Re: Gli specchi ustori di Archimede

From: Teti_s <"te..."_at_libero.it>
Date: Sat, 06 Dec 2008 18:05:37 GMT

Il 17 Nov 2008, 16:05, Soviet_Mario <Soviet_at_MIR.CCCP> ha scritto:
> Teti_s ha scritto:
> > Il 14 Nov 2008, 21:14, Elio Fabri <elio.fabri_at_tiscali.it> ha scritto:
> >> Aleph ha scritto:
> >
> > Interessante il problema di stabilire la distribuzione del flusso
> > irradiante.
> >
> >> Quello che occorrerebbe sapere (e che non so) e' quale potenza per
> >> unita' di area (irradianza) occorre per incendiare una vela o un pezzo
> >> di legno incatramato, considerando che illuminare un'area piuttosto
> >> grande e' vantaggioso, perche' si riducono le perdite.
>
>
> però penso che potresti stimare il tempo di ignizione, noti
> alcuni parametri

Oppure, comunque, il numero minimo di specchi necessari per far in modo che
la temperatura di equilibrio in caso di dispersione nulla, ovvero la
temperatura di corpo nero che corrisponde ad una data potenza irradiante,
sia quella di autoignizione, ammesso sia ben definita. E con i dati che
fornisci, le notizie
in favore della fattibilit� di un sistema del genere diventa da improba che
era nel caso la temperatura da raggiungere fosse stata quella della fiamma,
addirittura favorevole. Basterebbero, integrando il dato suggerito da
Alberto, qualcosa come 25 specchi piani. Magari arrangiati in un quadrato
5x5 con
sistemi di orientazione. Lo scopo � disporre questi specchi in modo da
approssimare al meglio un arco di paraboloide di rotazione con direttrice la
direzione solare e fuoco nel punto da focalizzare, ad ogni modo in pratica
pu� risultare pi� semplice puntare concordemente i riflessi a vista.

Dal punto di vista storico rimane il fatto che nessuno storico attento ai
sistemi bellici di Archimede cita gli specchi ustori, mentre c'� una
testimonianza della quale non si sa valutare l'attendibilit�, unita
all'altra
circostanza che il testo "Catadiottrica" risulta, secondo tutte le fonti
ufficiali, disperso.

> cioè, supponi di dover scaldare il materiale ad almeno 1200°
> come ipotizzato prima ?
> Secondo me non è affatto necessario, a meno che tu non
> voglia l'innesco praticamente istantaneo del materiale.

Si era questa l'ipotesi, ma mi hai convinto che non � necessario, basta
molto meno.


> Per quanto riguarda il legno, vero che la parte carbonizzata
> diventa molto inerte, ma la frazione volatile che sprigiona
> carbonizzando spesso brucia bene. Allora penso diventi
> critica la geometria adottata.

Diventa paradossalmente favorito puntare la lente sulle punte, ma evitando
di concentrare al massimo delle possibilit�, in pratica risulta molto
difficile accendere un pezzetto di legno. Ma dovrei rifare delle prove con
cognizione dei suggerimenti che hai elencato di seguito.

Se uno mette la tavoletta in
> piano, la fiammella si proietta in alto e rimuove il calore
> in modo vano. Ma su un asse verticale, peggio ancora
> lievemente inclinato "in avanti", dove le prime fiamme del
> punto irradiate scivolano radenti altro legno, allora il
> processo può assumere andamento "a valanga". Esistono, ad
> es., alberi bruciati solo nella met� superiore, ma nessuno
> bruciato solo sul davanti o sul retro, o peggio arsi solo
> nella met� inferiore.
> Direi che una vela possa essere il bersaglio ottimale
> facendo un compromesso tra infiammabilit� e facilit� di
> mira, ma anche il fasciame, specie i pali verticali, sono
> punti molto critici.
>
> Per il resto, non sapendo una cippa di ottica, prendo per
> buono tutto quello che dite voi :-)
>
> ciao
> Soviet_Mario
>
> > Archimede sviluppò
> > molto le tecniche di lancio: catapulte, in particolare. Non so se furono
mai
> > usati dardi infuocati o cose del genere.
> >
> >
> >
> >> Res Solaris ha scritto:
> >>> Ma infatti non c'è nulla di difficile a ripetere l'esperimento (e
> >>> magari farlo pure riuscire!) in miniatura, con modellini e piccoli
> >>> specchi. La cosa diventa pressochè impossibile se si considera che la
> >>> distanza fra gli specchi e la nave era grande e richiedeva specchi di
> >>> dimensioni ragguardevoli, difficilissimi da realizzare e da manovrare.
> >>> Cioè il punto cruciale della questione è che è impossibile fare il
> >>> tutto in scala reale.
> >> Non mi sono spiegato bene. Nel filmato che ho visto (e che durava
> >> pochi secondi) il modellino era piccolo, meno di un metro, ma gli
> >> specchi e le distanza erano realistiche: molti specchi dell'ordine del
> >> metro, distanza di qualche decina di metri.
> >>
> >> Per il resto, vedi quanto ho scritto sopra.
> >>
> >> Col che non intendo dire che ci credo, ma che non la ritengo cosa del
> >> tutto impossibile.
> >>
> >>
> >> --
> >> Elio Fabri
> >>
> >
> > --------------------------------
> > Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
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Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/
Received on Sat Dec 06 2008 - 19:05:37 CET

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