Il 12 Dic 2008, 12:25, "Bruno Cocciaro" ha scritto:
> Bilenky e al. dicono alla pag 62 di
> http://arxiv.org/PS_cache/hep-ph/pdf/0306/0306239v1.pdf
> "On 24 February 1987 a new very bright Type II supernova, SN1987A, was
> discovered in the Large Magellanic Cloud, which is a satellite galaxy of
the
> Milky Way, at a distance of about 50 kpc from the solar system [...]. At
> that time four large underground neutrino detectors potentially sensitive
to
> supernova neutrinos were in operation [...]. These detectors saw an
unusual
> number of events with energy of the order of 10 MeV within a time window
of
> the order of 10 sec in the hours before the optical discovery of SN1987A."
hmmm... a parte che a pag 62 ci trovo una bibliografia, ma dubito che tale
delay si possa spiegare con neutrini superluminali. Magari i fotoni ottici
sono partiti un po' in ritardo rispetto all'esplosione. Dovendo attraversare
il plasma rarefatto in cui si sviluppa l'onda di shock, la diffusione
Thomson potrebbe aver rallentato il loro cammino nelle fasi iniziali del
percorso. E' un fenomeno piuttosto comune nelle atmosfere stellari.
> E anche le misure sulla massa dei neutrini, o meglio, sull'invariante m^2,
> sono quasi tutte concordi nel dare valori negativi (e m^2<0 significa
> |p|>|E| cioe' velocita' superluminale). E' vero che negli errori ci
> rientrano anche valori positivi, tipo m^2=-2.2 eV^2 +- 4.5 eV^2, ma
> possibile che tutti (quasi) trovino sempre valori negativi nonostante gli
> "sforzi" a cercare un valore positivo?
Sperimentalmente � possibile, e un risultato m<0 non significa
automaticamente v>c, bisogna anche vedere come � misurata e in base a quali
assunzioni viene calcolata, questa massa invariante. Sicuramente non si
tratta di una misura diretta.
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Received on Fri Dec 12 2008 - 21:26:41 CET