Ciao, non sono in grado di dare una risposta, che forse non c'�,
potrebbe essere una domanda fondamentale la cui unica risposta per ora
� "perch� il mondo � fatto cos�". D'altra parte ti potrei chiedere
come alcuni confidano tanto sul fatto che esista un messaggero tra le
due particelle.
Costoro alla fine mi risponderebbero "perch� il mondo abbiamo sempre
visto che � fatto cos�".
E questo � quello che diceva anche Einstein. Ma questo, secondo me
sarebbe pedalare a vuoto sul problema. Molto meglio � cercare di
capire *come funzionano* le cose invece di *perch�*
funzionano cos�. I perch� alla fine arrivano anche loro, ma meglio
indagare, prima di trarre conclusioni affrettate, specialmente in
ambiti molto lontani dalla nostra esperienza quotidiana. Perch� alla
fine secondo me � tutto qui, noi crediamio delle cose pi� naturali
delle altre solo perch� siamo pi� abituati ad esse. Ora viaggiando in
aereo e guardando le fotografie dei satelliti � molto pi� facile
accettare che il mondo non � piatto piuttosto che 1000 anni fa...
Cerco di spiegare con le mani come funziona la faccenda
dell'impossibilit� di trasmettere informazione con le correlazioni
EPR, almeno fino a dove sono riuscito a capire io.
Ci sono almeno duo modi con cui si potrebbe trasmettere informazione
con
le correlazioni EPR.
1) sfruttando una sola coppia di misure di una sola coppia di
particelle entangled.
2) sfruttando le propriet� statistiche di un insieme di coppie di
misure di un insieme di coppie
di particelle entangled.
Nel primo caso io trasmetto un'informazione da un posto ad un altro
usando, per esempio lo spin
della mia particella ed sapendo che il mio collega deve guardare lo
spin della sua e che lo stato delle due
particelle � entangled.
In teoria io fisso come dico io lo spin della mia particella e lui
misurando lo spin della sua vede come ho fissato lo spin della mia
(usando segnali Morse o quello che dico io, ma basta trasmettere un
solo segnale).
Il punto � che io non posso imporre alla mia particella di avere la
componente dello spin come decido io. Il valore viene fissato dal
processo di misura ma in modo *casuale*. Questa casualit� intrinseca �
il cardine della MQ. Quindi io non trametto posso tramettere un bel
niente al mio collega in questo modo.
Ci� non toglie che se la mia particella viene fissata con spin gi� la
sua risulta avere spin su o viceversa.
Nel secondo caso io eseguo misure sull'insieme delle mie particelle e
il mio collega esegue misure sulla sua parte di particelle entangled
con le mie a due a due.
Potrebbe accadere che, gli esiti delle *sue* misure siano differenti
a seconda del *tipo* di misure che *io* eseguo sulle *mie* particelle.
Per esempio potrebbe essere che, se io misuro la componente
S_x dello spin delle mie particelle (indipendentemente dagli esiti di
tali misure) oppure la componente S_y, il mio collega se ne accorga
misurando la componente S_z delle sue particelle (la statistica dei
suoi risultati risulta essere diversa a seconda del fatto che io
misuri S_x piuttosto che S_y). Le singole coppie di misure non portano
informazioni, ma magari, le statistiche complessive le portano...
Quindi lui potrebbe stabilire, facendo le misure sulle sue particelle,
se io ho fatto misure di una certa componente dello spin piuttosto che
un'altra. In questo modo potrei trasmettere informazione al mio
collega misurando la componente dello spin S_x piuttosto che l�a
componente S_y dello spin delle mie particelle... tutto questo
indipendentemente dai singoli esiti delle mie misure.
Si dimostra per� che, in base al formalismo della MQ (e questa
dimostrazione � un po' tecnica), gli esiti delle misure che esegue il
mio collega sulle sue particelle entangled con le mie
sono sempre gli stessi (la distribuzione statistica � la stessa, sesse
medie, stesse varianze ecc...)
indipendentemente dal tipo di misure che faccio io (e posso anche non
fare alcuna misura).
Spero di avere detto qualcosa di comprensibile.
Ciao, Valter
Received on Fri Mar 13 2009 - 16:31:07 CET
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