Re: Paradosso dei gemelli, con e senza etere

From: Teti_s <"te..."_at_libero.it>
Date: Sun, 18 Jan 2009 18:42:19 +0100 (CET)

534170_at_twister1.libero.it>
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Date: Sun, 18 Jan 2009 17:38:44 GMT
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X-Trace: twister1.libero.it 1232300324 195.210.93.115 (Sun, 18 Jan 2009 18:38:44 MET)
NNTP-Posting-Date: Sun, 18 Jan 2009 18:38:44 MET
Organization: [Infostrada]

Il 17 Gen 2009, 18:57, "Dino" <brunieradino_at_inwind.it> ha scritto:
>
> "Teti_s" <"te..."_at_libero.it> ha scritto nel messaggio > Il 15 Gen 2009,
> 21:29, "Dino" <brunieradino_at_inwind.it> ha scritto:
> >
> >> Come ho gi� scritto pi� volte, la relativit� eteriana prevede che non
sia
> >> possibile sincronizzare gli orologi situati in due luoghi diversi, per
> >> cui
> >> non � possibile controllare che la luce impiega 6 anni per andare dalla
> >> Terra alla stella.
> >
> > Ma sei certo di questa affermazione? Non � che prevede che la
> > sincronizzazione di Einstein basata sui tempi di andata e ritorno � da
> > considerarsi errata (da un punto di vista ontologico, non da un punto di
> > vista convenzionale, cio� gli orologi cos� sincronizzati non sono
> > sincronizzati) e che occorre un dato in pi� ovvero la velocit� rispetto
> > all'etere?
> Infatti ma, a quanto mi risulta, non si � ancora trovato il modo di
> conoscere la velocit� di un SR rispetto all'etere.
> Comunque, a mio parere, � meglio sapere di non sapere, piuttosto che
credere
> di sapere senza sapere.

Sono certo pericolose le false credenze, come la falsit�, finch� non si
riconosce in cosa sono false. Eccetto che senza false credenze, forse, non
si accederebbe in modo completo alla verit�, direi piuttosto che � meglio
conservare un'atteggiamento aperto di ricerca, critica e discussione,
piuttosto che una presunzione di giudizio compiuto. Ma poi questi pareri non
saranno basati su una presunzione di sapienza, non fu in fondo
l'apologistica di Socrate a creare questo mito della consapevolezza di non
sapere?

http://guide.supereva.it/greco/interventi/2008/11/quanto-conviene-saper-di-non-sapere

Trovi invece un interessante riedizione storica dell'opera dello stesso
Einstein e della sua ri-considerazione di una teoria dell'etere in termini
della relativit� generale in un libro che � stato tradotto da Franco Selleri
e che puoi consultare, in alcune parti, direttamente qui:

http://snipurl.com/aallh [books_google_com]



> Le altre domande non le ho ben capite (non sono molto esperto in fisica).
> Per esempio non so cosa intendi per "nella eteriana generalizzata poi
> l'etere non � un mezzo omogeneo isotropo".

Einstein non � stato il solo a tornare ad una nozione di etere in
cosmologia. Esistono alcuni modelli basati sull'analogia fra le equazioni
dell'acustica e le equazioni di campo di Einstein che autorizzano a pensare
che la concezione classica di etere non era giustificabile in quanto basata
su pregiudizi geometrici al riguardo, ma che diversamente l'oggettivit�
dell'etere non � incompatibile con la formulazione di una teoria
relativistica generale. Rimane un mistero, in questo contesto il principio
di equivalenza e l'esistenza di una sola velocit� limite. Puoi leggere
qualcosa al riguardo qui:

http://relativity.livingreviews.org/open?pubNo=lrr-2005-12&page=articlesu11.html

noto che le equazioni di campo formulate in questo articolo, sono per una
ragione che mi sfugge depurate del termine di derivata covariante, come se
si assumesse un trasporto parallelo euclideo nonostante la formulazione
intrinseca che richiederebbe di riferire il trasporto al mezzo, piuttosto
che allo spazio che lo contiene. Fondamentalmente penso che questa sia la
ragione fondamentale per cui le formulazioni ingenue di una teoria
dell'etere corrono sovente il rischio di imbattersi in balzani paradossi.
Per esperienza personale quello che ho riscontrato � che nella descrizione
di un mezzo materiale non possiamo prescindere da una nozione di inerzia che
poggia sulla geometria euclidea, a meno che non si vadano a considerare
sistemi in cui l'inerzia intrinseca del mezzo � trascurabile rispetto a
cause d'inerzia basate con l'interazione con un altro mezzo elastico.
Diversamente la nozione di etere a cui aderisce Einstein riguarda un livello
differente di rappresentazione e di problemi: per Einstein il problema era
la difficolt� ad individuare ed isolare una causa per il tensore di inerzia
nelle considerazioni cosmologiche. Einstein giunge a comprendere che il
principio di Mach per il quale la sola causa del tensore metrico � da
ricercare nelle sorgenti non � sostenibile fino in fondo in ogni modello
cosmologico e per questo l'etere � sostituito dallo stesso tensore di
inerzia.

 
> Ciao.
>

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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Sun Jan 18 2009 - 18:42:19 CET

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