Re: [MQ] Teoria della misura di Zurek
[lino.zamboni_at_gmail.com:]
> ho
> l'impressione che questo argomento, peraltro collaterale, susciti poco
> interesse.
Forse un po' perche' molti lo considerano piu' filosofia che
fisica e un po' perche' se ne e` gia` discusso in passato.
> b)Mi parrebbe che l' interazione sistema-apparatoambiente sia l' unica
> cosa necessaria nel definire la misura quantistica, nel senso che
> troverei la presenza di un osservatore cosciente un paradigma
> antropocentrico degno di altri tempi. Fino a quanti boccali di birra
> si può ancora considerare cosciente un "osservatore cosciente
> standard"?
Sono completamente d'accordo a meta`. :-)
OK per il fatto che la coscienza in se' non debba avere un
ruolo (che gli viene attribuito da qualche
sotto-interpretazione dell'interpretazione di Copenaghen, del
tipo "e` la coscienza a creare la realta`"), ma da un altro
punto di vista, a volte non si puo` proprio prescindere dal
coinvolgere l'osservatore, se il fatto che sia un sistema
fisico reale soggetto alle leggi fisiche (anziche' una mera
astrazione lasciata nel vago) ha effetto su cosa realmente
percepisce direttamente e indirettamente. In senso molto
lato, la scienza in generale dovrebbe spiegare la realta`
cosi' come viene percepita (e potremmo distinguere tra
realta` soggettiva, intersoggettiva e oggettiva, ma teniamoci
sul semplice).
Ci sono teorie, come quella della relativita`, che proprio
non funzionano se non si tiene conto che gli osservatori sono
soggetti alle stesse leggi fisiche di tutto il resto.
L'orologio a bordo di un'astronave in moto in un dato
riferimento O risulta rallentato, e la spiegazione che in
quel riferimento O ci si da` del fatto che il pilota
dell'astronave non se ne accorga e` che i processi interni
del pilota rallentano come quelli dell'orologio.
Nel caso in oggetto, se qualcuno chiede "ma se la MQ vale a
tutti i livelli, perche' non vediamo mai un gatto di
Schroedinger sia vivo che morto?", la risposta della MWI e`
che se l'osservatore e` soggetto alle leggi della MQ come
tutto il resto NON PUO` percepire quel gatto come sia vivo
che morto. Anche qui, come nel caso della relativita`, non ha
importanza che l'osservatore sia cosciente (puo` anche essere
solo uno strumento automatizzato), ha importanza cosa "vede",
cioe` cosa puo` misurare come sistema fisico che interagisce
con il resto. Non a caso, il lavoro originario di Everett si
intitolava "Relative State" Formulation of Quantum Mechanics,
intendendo che lo stato osservabile di un sistema e` relativo
a quello dell'osservatore.
> c1)Rispolverando le mie limitate conoscenze dell' algebra lineare per
> cercare di capire quanto più possibile della parte formale (compito
> per me assai arduo e senza garanzia di successo) ho soffermato l'
> attenzione su una proprietà formale dell' algebra dei "ket" che
> avendo la stessa struttura descrivente il comportamento di onde
> lineari derivate (dalla D' Alembert in generale, come pure dalle
> Maxwell, o più in particolare dalla Schrodinger). Tale proprietà è
> appunto la linearità che consente di avere sempre forme lineari come
> combinazione di altre forme lineari. Questa proprietà, mi sembra alla
> base del considerare tutte le diramazioni della f.o ancora come f.o
> lineari. Tutto quanto esiste nella MWI è rappresentato come lineare a
> livello "omnicomprensivo" e quindi universale. Questa posizione, se ho
> inteso bene, è in contradizione con forme non lineari persistenti
> (solitoni) che appaiono in ottica non linare, nei B.E.C., ma anche
> piu' prosaicamente nei canali, etc...
Parli di cose che non conosco, ma cosi' a naso credo che la
tua obiezione non si applichi. La MWI eredita la linearita`
dalla MQ; l'unica non-linearita` nella MQ, che la MWI
elimina, sta nel processo di misura. Ora, dato che i fenomeni
che descrivi se non ho capito male sono non lineari gia`
prima di misurarne gli effetti, direi che tra MQ e MWI non
dovrebbe esserci differenza da questo punto di vista. Se i
fenomeni di cui parli contraddicessero la MQ, credo che
qualcuno se ne sarebbe gia` accorto.
Non e` che per la MQ tutto debba sempre essere lineare in
funzione di qualsiasi parametro; deve solo essere lineare in
funzione dei ket. Se |A> rappresenta lo stato di un fascio di
luce, un fascio di intensita` doppia non e` 2|A> (che non
sarebbe neppure normalizzato), e` proprio uno stato |B>
diverso, caratterizzato da un numero doppio di fotoni, non da
una probabilita` quadrupla di trovare nel fascio gli stessi
fotoni di prima.
Poi niente impedisce di descrivere quei fenomeni con
equazioni non lineari, ma che a questo punto non credo
maneggino direttamente stati quantistici. Ma come ho detto,
qui vado a naso su cose di cui non so nulla.
> La relazione termodinamica Planck-Boltzmann, S = k * log (W), conta i
> rami della funzione d'onda ad ogni scissione, al livello più basso e
> massimamente raffinato dell'albero delle molte storie di Gell-Mann Il
> livello inferiore o massimo diviso è costituito da microstati che
> possono essere contati dalla formula W = exp (S/k), dove S = entropia,
> k = Costante di Boltzmann (circa 10^(-23) Joule/Kelvin) e W = numero
> di mondi o macrostati. Quindi un numero finito di "mondi" ed un numero
> finito di dimensioni dello spazio di Hilbert e quindi di vettori
> ortogonali.
Il numero esatto non e` ben definito, dipende dal criterio
con cui definisci i "mondi". Ad esempio, dipende dalla soglia
di irreversibilita` che vuoi adottare. Suppongo che con
definizioni differenti il numero potrebbe anche essere
infinito. La cosa mi lascia abbastanza indifferente. Mi
interessa piu' il quadro della realta` in se' che le parole
con cui vogliamo descriverlo.
> Mi piacerebbe correlare, in un caso particolare, i vettori ortogonali
> dello spazio di Hilbert alle collezioni di stati ottenuti con la
> decoerenza (quindi dopo la misura) per ottenere una maggior
> "significativita'" in relazione al : dove si nascondono "tra di noi"
> queste benedette dimensioni parallele (o meglio ortogonali!) e perchè
> non possiamo vederle? (in termini di spazio delle fasi).
Perche' siamo soggetti anche noi alla MQ, che ce lo
impedisce.
Ciao
Paolo Russo
Received on Fri Jan 19 2018 - 17:03:51 CET
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