Il 14 Gen 2009, 10:15, marcofuics <marcofuics_at_netscape.net> ha scritto:
> On 14 Gen, 01:31, "te..."_at_libero.it (Teti_s) wrote:
>
>
> > non riesco a capire dove va finire
> > l'inerzia del campo elettrostatico.
>
> hmmmmm.... questa e' una interessante chiave di lettura....
> Ci devo riflettere ma mi sa che questo argomento e' utilissimo.
> Supponi di avere cariche massless che irraggiano.. :)) radiazione
> avanzata e ritardata ci devono essere... poi magari le togliamo... ma
> cosa succede alla carica massless con la sua radiazione avanzata?
Pensa anche a fotoni che producono coppie virtuali di particelle
antiparticelle cariche, le stesse che sarebbero prodotte da questa
fantomatica particella carica per mediazione di un propagatore bosonico che
fosse accoppiato al campo. In geometria lorentziana non avresti difficolt� a
dire che questa roba perturbativamente comporta ampiezza di probabilit�
nulla di spezzare i fotoni, ad esempio, regola di Furry, ma cosa definisce
la geometria lorentziana se non la luce stessa? Se aggiungi un campo carico
massless che effetto ha sulla geometria dello spazio tempo? Occorre forse
mettersi in un punto di vista esterno ad esempio: una teoria conforme alla
Weyl ammette bosoni scalari carichi massless? Cosa ne ha scritto Weyl che tu
sappia?
> Inoltre quanto varrebbe il 4impulso irraggiato da una carica che si
> muove lungo una geodetica a ds nullo?
geodetica di quale metrica? O intendi geodetica lagrangiana?
> Andremmo a bilanciare questo contributo nel campo em prodotto dalla
> carica massless stessa?
Ovvio che per avere una prescrizione dinamica le equazioni di Maxwell non
bastano, occorre la controparte che prescrive la dinamica, figurati che per
tutto l'ottocento non c'� stata una teoria consistente che permettesse di
trattare la dinamica di un fluido carico, dato che non si sapeva come questo
dovesse essere fatto, venivano a mancare le cosiddette equazioni
costitutive. Solo con l'ipotesi dell'elettrone si arriv� ad avanzare delle
ipotesi, � noto ad esempio che contrariamente alla vulgata comune le
equazioni di Abraham Lorentz non producono solo la celeberrima
contraddizione dell'autocampo non newtoniano, ma suggeriscono anche di
impostare il problema globalmente e variazionalmente per cercare una
soluzione autoconsistente. Programma proposto nientemeno che da Fermat e
realizzato poi parzialmente da Dirac per il campo elettromagnetico classico
in presenza di spinori carichi. Ad ogni modo impostando lagrangianamente e
classicamente, secondo la proposta di Dirac la tua corrente carica � guidata
dalle condizioni asintotiche sulla gauge elettromagnetica. Se la tua
distribuzione di carica � ragionevolmente localizzata, nel senso non gi� che
� ferma da qualche parte, ma che il suo stato di impulso � ragionevolmente
disperso da potere ipotizzare una localizzazione, coerente, come si fa per
gli impulsi ottici in geometria sferica, allora pu� avere qualche
significato chiedersi ed anche tentare una risposta matematica al problema
di come si evolve questa distribuzione di carica in presenza di un campo
elettrico esterno. Heisenberg per un periodo della sua vita ha considerato
campi spinoriali carichi accoppiati ad un campo elettromagnetico ottenendo
equazioni efficaci non lineari che ponevano dei vincoli fra le cariche e le
masse, per effetto delle simmetrie locali del sistema. Che tu sappia ha
anche tentato qualcosa per campi scalari carichi? Qualcosa ha tentato e pi�
che altro ha indirizzato. Gli sviluppi portano a notare che in sistemi
lorentziani la dimensione 3+1 � critica, guarda caso, occorrono modelli non
lineari per effetto di equilibrio statistico fra coppie virtuali e sorgenti
(che sono une sorgenti delle altre in verit�) si possono verificare
transizioni di fase e divergenze nel potenziale chimico con il risultato che
l'invarianza di scala della lagrangiana non � rigorosamente sostenibile, il
running comporta una non linearit� che pu� portare o meno a localizzazione e
rafforzamento delle soluzioni cariche con il risultato di dare luogo ad una
massa localizzata o ad un "evaporazione" del campo. Potenziale chimico
divergente significa impossibilit� di creazione, una barriera entropica alla
creazione di particelle sotto o sopra una certa soglia di impulso.
> Non so... sono domande.... hmmmm mi suona quasi come il voler
> accelerare un fotone..... c'e' qualcosa che non mi torna....
> [visto che il campo e' quel contenitore necessario a che avvenga un
> "immagazzinamento" (per garantire conservazione) di quelle quantita'
> dinamiche (energia impulsi) che altrimenti sparirebbero durante il
> travelling time dell'interazione tra cariche]
>
> Una particella che si muove su una traiettoria a ds nullo e che
> irraggia... hmmm, quanto vale la reazione del campo generato?
>
> Ma sono tutte supposizioni, vagheggiamenti
Gi�, coraggio.
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Received on Sat Jan 17 2009 - 18:25:38 CET