Re: [MQ] Teoria della misura di Zurek

From: Elio Fabri <elio.fabri_at_fastwebnet.it>
Date: Wed, 07 Feb 2018 17:38:32 +0100

Paolo Russo ha scritto:
> Forse un po' perche' molti lo considerano piu' filosofia che
> fisica e un po' perche' se ne e` gia` discusso in passato.
La mia spiegazione (per mia intendo del tutto personale) è diversa.
In parte già te la indica il ritardo con cui intervengo.
Detto in soldoni, ho poca fiducia in queste discussioni, anche perché
si prestano a interventi di persone che non hanno la minima
preparazione a mio giudizio necessaria per condurle in modo sensato.
E anche quel poco che ho letto, scritto da fisici autorevoli,
raramente mi ha dato un'impressione favorevole: spesso mi sono apparsi
discorsi al limite del ragionevole, confusi, difficilmente
comprensibili.
Ripeto che questa è una mia personalissima sensazione, che non può
servire a teorizzare pià in generale.
Comunque ora intervengo per contraddire, su alcuni puti specifici, ciò
che scrivi.

> In senso molto lato, la scienza in generale dovrebbe spiegare la
> realta` cosi' come viene percepita (e potremmo distinguere tra realta`
> soggettiva, intersoggettiva e oggettiva, ma teniamoci sul semplice).
A mio parere la scienza (soprattutto la fisica) ormai da secoli ha
deciso di affidare l'intrazione coi fenomeni da osservare a
*strumenti*.
Ciò è necessario, ormai nella totalità dei casi, perché i fenomeni
d'interesse stanno del tutto fuori delle possibiità dei nostri sensi.
Ma anche, prima di questo, per assicurare oggetttività e ripetibilità
alle "osservazioni".

> Ci sono teorie, come quella della relativita`, che proprio
> non funzionano se non si tiene conto che gli osservatori sono
> soggetti alle stesse leggi fisiche di tutto il resto.
Non sono d'accordo.

> L'orologio a bordo di un'astronave in moto in un dato
> riferimento O risulta rallentato, e la spiegazione che in
> quel riferimento O ci si da` del fatto che il pilota
> dell'astronave non se ne accorga e` che i processi interni
> del pilota rallentano come quelli dell'orologio.
La spiegazione è che quello che dici *non è vero*.
L'orologio *non risulta rallentato*.
E' un equivoco ultrafrequente, ma una corretta analisi mostra come va
esposto e interpretata il fenomeno della cosiddetta "dilatazione del
tempo".
Ti rimando per es. a
http://www.sagredo.eu/PI-14-fismod/Pisa-2104-fismod-2.pdf
pagine 25-27.

> Non e` che per la MQ tutto debba sempre essere lineare in
> funzione di qualsiasi parametro; deve solo essere lineare in
> funzione dei ket. Se |A> rappresenta lo stato di un fascio di
> luce, un fascio di intensita` doppia non e` 2|A> (che non
> sarebbe neppure normalizzato), e` proprio uno stato |B>
> diverso, caratterizzato da un numero doppio di fotoni, non da
> una probabilita` quadrupla di trovare nel fascio gli stessi
> fotoni di prima.
Qui sono del tutto d'acordo.
Troppo spesso si parla di linearità a casaccio, da parte di persone
che non hanno neppure le minime basi per capire il significato del
termine.
E' vero che la struttura base della MQ è uno spazio lineare, e
soprattutto che l'evoluzione nel temo di un sistema è rappresentata da
un operatore lineare su quello spazio.

Ma ci si dimentica spesso che la teoria ha anche aspetti non lineari,
in modo banale.
Le relazioni di commutazione non sono lineari.
In qualunque sistema quantistico, l'algebra delle osservabili è
generata da alcuni elementi, in numero finito o infinito, ma con
operazioni non lineari.
Esempio banale: particella in campo centrale, con energia potenziale
che va come 1/r.
L'algebra è generata da x, y, z, px, py, pz.
La hamiltoniana non è affatto lineare in questi operatori.
Il momento angolare neppure.
Ha importanza questo nella discussione sui fondamenti?
Mi sembra difficile negarlo.

Sul resto non intervengo. La MWI non ho mai capito che cosa sia, e
ormai ho perso interesse a capirlo.
                                           

-- 
Elio Fabri
Received on Wed Feb 07 2018 - 17:38:32 CET

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