso
differenziale, ma per componenti (e ovviamente anche il suo risultato e' il
medesimo). Quello di Amaldi sfrutta il principio che l'accelerazione e' la
"velocita' di variazione della velocita'", come la velocita' stessa e' "la
velocita' di variazione del raggio"
> Ci� che non mi
> torna nella proporzione citata � la variabile 'v', perch� prima � un
> vettore velocit�, poi un raggio.
No, e' sempre lo stesso vettore velocita', solo che nella figura 5.20 a destra
e' applicata istante per istante al punto in moto, nella figura 2.30 a sinistra
e' applicata sempre allo stesso punto origine. Quindi la *sua* velocita', cioe'
la "velocita' della velocita'" ossia l'accelerazione, ha con essa lo stesso
rapporto (grafico) che la velocita' ha con il raggio posizione OP nella figura
5.20 a destra.
>
> Pagina 68 - http://www.imageshare.web.id/images/jtb38hlg9m1fomii9gmw.jpg
> Pagina 69 - http://img222.imageshack.us/img222/8802/scansione0004.jpg
>
> Quello che vorrei sapere � come si ricavi, passo passo, la formula in
> questione.
Una volta capito il significato grafico delle due figure in 5.20, potrai seguire
facilmente il ragionamento che ti ha fatto Smargiassi (che evidentemente ricorda
molto bene l'Amaldi :-). Quando arrivi alla a/v=v/r (non vettori, ma loro
moduli), l'ultimo passo e' a=v^2/r.
Ciao
--
TRu-TS
Received on Fri Jun 26 2009 - 23:47:23 CEST