19/01/2018 21:30
Il giorno venerdì 19 gennaio 2018 16:45:03 UTC+1, Maurizio Malagoli ha scritto:
> Parli di ripetibilità di una misura, ma Landau scrive:
>
> "Questa circostanza esprime, in primo luogo, il fatto che i risultati del
> processo di misura non possono essere riprodotti in meccanica quantistica.
Che libro e a che paragrafo.
> Se l'elettrone si trovava nello stato Y_n(q) la misura della grandezza f
> effettuata su di esso dà con certezza il valore f_n.
Perché "con certezza"? Allora Y_n(q) è un autostato di f con autovalore f_n.
> Dopo la misura
> l'elettrone verrà però a trovarsi in uno stato cp_n(q), differente da quello
> iniziale, dove la grandezza f non ha alcun valore determinato.
Non capisco.
Devi chiarirmi il contesto (= che vuol dire "stato Y_n(q)").
> Cosi, sottoponendo l'elettrone a due misure successive, la seconda volta
> otterremo per f' un valore non coincidente con il risultato della prima
> misura (1).
> ...
> (1) La non riproducibilità delle misure ammette però un'importante
> eccezione: la sola grandezza la cui misura può essere iterata è la
> coordinata.
Ohibò, questa mi giunge nuova...
> Due misure della coordinata dell'elettrone, effettuate in un intervallo di
> tempo sufficientemente breve, debbono dare valori vicini;
Dipende dalla lunghezza d'onda lambda della radiazione che uso per illuminarlo: se lambda è proporzionale a Delta(t), quella conclusione mi sembra sbagliata!
> il contrario significherebbe che l'elettrone ha una velocità infinita. Dal
> punto di vista matematico, ciò è dovuto al fatto che la coordinata commuta
> con l'operatore dell'energia d'interazione dell'elettrone con lo strumento
> che è (nella teoria non relativistica) una funzione solamente delle
> coordinate."
> e, faccio notare, che anche per le misure di posizione parla di "valori
> vicini".
> Comunque, quello che scrivi mi sembra simile a quello che dice Mermin:
>
> "E una fondamentale dottrina quantistica
Ma io non la vedo come "dottrina": la vedo come risultato delle conoscenze acquisite, ovvero risultato di tutti gli esperimenti che confutano la teoria delle variabili nascoste (realismo locale).
> che una misurazione, in generale,
> non rivela un valore preesistente di una proprietà misurata.
... se il sistema non era in un autostato (dell'operatore relativo) dell'osservabile misurata.
> Al contrario,
> l’esito di una misura viene in essere attraverso l’atto di misura stesso,
> una manifestazione congiunta dello stato soggetto alla misurazione e
> dell’apparato misuratore." [Mermin 1993]
Già...
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Wakinian Tanka
Received on Fri Jan 19 2018 - 21:30:18 CET