Re: Causa, effetto, orologi e tazzine.

From: Bruno Cocciaro <b.cocciaro_at_comeg.it>
Date: Fri, 12 Dec 2008 12:24:58 +0100

"Enrico SMARGIASSI" <smargiassi_at_ts.infn.it> wrote in message
news:ghm3ig$pt4$1_at_nnrp-beta.newsland.it...

> A parte tutti i problemi che ti vengono dall'espressione apparentemente
> innocua "unico messaggero" (vedi p.es. sotto), qui stai comunque
> operando una limitazione inaccettabile sui rapporti causa-effetto.

Nessuna limitazione. Sto semplicemente assumendo il realismo locale.

> Gli
> esempi che ti ho portato mostrano come ci siano situazioni in cui
> innegabilmente il rapporto causa-effetto esiste, ma non sono
> descrivibili come "interazionei elementari", o sui quali, se sono
> elementari, la dua definizione da' un risultato errato.

Interazioni elementari per le quali la mia definizione da' risultato errato
non ne vedo. Per il resto io non dico che le relazioni causa effetto
esistono solo per "interazioni elementari". Dico che per interazioni a
distanza, anche non elementari, si hanno sempre dei "messaggeri" che
"trasportano l'informazione" (se non lo dicessi sarei fuori dal realismo
locale).

> > proprio lui era li' quando la pistola sparava, e proprio lui
> > era li' quando il bersaglio veniva colpito.
>
> Come la metti con l'indistinguibilita' quantistica? Una volta che la
> ammetti, questa tua frase non ha alcun senso.

Non capisco il punto. Si sta parlando di esperimenti EPR. C'e' un
sottosistema qua e un altro la'. I due sottosistemi sono certamente
distinguibili, almeno per quanto riguarda la posizione. Il tachione, nel
modello che propongo, e' distinguibile nel senso che proprio lui viene
generato li' quando il fotone A passa dal polarizzatore A (poi proprio lui
e' li' quando interagisce con il fotone B). E quel tachione e'
distinguibilissimo, tanto e' vero che solo lui interagisce con il fotone B
entangled con A, un qualsiasi altro non interagirebbe col fotone B, e lui
non interagirebbe con un qualsiasi altro fotone C.

> > Come dicevo, non conta la quantita' di moto della corda,
>
> E allora cosa conta, scusa? La corda e' ilm messaggero. Punto.

Conta la quantita' di moto dei messaggeri che, nel caso della corda, sono i
fotoni che mediano l'interazione fra i vari atomi che costituiscono la
corda.
La corda non e' il messaggero come non lo e' la coda di automobili fra la
piazza e il semaforo. Anche li' i messaggeri sono i fotoni.

> > Ritengo che a tutti gli esempi che riporti sotto si possa rispondere
> > presentando questo ulteriore esempio
>
> Certo che no. Una metafora non e' una risposta. Prova a rispondere
> puntualmente alle obiezioni che ti ho fatto, e vedrai che sei in serie
> difficolta'.

Quello delle automobili in coda e' un esempio, ma sostituendo la coda di
automobili con la corda, il vigile che preme il pulsante con il tizio che
tira la corda, la piazza vuota con la lampada accesa, abbiamo in un caso il
vigile che preme il pulsante (causa) e la piazza che si svuota (effetto),
nell'altro caso il tizio che tira la corda (causa) e la lampada che si
accende (effetto). In entrambi i casi i messaggeri (i fotoni) vanno dalla
causa verso l'effetto.

Una volta accettato l'esempio delle automobili in coda (e accettato che in
quel caso i messaggeri sono i fotoni), mi pare che tutti gli altri esempi
riportati da te trovino semplice soluzione.

Ciao.
-- 
Bruno Cocciaro
--- Li portammo sull'orlo del baratro e ordinammo loro di volare.
--- Resistevano. Volate, dicemmo. Continuavano a opporre resistenza.
--- Li spingemmo oltre il bordo. E volarono. (G. Apollinaire)
Received on Fri Dec 12 2008 - 12:24:58 CET

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