Re: Ma questa invarianza per riflessione ...

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Tue, 3 Feb 2009 12:46:23 +0100

"Elio Fabri" <elio.fabri_at_tiscali.it> wrote in message
news:6uh6iaFf9su4U2_at_mid.individual.net...
> Bruno Cocciaro ha scritto:
> > ...
> > Nel seguito usero' le parole "riflessione" e "parita'" secondo i due
> > diversi significati appena definiti.
> Purtroppo io non me la sento di accettare le tue definizioni.

Ah ma io non vorrei proporre mie definizioni. Semplicemente volevo rendere
chiaro cio' che avrei detto, per questo ho specificato il senso che avrei
dato alle parole "riflessione" e "parita'".
Andando avanti nella lettura delle tue dispense potro' cogliere meglio il
significato che dai tu a quelle parole e credo proprio che riterro'
opportune le tue definizioni (questo almeno se andra' come e' gia' andata in
passato in situazioni analoghe).

> 3) La scelta di che cosa includere nella definizione di inversione
> spaziale, in linea con quanto ho scritto nell'altro post, la riserverei
> all'indagine sperimentale.
> (Anche se su questo forse non ho un'idea molto precisa...)

Ecco, non sarebbe il caso di chiamare inversione spaziale la semplice
trasformazione (x,y,z)->(-x,-y,-z) per poi usare un altro nome (esempio XXX)
per la trasformazione che rende invariante l'elettromagnetismo?
Questo naturalmente comporterebbe il dire che, in presenza di cariche
magnetiche, l'elettromagnetismo non e' invariante per inversione spaziale
mentre lo sara' per XXX.

> > Se ho ben capito l'origine sperimentale del "trauma", si ha all'inizio
> > un neutrone, alla fine un protone e un elettrone (+ neutrino) e,
> > definito l'alto come il verso dello spin del protone prodotto, il
> > flusso degli elettroni verso l'alto non e' uguale al flusso degli
> > elettroni verso il basso.
> Non direi.
> Gia' nei miei appunti la questione e' discussa in modo diverso.

Beh, ero solo al capitolo 1. Ora ho letto la parte che e' al capitolo 3 e,
se adesso ho finalmente capito bene, direi che quanto dicevo sopra potrebbe
andare se si definisse come "alto" la direzione dello spin del neutrone che
decade, non di quello del protone prodotto. E' cosi'?

> Io costruisco uno stato inziale del sistema che e' *simmetrico*
> rispetto a una certa operazione di simmetria: la riflessione rispoetto
> al piano che contiene la bobina.

Ecco, ma quello che io contesto e' la simmetricita' dello stato iniziale. Mi
pare che, nel dire che lo stato iniziale e' simmetrico, stiamo anche
sottintendendo che le cariche magnetiche non esistono. Se volessimo lasciare
alla natura la possibilita' di far esistere cariche magnetiche (come,
secondo me, dovrebbe essere; cioe' noi dovremmo essere piu' "rispettosi"
verso la natura e meno "innamorati" delle nostre descrizioni) dovremmo dire
che lo stato iniziale non e' simmetrico per inversione (x,y,z)->(-x,-y,-z),
ma noi lo possiamo trattare come tale finche', nei processi che studieremo,
non interverranno mai cariche magnetiche.

> L'esperienza precedente mi ha mostrato che in tutti gli esperimenti
> l'evoluzione successiva di stati cosi' fatti si mantiene simmetrica
> (avendo incluso nella definizione l'invarianza della carica elettrica
> per riflessione).

Si', questo e' vero. Il che da' un senso a quanto si diceva sopra: in
processi nei quali non si e' mai osservata alcuna carica magnetica, i
sistemi che possiamo considerare simmetrici nel senso detto sopra,
mantengono quella simmetria nella loro evoluzione temporale. Cioe', in
assenza di carica magnetica, quella simmetria si e' sempre mostrata anche
una invarianza.

E' qua il nucleo di cio' che non capisco:
perche', osservata sperimentalmente la non invarianza di un certo processo,
non si e' vagliata l'ipotesi che a me parrebbe piu' ovvia, cioe' che, per
quel processo, non sia verificata l'ipotesi che le cariche magnetiche non
giocano alcun ruolo? O si e' vagliata e per qualche motivo va scartata?

> Invece nell'esperimento di Wu scopro che un certo stato *simmetrico*
> evolve in uno *non simmetrico*: dunque quella simmetria *non e'
> un'invarianza*.
> (Nota che in tutto l'esperimento, e in particolare negli stati iniziale
> e finale, non sono in balo presunte cariche magnetiche, che quindi non
> puoi invocare per spiegare la non invarianza.)

Ehhh, negli stati iniziale e finale d'accordo. Ma che caspita ne so di cosa
succede durante il processo?
Trattandosi di questioni delle quali non so praticamente nulla, quello che
vorrei sostenere non e' tanto che le particelle a parita' negativa sono in
realta' particelle a carica magnetica non nulla (ipotesi che immagino sara'
stata da qualche parte vagliata), quanto il fatto che, in prima istanza,
l'esistenza di cariche magnetiche non nulle avrebbe dovuto essere l'ipotesi
piu' accreditata.
In poche parole, se lo stato iniziale lo considero simmetrico sulla base di
una assunzione (la non esistenza di cariche magnetiche) la cui validita' o
meno e' competenza della natura, osservando poi uno stato finale non
simmetrico, a fronte di processi che dovrebbero essere invarianti per
simmetria, perche' non metto in dubbio la mia ipotesi iniziale?

> (Domanda a Bruno: conosci il racconto di Mach, che da ragazzo restava
> sconcertato a vedere l'ago magnetico che venica debviato da una
> corrente, rompendo l'apparente simmetria dello stato iniziale?)

No, non lo conoscevo. Comunque direi che Mach aveva ragione a stupirsi.
Infatti la soluzione e' stata poi l'osservare che la simmetria iniziale era
solo *apparente*. Un po' come questa storia dei decadimenti beta, dove la
simmetria iniziale c'e' solo se "ci pare" che le cariche magnetiche non
esistano.

> 2) Quello del campo magnetico e' un falso problema, che deriva da un
> uso in fin dei conti sbagliato: quello di definire B come un vettore.
> Se lo si definisse come tensore antisimmetrico, non sorgerebbero
> questioni: mentre un vettore ha una direzione *e un verso*, un tensore
> puo' avere una direzione, ma *non ha in nessun caso un verso*.

Beh, d'accordo, ma qua al solito le cariche magnetiche potrebbero
"arrabbiarsi", dire che nel loro mondo B e' un vettore ed E un tensore
antisimmetrico ...

> Elio Fabri

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Tue Feb 03 2009 - 12:46:23 CET

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