Re: Paradosso del gemelli, con e senza etere - bis
"Bruno Cocciaro" <b.cocciaro_at_comeg.it> ha scritto nel messaggio
news:49775f33$0$1118$4fafbaef_at_reader2.news.tin.it...
> "Dino" <brunieradino_at_inwind.it> wrote in message
>> > Mi basta un si' o un no. Qualora la risposta fosse si' gradirei sapere
>> > quale
>> > sarebbe tale esperimento.
>>
>> Risposta ufficiale = No.
>
> Ah bene.
> Allora non capisco quanto segue.
>
> Tu hai detto che nell'etere gli orologi li sincronizzi alla seguente
> maniera:
> da A mandi un fascio verso B quando l'orologio fisso in A segna tA. Quando
> il fascio di luce arriva in B setti l'orologio fisso in B all'istante
> tA+d/c
> (d=distanza AB, immagino che si intenda che tale distanza e' stata
> misurata
> con regoli fissi nell'etere).
> Poiche' tu dici che nell'etere la luce viaggia a c in tutte le direzioni,
> avviene che se il fascio di luce, arrivato in B, torna verso A,
> nell'istante
> in cui ritorna in A l'orologio fisso in A segnera' 2d/c.
> Direi che tale procedimento si possa utilizzare anche per misurare le
> distanze. Cioe', se anche non avessimo preventivamente misurato la
> distanza
> fra A e B, qualora si osservasse che un fascio di luce che parte da A
> all'istante tA, torna in A dopo riflessione in B all'istante tA+dT, allora
> sara' dT=2d/c, cioe' dalla misura effettuata dall'orologio A (che ha
> misurato un intervallo di tempo pari a dT), possiamo ricavare la distanza
> d essendo d=c*dT/2.
> Cioe', dire che A e B distano d, o dire che un fascio di luce impiega un
> intervallo di tempo pari a 2d/c per fare il viaggio A-B-A (intervallo di
> tempo che puo' essere misurato dall'orologio fisso in A) e'
> sostanzialmente la stessa cosa.
> Questo nell'etere.
Fin qui sono completamente d'accordo.
Ma da qui in poi, no.
> Ora, siccome dici che non c'e' alcun modo sperimentale per individuare
> l'etere, direi che le stesse procedure appena viste si possano ripetere in
> ogni riferimento ottenendo esattamente gli stessi risultati.
Non sono d'accordo.
Se ho capito bene, per te se l'etere non si pu� rilevare con degli
esperimenti, vuol dire che non c'� o, almeno, che non si pu� tenerne conto.
Mentre per me, anche se l'etere non si pu� rilevare con degli esperimenti,
se non si possono spiegare certi fenomeni senza di esso, esso potrebbe
esistere.
E ipotizzando che l'etere esista, non � possibile che le procedure appena
viste valgano anche per il SR Terra, a meno che questa non sia in quiete
rispetto al SR etere.
Tu potresti dire che siccome non � possibile rilevare se la Terra � in moto
rispetto all'etere, noi possiamo considerarla in quiete rispeto all'etere.
Ma nei miei esempi io ho sempre supposto che la Terra fosse in moto rispetto
all'etere e, quindi, non puoi considerarla in quiete rispetto all'etere.
Infatti venendo al caso che hai esposto nel tuo post precedente, relativo
alla stella distante 6 anni luce dalla Terra, anche li ho detto che non �
possibile che il tempo di sola andata della luce sia la met� di quella di
andata e ritorno, "a meno che sia la Terra che la Stella non risultino in
quiete rispetto al SR etere, oppure che non risulti che si muovono
parallellamente, nella stessa direzione e con la stessa velocit�, sempre
rispetto all'etere" (vedi mio messaggio delle ore 9.44 del 15.1).
Forse � questo il punto che non riesco a spiegare bene.
Per cui provo a trattare il problema in un altro modo.
Pu� darsi che l'etere non esista, ma in questa discussione stiamo
ipotizzando che esso esista.
Ed io l'ho ipotizzato come l'unico SR isotropo e cio� rispetto al quale la
luce ha la stessa velocit� in tutte le direzioni, cos� come lo prevede anche
Selleri. Un po' come l'aria per il suono.
E credo di aver dimostrato, nel "problema" che mi hai proposto e che ho
sviluppato nel mio messaggio precedente a questo, che se il SR Terra � in
moto rispetto al SR etere, per esso il tempo di andata di un segnale
luminoso, non pu� essere uguale a quello di ritorno.
Per cui, a mio parere, non � sufficiente che tu affermi che "siccome non
c'e' alcun modo sperimentale per individuare l'etere, direi che le stesse
procedure appena viste si possano ripetere in ogni riferimento ottenendo
esattamente gli stessi risultati.".
Ma dovresti dimostrami dove ho commesso degli errori o dove mi sono
contradetto, nel problema che mi hai proposto, ed anche com'� possibile che
un segnale luminoso impieghi realmente lo stesso tempo per l'andata e per il
ritorno, in un SR in moto rispetto al SR etere.
Perch� io ho sempre ragionato nell'ipotesi che il SR Terra sia in moto
rispetto al SR etere, anche se, in pratica, non � possibile saperlo.
Spero di essermi spiegato.
Naturalmente quanto sopra non � nient'altro che un ragionamento, che tu
potresti anche demolire.
Per cui, come sempre, aspetto le tue osservazioni in merito.
Ciao.
Received on Wed Jan 21 2009 - 23:21:53 CET
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