Re: La teoria di Michele Falzone (seconda parte)

From: Valter Moretti <vmoretti2_at_hotmail.com>
Date: Wed, 27 May 2009 06:13:48 -0700 (PDT)

Cazzarola! Riprovo per la QUARTA volta a ripostare tutto

Caro Michele Falzone, proprio per scrupolo, sono andato a leggere il
tuo articolo http://www.nuovaricerca.org/costante1.htm
ci ho passato sopra 3 ore buone capendo piuttosto poco, pero' qualcosa
ho capito.

Sostanzialmente tu immagini che esista l'etere. Del quale non fornisci
alcuna propriet� se non che � un mezzo elastico, in modo da ammettere
perturbazioni ondulatorie con onde longitudinali e trasversali (di che
cosa?) onde di deformazione? non lo dici precisamente, ogni tanto
parli di onde di pressione, quindi l'etere ha una sua struttura
interna come i mezzi continui, la pressione � dovuta a particelle di
etere?), assumi che la velocit� di propagazione delle onde trasvesrali
sia differente da quella delle onde longitudinali e che il rapporto
tra le due velocit�
sia 2 pi alpha con alpha data dalla costante di struttura fine.

Osservazioni. Come e' fatto questo etere? che propriet� meccaniche ha?
Ma le piu' importanti domande sono le seguenti:

1) come � fatta l'equazione delle onde su di esso (non e' quella di
D'Alembert perche' produrrebbe velocit� di propagazione uguale per le
due polarizzazioni) Questo perch� poi consideri delle onde MOLTO
particolari e mi piacerebbe vedere quale sia l'equazione che ammetta
tali soluzioni.

2) La terra che moto ha rispetto al sistema di riferimento dell'etere?
Questo perch� il rapporto tra le velocit� di cui sopra, che e'
fondamentale, per tutte le considerazioni che seguono non pu� essere
lo stesso in ogni sistema di riferimento: se mi muovo, rispetto
all'etere, alla stessa velocita' lungo il vettore d'onda di un onda
longitudinale nell'etere essa mi appare avere velocit� nulla, mentre
quelle longitudinali continuano ad avere la stessa velocit�. Per cui
il rapporto di cui sopra � modificato...e questo significherebbe che
le propriet� dei sistemi fisici "costruiti" con le onde che dici tu
dipendono dal sistema di riferimento?

3) Come misurare il moto della terra rispetto all'etere?

Poi tu dici che esistono delle onde fatte in questo modo: c'e' un onda
longitudinale che "descrive una circonferenza" (pero' poi mi pare che
questa circonferenza diventi una sfera e non no capito pi� molto da
quel punto) accompagnata da un'onda trasversale radiale (?) che, se ho
capito bene oscilla tra il centro della circonferenza e la
circonferenza. E' cos�?
Mi pare che tu sostenga che un sistema di questo tipo sia
"stazionario": tu dici che le onde sono stazionarie. Dici anche che
tali onde sono quelle di De Broglie associate alla particella. Tu dici
che "Questo pu� solo avvenire solo se descrive una circonferenza di
raggio 137 la lunghezza d'onda trasversale da essa generata,
praticamente il centro O, con la sua onda longitudinale deve
funzionare come cassa risonante dell'intero sistema, mentre l'onda
longitudinale si propaga lungo la circonferenza."
E ancora. "L'onda di De Broglie, nulla di nuovo sotto il sole, non
dualita' onda particella, ma coesistenza di entrambe, forse troppo
banale, ma andiamo con ordine, visto che � colpa mia se la banalit� �
la cosa pi� difficile da capire.Un'onda trasversale accompagnata
sempre dalla sua onda longitudinale, pertanto onda che si propaga con
la velocit� delle onde longitudinali
e sempre con una componente trasversale."

MIO COMMENTO: Per me tutto questo e' piuttosto oscuro, ma cosa
peggiore � costruito ad hoc. Voglio dire fino a quando non dichiari
esplicitamente *quale sia l'equazione che risolvono queste onde*
(equazione di Schroedinger, D'Alembert, altro?) questo genere di
discorsi sono
arbitrari, perche' uno puo' immaginarsi qualsiasi tipo di onda se non
si mette dei vincoli. Invece avendo l'equazione delle onde uno puo'
vedere se esistono davvero queste soluzioni e se sono stabili o altro
e capire se stiamo dicendo qualcosa di almeno logicamente consistente
(questo
indipendentemente dalla fisica che vuole descrivere, che deve poi
essere testata da esperimenti o per confronto con dati sperimentali
noti).

Successivamente cerchi di associare a queste configurazioni ondose una
massa, in modo tale da pensarle come particelle vere e proprie.
Sinceramente non ho proprio capito come, anche se ci ho passato 30
minuti buoni esclusivamente su questo punto: non ho capito. Tra
l'altro, in questo punto le onde longitudinali che si propagavano
lungo una circonferenza, mi pare che ora si propaghino su una
superficie sferica, almeno cos� mi sembra. Non ho capito.

Nella discussione, ma anche prima, appaiono delle cose non meglio
precisate come "particelle di etere", che NON sono le particelle
"descritte" dalla configurazione ondosa, sono relative ad una qualche
struttura non precisata dell'etere (fai due paragoni, paragonando
l'etere all'acqua , a volte queste particelle corrispondono a gocce
d'acqua ma a volte a molecole d'acqua). Questa "particelle di etere"
giocano un ruolo fondamentale nella tua teoria, dato che sono loro le
responsabili dell'innescarsi dei sistemi ondosi di cui sopra, che
descrivono le particelle fisiche (elettroni, protoni)... In ogni caso,
salta fuori la massa dell'elettrone con una procedura
che non ho capito per niente, ed il suo valore � preso quello noto
sperimentalmente. Tu fai riferimento ad alla legge di conservazione
della massa scritta in termini di portata di massa, con una formula
che chiami, mi pare, legge di Gauss. Per� non ho capito cosa sia, nel
caso in esame, la superficie chiusa sulla quale si calcola il flusso
di massa. Quello che ho capito � che in realt� questi sistemi ondosi
(sfere o circonferenze?) non hanno una massa che deve essere
mediamente nulla.

Dici:

"Una particella di etere colpisce la superficie della sfera e viene
respinta generando una portata di massa, nel contempo crea la
perturbazione, sia longitudinale che trasversale, teoricamente solo
una possibilit� che questo si verifichi per ritrovare la particella in
fase: come detto la velocit� dell'onda di pressione e' c, e quella di
taglio e' 2 pi c/137, pertanto se diamo a lambda il valore della
lunghezza d'onda Compton dell'elettrone lambda_e, otteniamo come
raggio, il raggio di Bohr e la velocit� della particella elementare 2
pi c/137"

Chi � lambda? E' la lunghezza d'onda delle due onde? Poi continui. E
qui per me � davvero buio, e ci ho passato un'ora buona.

"Massa, prendendo per buona la massa dell'elettrone, per frequenza per
seno dell'angolo di incidenza

portata di massa = m_e frequenza seno(PI/137)
 m_e v/(2 PI r) * seno(PI/137)
Con una sola considerazione che seno(PI/137) e' circa uguale a PI/137
Pertanto:

me * (2 pi c/137))/(137lambda_e) pi/137 = 9,1091E-31* 4,13631E+16*
0,022931333=8,64E-16"

Mi fermo qui con la citazione perche' ci sono delle figure che non
posso riportare. Tuttavia non ho capito praticamente niente, in
particolare: perche' l'angolo di incidenza e' pi/137? A quali
superfici chiuse ti riferisci per la portata di massa?

Riporto solo l'ultima parte sull'introduzione della massa:
"pertanto non una reale portata di massa costante, ma una fluttuazione
di massa attraverso una superficie chiusa, praticamente un'onda
accompagnata sempre dalla sua particella, affinch� questa possa essere
stabile.
...
Pertanto per standardizzare la perturbazione, ovvero per trovare il
valore medio creato dalla particella di etere in eccesso sulla
superficie della sfera, dobbiamo dividere per (2 pi 2 137) il valore
di picco della portata di massa trovato in precedenza:

    8,64E-16/((2 pi)2 137)= 1,59749E-19MT-1

 MT-1, o per come siamo stati abituati a chiamarlo "Coulomb", pertanto
non una reale portata di massa costante, ma una fluttuazione di massa
attraverso una superficie chiusa, praticamente un'onda accompagnata
sempre dalla sua particella, affinch� questa possa essere stabile.
Onda sferica di taglio che si attenua in maniera inversamente
proporzionale a 4 PI R2 e cos� pure la sua interazione. Pertanto, onda
di taglio perfettamente sferica, che si propaga con la velocita' 2 PI
c/137 sulla superficie della sfera, l'onda di taglio e' accompagnata
da un'onda di pressione, che e' a simmetria assiale, praticamente lo
spin."

Non ho capito molto bene, ma mi pare che tu dica che la massa
dell'elettrone
coincide con la carica. Ho capito bene?

DOMANDA: Se � vero, come spieghi i due segni della carica, tenendo
conto che invece la massa e' sempre positiva?

Poi c'e' un punto cruciale. Dici:

"In un'etere caotico, dove solo alcune particelle di etere, con
particolarissime quantit� di moto, sono candidate a diventare
elettroni, e quando questo avviene diventa una perturbazione stabile,
ma tra queste una sola puo' creare la perturbazione in quanto le altre
sarebbero solo disturbo e pertanto instabilit�, principio di
indeterminazione, infatti vedendo la perturbazione, non sappiamo quale
quantit� di moto la determina."

No, non te la puoi cavare cos� facilmente (e nemmeno sopra per lo spin
cosa su cui ho glissato): devi fare vedere che, in base a quello che
hai scritto, con le debite interpretazioni deve risultare

Delta X Delta P > h (1)

o qualcosa del genere (intendo che il coefficiente davanti ad h puo'
essere diverso). Perch� vedi, la disuguaglianza di sopra, nella
meccanica quantistica e' un teorema, si deduce dai principi primi. Se
la tua teoria � una spiegazione della meccanica quantistica deve
sapere fare altrettanto che la meccanica quantistica, oltre che
spiegarla. Pertanto se vuoi che qualunque fisico prenda in
considerazione la tua teoria, *devi* almeno provare la (1) in base a
quanto hai detto sopra.

Poi dici:

"Ma se una particolare particella in esubero, rispetto alla normale
densit� di massa, riesce a creare l'effetto dell'elettrone, una
mancanza di una singola particella, creera' un analogo effetto di
segno contrari. Questa volta, non una portata di massa uscente dalla
perturbazione, ma la stessa portata di massa entrante, portata di
massa che tende a comprimere la perturbazione e pertanto con lunghezze
d'onda trasversale e longitudinale diverse: stessa carica e diversa
massa. Portate di massa uguali e di segno opposto, ma con diverse
intensita' delle perturbazioni, e visto che noi vediamo e misuriamo
solo delle perturbazioni, associamo ai due identici fenomeni, stessa
carica di segno opposto e due masse differenti "Elettrone e Protone".
"

(magari fosse cosi' semplice...)
Conclusione:

"Praticamente, anche se abbiamo descritto il piu' piccolo vortice
ipotizzabile composto da una sola particella di fluido, anzi i due
possibili tipi di vortici, capiamo che la carica elettrica � solo una
perturbazione stabile di etere accompagnata dalla sua particella che
agisce da elemento risonante, e in quella perturbazione possiamo
vedere una stringa vibrante, o forse meglio possiamo dire una sfera
vibrante"Teorie delle membrane" ma senza la necessita' di riavvolgerla
su se stessa, senza dire che in questo caso la vibrazione acquista un
preciso significato visto che la particella di etere funge da elemento
risonante."

OK, adesso ti aspetta un arduo compito. Dovresti per esempio andare a
studiare come vengono diffusi due elettroni quando sono sparati uno
contro l'altro: angolo di diffusione, impulso uscente ecc... in
funzione dell'impulso entrante e cose simili... Questi dati sono ben
noti e la formulazione standard della MQ li prevede bene (usando
l'elettrodinamica quantistica). Devi fare vedere che la tua teoria ti
porta nello stesso posto.
Un'altra cosa che bisognerebbe fare � la seguente. La meccanica
quantistica ordinaria dice che in un atomo di idrogeno le energie
permesse dagli elettroni sono solo certe... queste energie si vedono
nelle righe di emissione dell'idrogeno e l'accordo tra teorie ed
esperimenti e' molto alto. per predire quelle energie si usano,
nell'equazione di Schroedinger, i valori della massa del protone,
dell'elettrone, e le loro cariche (cioe' la legge di Coulomb), insieme
alla costante di Planck ovviamente. Dovresti fare vedere che viene la
stessa cosa con la tua teoria. Questo perche' queie valori sono dati
sperimentali e tu vuoi che la tua teoria descriva la realt� no?
Poi potresti considerare sistemi pi� complessi, come la molecola H_2
di cui esiste solo una descrizione approssimata, ma ci sono dati
sperimentali.
Ma la cosa piu' importante di tutte e' trovare un esperimento in cui
la tua teoria preveda qualcosa di diverso dalla MQ, e deve essere cos�
se e' una teoria piu' profonda.

Un'osservazione importante e' la seguente: che la meccanica
quantistica sia vera o no, essa associa alle particelle una funzione
d'onda il cui modulo quadro, punto per punto nello spazio, e' la
densit� probabilita' di trovare la particella. Ora, che questa sia una
descrizione ultima o solo approssimata, non e' importante qui. Quello
che e' importante e' che quelle probabilit� descrivono bene dei dati
sperimentali. Ammettiamo pure che si tratti di una descrizione
approssimata e che la teoria piu' profonda sia la tua. Mi pare allora
che le tue onde di etere siano da considerarsi la bella copia delle
onde che soddisfano l'equazione di Schroedinger. Ma allora devono
rispecchiarne le proprieta', *fino a quando queste propriet� sono in
accordo con l'esperienza*. Per esempio la meccanica nei continui non
� una descrizione fondamentale dei corpi reali, dato che essi hanno
una struttura molecolare.
Tuttavia se una teoria molecolare prevede che la pressione (concetto
base in meccanica dei continui ma costruzione teorica non fondamentale
nelle teorie molecolari) dell'acqua in condizioni normali non rispetti
il principio di Pascal, allora quella teoria molecolare e' sbagliata!
Perche' l'acqua, sperimentalmente soddisfa il principio di Pascal.
Tale principio e' comunque deducibile in meccanica dei continui da
ipotesi un po' pi� generali anche se la meccanica dei continui non �
una descrizione fondamentale. Tornando al tuo modello in
cotrapposizione con le onde dell'equazione di Schroedinger, dovresti
quindi mostrare che in qualche modo le tue
onde sono proporzionali a densit� di probabilit� di posizione
dell'elettrone, considerando tanti sistemi identici descritti dallo
stesso tipo di onde.
Io vedo un ostacolo: le tue onde sono reali, quelle di Schroedinger
sono date da numeri complessi. Questo fatto ha una notevole importanza
in MQ perch� prevede le caratteristiche di fenomeni di auto-
interferenza sperimentalmente osservati...

Un'osservazione finale. Le tue particelle di etere hanno una quantita'
di moto (perche' lo dici in alcuni punti), per cui, forse hanno una
massa ed altre propriet�? Mi chiedo: non � un circolo vizioso? Tu
vuoi spiegare cosa sia una particella, per fare questo usi due
ingredienti: onde di
etere e particelle di etere. Le prime costituirebbero un sistema
ondoso che descrive per esempio un elettrone, le seconde servono a
creare le prime. Ma allora di cosa sono fatte le particelle di etere,
come si comportano, che propriet� fisiche hanno?
Forse tu stai dicendo che queste sono particelle *vere* e
completamente classiche, cioe' non hanno propriet� "quantistiche", che
tu pensi associate ai sistemi ondosi.

Ciao, Valter
Received on Wed May 27 2009 - 15:13:48 CEST

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