Costanza di c nonostante il moto dell’osservatore

From: gino-ansel <ginsel_at_alice.it>
Date: Fri, 26 Jan 2018 19:30:15 -0800 (PST)

Grazie a chi ha voluto discutere (altrove) su questo argomento, mi pare
d'essermi un po' chiarite le idee e forse intravisto un miglior modo per
controllare come stanno le cose. Quindi apro un nuovo thread in
sostituzione del precedente "costanza della velocità luce"

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Nonostante un secolo di osservazioni astronomiche e di laboratorio
confermino la costanza di c, si continuano a fare esperimenti mirati
a verificare tale costanza, ad esempio:
http://accelconf.web.cern.ch/Accelconf/rupac2012/papers/weppd009.pdf
per l’emittente
http://digilander.libero.it/gino333/ncomms9174.pdf per l’osservatore
(un moderno Michelson-Morley)
Pertanto non mi sembra illecito immaginare un ennesimo test riferito
all’osservatore.
L’osservatore sia un laboratorio terrestre e l’emittente sia una Stella.
Assumo che c non dipenda dalla velocità dell’emittente.
Se oggi osservo una Stella nella direzione della tangente all’orbita
terrestre (nel momento in cui la rotazione terrestre mi consente di farlo)
il mio movimento rispetto alla luce in arrivo sarà massimo (30 km/s).
Lo stesso fra 6 mesi, ma in direzione opposta. Dispongo quindi di una
variazione di velocità (dell’osservatore rispetto alla luce della stella)
di 60/300.000 che mi dicono essere largamente alla portata delle
 moderne strumentazioni. Mi rendo conto che se questa variazione di
velocità relativa agisse, lo si sarebbe molto probabilmente notato nel
secolo di misurazioni fatte in vario modo, ma visto che altri continuano
a chiedere conferme, oso suggerirne una anch’io, *mirata* allo scopo e
non so se mai effettuata. Certo un test simile richiede precisi
allineamenti astronomici che io non sono in grado di giudicare se
realmente possibili.
   
Occorrono due dispositivi composti da:
-un sensore che generi un impulso elettrico quando cessa una luce prima
persistente.
-un oscillatore, sincrono con quello dell’altro dispositivo (devono *battere
il tempo* all’unisono)
-un contatore delle oscillazioni azzerabile tramite un impulso elettrico
-una memoria ove scrivere il valore del contatore tramite un impulso elettrico.
Questi dispositivi vanno collocatie in testa e in coda ad un regolo di
lunghezza opportuna e collegati a un generatore di impulsi elettrici posto
a metà del regolo stesso tramite due cavi *accordati* come si vede fare
(già decenni fa) al MIT https://www.youtube.com/watch?v=FV1_K6uT1ac
Questi cavi saranno lunghi in modo tale da poter essere collocati tesi e
paralleli al regolo e quindi essere soggetti agli stessi fenomeni previsti
dalle trasformazioni di Lorentz per il regolo (tanto a causa degli effetti
dello *spaziotempo* quanto a quelli dell’*etere* per chi ancora fosse
ancorato al passato) fenomeni che è inutile esaminare in quanto producono-
produrrebbero effetti identici nelle due misure.
  
Poiché i due cavi furono *accordati* con le due coppie delle estremità vicine
e ora una coppia viene divisa e spostata alle due estremità del regolo, c’è
chi afferma che l’accordatura non è più valida. Ho chiesto la motivazione
fisica di questa affermazione e mi è stato detto che l’onere di provare che
l’accordatura resta buona spetta a chi sposta i cavi. A me risulta che
accelerare e/o cambiare lo stato gravitazionale di un orologio ne altera
il ritmo, ma un cavo elettrico non mi sembra un orologio, pertanto credo
che l’onere della prova vada ribaltato. Tuttavia il test non necessita di
due *orologi* sincronizzati, ma solo di oscillatori sincroni e quindi un
eventuale difetto mi pare tollerabile come ora meglio specificherò.
  
Il regolo così equipaggiato va orientato in modo tale da poter essere in
linea (quando la rotazione terrestre lo porta in posizione) con la luce
della Stella scelta. Con un impulso elettrico si azzereranno i due contatori.
Supponiamo pure che l’impulso non raggiunga entrambi i contatori nello
stesso instante, e diciamo che uno parta con 1 milione di oscillazioni
di ritardo. A questo punto devo controllare se effettivamente i due
oscillatori sono sincroni e poiché intendo confrontare misure distanziate
di 6 mesi, sarà opportuno almeno 1 anno di verifica al termine dei quali
con un impulso elettrico memorizzerò il valore dei contatori. Supponiamo
 di leggere
10000000000000000000000001000000 e
10000000000000000000000000000000
(ma saranno numeri ancor più giganteschi) la differenza di 1000000 mi
impedirà di dire che i due oscillatori sono ok? Io penso di no.
Naturalmente non potrò pretendere di misurare velocità esatte, ma potrò
ugualmente controllare se ci sono *variazioni* di velocità significative.
Si noti che i due cavi accordati vengono usati solo all’inizio di questa
fase di controllo, non in fase di misura
  
A questo punto il dispositivo è pronto e quando Stella e regolo sono in
linea e la linea sarà tangente con l’orbita terrestre, la luce della
Stella verrà occlusa e i due sensori genereranno un impulso che farà
memorizzare i valori dei contatori: la differenza dei due valori esprime
il *tempo di volo* del segnale luminoso da sensore a sensore. Dopo 6 mesi
la rilevazione viene rieseguita e si potrà verificare se il tempo di volo
è cambiato così come è cambiata la direzione del moto dell’osservatore
rispetto alla luce in arrivo da quella Stella (il cui moto è irrilevante
poiché si è assunto che la sua luce non ne è influenzata). Se nella seconda
misura occorresse brandeggiare il regolo, occorrerà calcolarne gli effetti
variazioni di quota e quindi di gravità modificano il ritmo).
  
***** Implementazione ad uso degli eteristi antichi, quelli “alla Lorentz”

Per questi eteristi il fallimento dell’esperimento Michelson-Morley si
spiega con la contrazione del regolo che si muove nell'etere (fermo) nel
senso della sua lunghezza. Il test prima proposto sembra sfuggire a questo
problema (definito *complotto* da Poincarè perché nasconderebbe la
composizione della velocità dell’osservatore) difatti, come detto prima,
la velocità della Terra è sempre di 30 km/s e il regolo è sempre orientato
tangente all’orbita terrestre quindi la contrazione, se si verifica, lo fa
sempre e sempre di ugual valore. Sembra però che il sistema solare
si muova a 300 km/s in una certa direzione (vedi “La musica del
Big Bang” di Amedeo Balbi) perciò le due misure distanziate di 6 mesi
dovrebbero essere fatte quando la tangente all’orbita terreste è a
90° rispetto a quella certa direzione, altrimenti la velocità della Terra
(che per quel tipo di eterista non è quella relativa alla luce in esame,
ma è relativa ad un etere considerato *fermo*) in certi momenti potrebbe
essere di 300+30 e 300-30 e allora il *tempo* (così dicono le t
rasformazioni di Lorentz) non sarebbe più lo stesso (mentre i regoli,
restando puntati verso la stella, resterebbero concordi).

Ho schizzato la cosa in http://digilander.libero.it/gino333/mototerra.jpg
le due misure andrebbero fatte quando la Terra è in TA e in TC perché la
Terra avvertirebbe un *vento d’etere* sempre di 300 km/s più 30 km/s una
volta da destra e l’altra da sinistra, distinzione che non sembra rilevante
leggendo l’algebra delle trasformazioni. Immagino che la cosa si
complicherebbe parecchio, comunque non ho idea delle difficoltà pratiche
connesse a tali misure, certamente la rotazione della Terra deve dare
assai fastidio. Certo l’eterista può ritenere che il segnale elettrico che dal
centro del regolo viaggiò verso i due contatori per la verifica degli oscillatori
possa risentire del suo moto nell’etere, ma la risposta è la stessa di quella
data a chi non ritiene più valida *l’accordatura alla Bertozzi*: la differenza
sarà piccolissima rispetto ad una verifica di un anno e non impedirà di
giudicare validamente se i due oscillatori sono adeguati allo scopo.
 
* * *

Se vi domandate come mai io proponga un esperimento quando tanti altri già
confermano l’assoluta costanza di c, considerate che io sono un po’ eretico
e trovo umanamente incomprensibile l’esperimento mentale di Einstein dove
abbiamo un treno, una banchina e due fulmini simultanei per chi sta in
banchina: al viaggiatore arriva prima il lampo verso cui il treno si dirige
eppure il viaggiatore misura sempre c, pervenendo (dice Einstein) “al
seguente importante risultato: gli eventi che sono simultanei rispetto
alla banchina non sono simultanei rispetto al treno e viceversa …”.
Ora un esperimento inequivocabile e facilmente comprensibile da chiunque,
credo taglierebbe la testa al toro. Se i tempi di volo non cambiassero,
l’unica spiegazione oggi disponibile è lo spaziotempo di Einstein (e
l’eterista *alla Lorentz* non potrebbe nascondersi dietro i *complotti*
alla Poincarè). Ma se cambiassero?
Received on Sat Jan 27 2018 - 04:30:15 CET

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