Il 25/03/2018 17:24, Elio Fabri ha scritto:
> Giorgio Bibbiani ha scritto:
>> Mi sono ricordato che avevi posto una domanda del tutto analoga su
>> i.s.f.:
>>
>>
> https://groups.google.com/forum/?hl=it#!msg/free.it.scienza.fisica/gZXH2Pe_jQk/CkoR2qAlCgAJ;context-place=forum/free.it.scienza.fisica
>
>>
>> quindi vorrei chiederti cosa non ti sia ancora chiaro nelle risposte
>> che hai già ricevuto, sempre però con l'avvertimento che dovresti
>> precisare meglio la domanda...
>
> Per le ragioni che spiegherò tra un attimo, mi guardo bene
> dall'entrare nel merito.
> Voglio però fare qualche considerazione generale.
>
> Sono andato a leggere quel thread (che era su fisf, quasi un anno fa).
> Ho visto un bel po' d'interventi: gli avete spiegato un mucchio di
> cose, e alla fine l'OP ha concluso con un "grazie a tutti e buone
> vacanze", che io ho tradotto "non ho capito ancora niente, ma grazie
> lo stesso".
> Adesso torna alla carica con diverso nick (se è sempre lui) e con la
> stessa domanda. Andrà meglio?
> Dipende...
>
> La mia impressione nel leggere quel thread è stata che lo abbiate
> subissato con una quantità di ragionamenti, quasi tutti giustissimi, ma
> probab. al di sopra delle sue capacità.
> Tanto per cambiare, non si sa che età abbia, perché faccia la domanda
> (che sembrerebbe di livello universitario, ma non è proprio detto).
>
> Comunque si è prodotto un fenomeno frequente: una domanda, più o meno
> profonda o ingenua; tante risposte, che vanno ciascuna per la sua
> strada, e a volte in competizione tra loro.
> Il poveretto ci si perde, e non ha neppure il coraggio di replicare...
>
> A me pare ovvio che l'approccio dovrebbe essere diverso: dovrebbe
> rispondergli una sola persona, e cercare di sviluppare un dialogo,
> sviscerando la causa della sua difficoltà.
> Cosa praticamente impossibile in un NG.
>
> La mia ipotesi è che il nostro OP soffra di una difficoltà piuttosto
> comune: non riesce ad andare a fondo nel problema, ma si lascia
> condizionare da formule e simboli.
> Nel caso specifico: ci sono *due* calori specifici (non provate a
> chiedergli quanti sono :-) ), risp. a pressione e volume costante.
> Quindi nelle trasf. a P costante si userà il primo, in quelle a V
> costante il secondo: *per qualunque cosa*!
>
> Non aggiungo altro. Se avessi pensato d'intervenire, avrei lavorato su
> questo.
> Ma per la ragione che ho spiegato, la cosa è impossibile.
> Quindi starò vedere se qualcuno risponde, e come andrà a finire...
>
Carissimo Elio
Il nick non ricordo se è lo stesso ma la persona si , sempre lo stesso
Enrico da Pisa. Ho 70 anni e sono un ingegnere chimico laureato a pisa
nel 1975 e allora sicuramente la mia agilità mentale era superiore a
quella di adesso. Ho fatto l'ingegnere per pochi anni e poi per una
serie di circostanze ho svolto altri lavori che dell'ingegneria
richiedevano solo una certa capacità di analisi.
Quindi questo può aver causato una certa ruggine anche in concetti che
in altri tempi erano (ma a questo punto non mi sembra più) chiari. Però
ogni tanto (da pensionato) mi piace rispolverare certe questioni e
mettermi in discussione. In realtà tra le varie risposte che ho ricevuto
non mi sembra ce ne fosse una che si adattasse esattamente al mio
semplice quesito. L'esperimento di Joule Thompson dimostra che U è solo
funzione della temperatura e fin qui va bene(ma il volume del gas
occupato aumenta e parimenti diminuisce la pressione). Allora d'accordo
con te che i calori specifici sono due Cp e Cv perchè in una
trasformazione ideale adiabatica (quindi reversibile) si calcola come
Cv(T1-T2)? (ci dobbiamo riferiamo alla teoria cinetica dei gas per capire?)
Mi spiace aver intrattenuto il NG se così è stato e comunque un caro
saluto e un sincero ringraziamento va a tutti quelli che mi hanno risposto.
Mi piacerebbe sentire comunque la tua versione della spiegazione.
Grazie di nuovo
Enrico
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Received on Tue Mar 27 2018 - 19:24:05 CEST